Mezz’ora di tattica del terrore nel post partita di Barletta-Nocerina
Scaramucce tra opposte tifoserie, contenuti i danni. Le attività della zona invitate a barricarsi
mercoledì 26 settembre 2012
1.17
Barletta-Nocerina, una partita divertente e corretta in campo, finisce tristemente agli onori della cronaca. Spesso è quanto accade nel mondo del calcio, ma a Barletta era da tanto che non si verificavano spiacevoli episodi legati a reciproche scaramucce tra opposte tifoserie. Ma finché si rientra nell'ordine degli sfottò che riguardano ignare progenitrici e la rispettiva figliolanza, si chiude un occhio pensando che fa parte del gioco. Ma quando si scala un altro gradino sfociando nella violenza gratuita, lo sport si può trasformare in tragedia. È quanto poteva accadere domenica scorsa a Barletta, al termine dell'incontro di campionato tra Barletta e Nocerina. Si sa, le tifoserie non si amano, e in passato si sono già verificati episodi in cui molossi e pugliesi non si sono certo ritrovati attorno ad un tavolo a sorseggiare languidi sorsi di tè inglese. Domenica la due squadre si sono ritrovate in campo per il quarto turno di campionato. Tutto sembrava andare per il meglio, ma al termine della partita, proprio mentre le Forze dell'Ordine scortavano i nocerini all'uscita della città, si è verificato qualcosa che nessuno poteva aspettarsi. È una segnalazione di un nostro affezionato lettore a riassumerci i momenti di panico vissuto poco dopo le 20:
«In via Dante Alighieri si è scatenato l'inferno. Si vedevano pattuglie delle Forze dell'Ordine che scortavano pullman e autovetture della Nocerina che per strada lanciavano massi. Mi hanno riferito, ma non ho visto di persona la scena, che qualcuno fosse anche munito di manganelli e qualche arma. Hanno letteralmente create un momento di guerriglia urbana, in tutto quel tratto. Sono stati riportati dei danni alle autovetture, c'erano i cristalli per terra. I sassi venivano lanciati in entrambe le direzioni, verso destra e verso sinistra, colpendo macchine, serrande e portoni. Ma soprattutto c'è stato un momento di panico diffusissimo in tutti quei cittadini che abitano in quel tratto di strada. La gente si è letteralmente barricata in casa. Ho visto anche gli esercizi che hanno dovuto abbassare le saracinesche, proteggendosi all'interno delle attività, con i loro clienti. Una situazione di totale assurdità. C'era una massiccia presenza delle Forze dell'Ordine, che purtroppo, loro malgrado, per quanto fossero attivi, non hanno potuto evitare tali fenomeni di follia urbana. Diverse vetture sono state danneggiate. La mia reazione è stata di totale incredulità. Stentavo a credere a quanto vedevo. Mi sembrava di guardare quei filmati di città sotto assedio, quello era il clima che si respirava. Secondo me lo sport è una passione che va salvaguardata, ma non deve assolutamente ledere i diritti o l'incolumità fisica dei terzi. Un conto è nutrire una passione con garbo, un contro è nutrire una passione in questa maniera. In questo caso la tessera del tifoso non è servita a nulla. Più che altro a questo punto bisognerebbe studiare, soprattutto in presenza di determinati eventi, la logistica che metta nelle condizioni la cittadinanza di poter ospitare determinati eventi sportivi, pensando però anche alla sicurezza e all'incolumità degli altri. Si potrebbe studiare anche studiare un altro tragitto per accompagnare fuori città questi tifosi».
Parole dure, pesanti, che sono state ampiamente confermate da altri abitanti della zona e dagli esercizi commerciali, prontamente ascoltati dalla nostra redazione. I due bar presenti al termine di via Alighieri sono stati letteralmente costretti a barricarsi all'interno delle proprie attività onde evitare danni più pesanti, e qualche cittadino in questi giorni si è ritrovato a dover raccogliere i cristalli delle proprie autovetture, regalo gentilmente concesso da queste scaramucce tra tifosi. Che siano molossi o barlettani, poco importa, ma certamente va in primis salvaguardato il cittadino, che a prescindere dall'evento sportivo non può certo essere costretto a rimanere in casa per evitare guai e ripercussioni fisiche. Ma episodi ben più gravi di quello verificatosi domenica scorsa a Barletta si sono registrati sia durante la passata stagione che due anni fa.
Le voci ufficiali delle Forze dell'Ordine, interpellate dalla redazione di Barlettalife nella persona del vice-questore Santa Mennea per chiedere un bilancio dell'accaduto, minimizzano quanto avvenuto in via Alighieri. Il lancio di sassi sarebbe infatti proveniente da tifosi barlettani. Quanto lanciato ha colpito il pullman dei tifosi molossi, che sarebbero scesi dal mezzo per accertare eventuali danni e per rispondere alle provocazioni, ma immediatamente invitati a risalire sullo stesso dalle Forze dell'Ordine. Una volta ristabilita la calma, i mezzi sono stati scortati fuori dal centro abitato. Le Forze dell'Ordine confermano che è stato rivolto un invito alla cittadinanza a non uscire e a rimanere al riparo in abitazioni o attività onde evitare qualsiasi tipo di contatto, e alla fine i danni sarebbero circoscritti "solo" a 3 autovetture La nostra migliore attenzione, però, va rivolta alle Forze dell'Ordine che quotidianamente e nel corso delle manifestazioni sportive si impegnano per garantire la sicurezza nonostante condizioni di lavoro davvero difficili. Si tratta di un breve quanto intenso resoconto dei fatti, teso a rimarcare un dato di fatto: a prescindere dai danni a cose e persone, lo sport non può e non deve essere veicolo di atti vandalici degni di popolazioni barbariche. L'ubicazione dello stadio in pieno centro città, poi, non aiuta certo le Forze preposte a far rispettare l'ordine, e lo spostamento della struttura in altre zone più periferiche, come auspicato dalla stessa dottoressa Mennea, potrebbe portare a notevoli miglioramenti sia dal punto di vista della sicurezza che da quello dell'incolumità fisica, e perché no psicologica.
