Michele Lasala fuori dalla Giunta, il sindaco firma il decreto

Gli era stato prospettato di dimettersi, ma l’ex assessore Lasala ha preferito essere sollevato dall’incarico

venerdì 19 giugno 2020 9.54
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
L'ultimatum era già stato dato nel primo pomeriggio del 17 giugno. L'alternativa alla revoca sarebbero state le dimissioni, ma Michele Lasala avrebbe declinato l'invito, preferendo che ad agire fosse il sindaco, sollevandolo dalla delega assessorile.

E così è stato. Il sindaco Cosimo Cannito ha firmato questa mattina il decreto sindacale di revoca. Il tempo concesso a Lasala per un ripensamento, infatti, è stato gentilmente prolungato di 12 ore. Fino a ieri sera, quando era prevista la firma dell'atto di revoca, poi slittata a questa mattina a causa dell'assenza del segretario generale. Si prende atto, si legge nel decreto di revoca, del "deterioramento dei rapporti interpersonali con l'Assessore Lasala Michele che impediscono una proficua collaborazione amministrativa, fermo restando l'apprezzamento per l'impegno profuso dall'Assessore".

Non sarebbero mancate le fibrillazioni. In molti, non solo all'interno della maggioranza, ma anche della stessa Giunta Cannito, avrebbero spinto ad accorciare i tempi, essendo ormai definitiva la decisione del sindaco, assunta già nella mattinata di ieri. Il decreto di revoca, infatti, è stato sulla scrivania del primo cittadino per tutta la giornata.

A differenza di quanto accaduto in passato, questa volta non ci sarebbero sostituti. Sarebbe, infatti, intenzione del sindaco Cannito trattenere a sé le deleghe (che si aggiungono a quella all'Urbanistica) alla Polizia Locale, alla Protezione civile, alla Mobilità, al Trasporto, allo Sport, tempo libero e Politiche giovanili e alla Pubblica istruzione.

Finisce così, si fa per dire, l'affaire dell'immobile sito al piano superiore della Cantina della Sfida sul quale la società di cui Michele Lasala risulta essere amministratore unico, oltre che socio, aveva messo gli occhi, favorita dall'iniziale scelta dell'amministrazione di non esercitare il diritto di prelazione.

Un indirizzo fortemente osteggiato dal Consiglio comunale e sul quale la Giunta ha poi dovuto fare marcia indietro, revocando la delibera contestata.