«Mio zio rinato dopo il Covid», il messaggio di ringraziamento ai medici di Barletta
Il messaggio diffuso sui canali social dell’Asl Bt
domenica 4 aprile 2021
19.00
«Vorrei che lei facesse pervenire il mio grazie a tutti i medici, infermieri, oss, del reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Barletta sperando di non dimenticare nessuno, poiché per circa un mese hanno lottato per riportare alla vita mio zio, paziente con Covid-19». Inizia con queste parole il messaggio di ringraziamento che nel giorno di Pasqua un cittadino ha voluto rivolgere ai sanitari del Dimiccoli di Barletta e che l'Asl Bt ha diffuso tramite I suoi canali social.
Un incubo vissuto minuto dopo minuto dalla moglie, dai figli, dai nipoti e da tutti gli affetti più cari. Impotenti e terrorizzati, in attesa di uno squillo di cellulare e di una voce che in quei momenti poteva rappresentare un regalo o rappresentare dolore e lacrime.
Credo che varie emozioni alberghino in quei medici che commossi hanno comunicato a mia cugina che il padre ce l'aveva fatta. Credo nella scienza, nella medicina ma credo anche che forse esista un disegno divino imperscrutabile a noi che abbia deciso per un "secondo tempo" da donare a mio zio e a tutti coloro che gli vogliono bene.
Spero che questo secondo tempo possa essere vissuto come un dono per tutti, riappropiandoci dei valori veri della vita. Il mio pensiero va a chi purtroppo non ce l'ha fatta, va ai parenti che non hanno potuto salutare i loro cari poiché questa pandemia ha troncato il dialogo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, condannando molte persone a morire sole senza poter ricevere una carezza, un abbraccio dai propri cari.
Sono sicura che medici, infermieri seppur bardati abbiano regalato e continuino ancora a regalare qualche parola, qualche carezza a chi è in quei letti a lottare tra la vita e la morte. Oggi è Pasqua giorno di Resurrezione, di Luce e vita.
Auguro a voi tutti una Pasqua nei limiti del possibile serena, ringraziandovi per l'impegno, la passione e la professionalità che avete scelto di mettere a disposizione del prossimo. Portate una parola e una carezza a chi ne ha bisogno. Grazie infinite a voi tutti».
Un incubo vissuto minuto dopo minuto dalla moglie, dai figli, dai nipoti e da tutti gli affetti più cari. Impotenti e terrorizzati, in attesa di uno squillo di cellulare e di una voce che in quei momenti poteva rappresentare un regalo o rappresentare dolore e lacrime.
Credo che varie emozioni alberghino in quei medici che commossi hanno comunicato a mia cugina che il padre ce l'aveva fatta. Credo nella scienza, nella medicina ma credo anche che forse esista un disegno divino imperscrutabile a noi che abbia deciso per un "secondo tempo" da donare a mio zio e a tutti coloro che gli vogliono bene.
Spero che questo secondo tempo possa essere vissuto come un dono per tutti, riappropiandoci dei valori veri della vita. Il mio pensiero va a chi purtroppo non ce l'ha fatta, va ai parenti che non hanno potuto salutare i loro cari poiché questa pandemia ha troncato il dialogo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, condannando molte persone a morire sole senza poter ricevere una carezza, un abbraccio dai propri cari.
Sono sicura che medici, infermieri seppur bardati abbiano regalato e continuino ancora a regalare qualche parola, qualche carezza a chi è in quei letti a lottare tra la vita e la morte. Oggi è Pasqua giorno di Resurrezione, di Luce e vita.
Auguro a voi tutti una Pasqua nei limiti del possibile serena, ringraziandovi per l'impegno, la passione e la professionalità che avete scelto di mettere a disposizione del prossimo. Portate una parola e una carezza a chi ne ha bisogno. Grazie infinite a voi tutti».