Perché gli sport, nessuno escluso, devono essere forieri di ben altri valori, e non scatenare il panico all'interno di una città. Che si vinca o che si perda, questi episodi vanno evitati, e la nostra redazione, così vicina e attenta a tutte le realtà sportive del territorio, mira a stigmatizzare eventi di violenza tali o di più ampia portata. Per la pulizia dello sport, e per la serenità di tutti.
«In via Dante Alighieri si è scatenato l'inferno. Si vedevano pattuglie delle Forze dell'Ordine che scortavano pullman e autovetture della Nocerina che per strada lanciavano massi. Mi hanno riferito, ma non ho visto di persona la scena, che qualcuno fosse anche munito di manganelli e qualche arma. Hanno letteralmente create un momento di guerriglia urbana, in tutto quel tratto. Sono stati riportati dei danni alle autovetture, c'erano i cristalli per terra. I sassi venivano lanciati in entrambe le direzioni, verso destra e verso sinistra, colpendo macchine, serrande e portoni. Ma soprattutto c'è stato un momento di panico diffusissimo in tutti quei cittadini che abitano in quel tratto di strada. La gente si è letteralmente barricata in casa. Ho visto anche gli esercizi che hanno dovuto abbassare le saracinesche, proteggendosi all'interno delle attività, con i loro clienti. Una situazione di totale assurdità. C'era una massiccia presenza delle Forze dell'Ordine, che purtroppo, loro malgrado, per quanto fossero attivi, non hanno potuto evitare tali fenomeni di follia urbana. Diverse vetture sono state danneggiate. La mia reazione è stata di totale incredulità. Stentavo a credere a quanto vedevo. Mi sembrava di guardare quei filmati di città sotto assedio, quello era il clima che si respirava. Secondo me lo sport è una passione che va salvaguardata, ma non deve assolutamente ledere i diritti o l'incolumità fisica dei terzi. Un conto è nutrire una passione con garbo, un contro è nutrire una passione in questa maniera. In questo caso la tessera del tifoso non è servita a nulla. Più che altro a questo punto bisognerebbe studiare, soprattutto in presenza di determinati eventi, la logistica che metta nelle condizioni la cittadinanza di poter ospitare determinati eventi sportivi, pensando però anche alla sicurezza e all'incolumità degli altri. Si potrebbe studiare anche studiare un altro tragitto per accompagnare fuori città questi tifosi».
Parole dure, pesanti, che sono state ampiamente confermate da altri abitanti della zona e dagli esercizi commerciali, prontamente ascoltati dalla nostra redazione. I due bar presenti al termine di via Alighieri sono stati letteralmente costretti a barricarsi all'interno delle proprie attività onde evitare danni più pesanti, e qualche cittadino in questi giorni si è ritrovato a dover raccogliere i cristalli delle proprie autovetture, regalo gentilmente concesso da queste scaramucce tra tifosi. Che siano molossi o barlettani, poco importa, ma certamente va in primis salvaguardato il cittadino, che a prescindere dall'evento sportivo non può certo essere costretto a rimanere in casa per evitare guai e ripercussioni fisiche. Ma episodi ben più gravi di quello verificatosi domenica scorsa a Barletta si sono registrati sia durante la passata stagione che due anni fa.
Le voci ufficiali delle Forze dell'Ordine, interpellate dalla redazione di Barlettalife nella persona del vice-questore Santa Mennea per chiedere un bilancio dell'accaduto, minimizzano quanto avvenuto in via Alighieri. Il lancio di sassi sarebbe infatti proveniente da tifosi barlettani. Quanto lanciato ha colpito il pullman dei tifosi molossi, che sarebbero scesi dal mezzo per accertare eventuali danni e per rispondere alle provocazioni, ma immediatamente invitati a risalire sullo stesso dalle Forze dell'Ordine. Una volta ristabilita la calma, i mezzi sono stati scortati fuori dal centro abitato. Le Forze dell'Ordine confermano che è stato rivolto un invito alla cittadinanza a non uscire e a rimanere al riparo in abitazioni o attività onde evitare qualsiasi tipo di contatto, e alla fine i danni sarebbero circoscritti "solo" a 3 autovetture La nostra migliore attenzione, però, va rivolta alle Forze dell'Ordine che quotidianamente e nel corso delle manifestazioni sportive si impegnano per garantire la sicurezza nonostante condizioni di lavoro davvero difficili. Si tratta di un breve quanto intenso resoconto dei fatti, teso a rimarcare un dato di fatto: a prescindere dai danni a cose e persone, lo sport non può e non deve essere veicolo di atti vandalici degni di popolazioni barbariche. L'ubicazione dello stadio in pieno centro città, poi, non aiuta certo le Forze preposte a far rispettare l'ordine, e lo spostamento della struttura in altre zone più periferiche, come auspicato dalla stessa dottoressa Mennea, potrebbe portare a notevoli miglioramenti sia dal punto di vista della sicurezza che da quello dell'incolumità fisica, e perché no psicologica.
Perché gli sport, nessuno escluso, devono essere forieri di ben altri valori, e non scatenare il panico all'interno di una città. Che si vinca o che si perda, questi episodi vanno evitati, e la nostra redazione, così vicina e attenta a tutte le realtà sportive del territorio, mira a stigmatizzare eventi di violenza tali o di più ampia portata. Per la pulizia dello sport, e per la serenità di tutti.