Memoria fotografica del crollo di via Roma

Le prime impressioni suscitate dagli scatti. Presenti i sopravvissuti

sabato 5 novembre 2011 9.16
Giovedì 3 novembre 2011, la redazione di Barlettalife inaugura presso la galleria del teatro Curci la memoria fotografica in onore delle vittime e dei sopravvissuti al tragico crollo di via Roma, avvenuto a Barletta esattamente un mese fa. Subito dopo la presentazione e gli interventi delle autorità, le porte del ricordo si spalancano alla vista dei sopravvissuti presenti e dei loro cari. Gli scatti si susseguono uno dopo l'altro in un sentiero percorso da sguardi provati,colpiti dalla forza espressiva che ognuna di quelle immagini è riuscita a comunicare. Indubbiamente dolorosa ma essenziale per non dimenticare, la via che conduce alle immagini finali in cui l'ultima benedizione viene data a quelle cinque donne che hanno dovuto pagare con la vita il tragico evento. Il silenzio è totale, solo le immagini parlano e si rivolgono al ricordo di chi in quel palazzo ci abitava o guardava vivere i propri cari; alla vista degli scatti le loro reazioni sono immediate, l'impatto è forte e qualche lacrima bagna i loro occhi. Ricordano quei momenti, poi soffermano l'attenzione su quei mille particolari che sfuggono indubbiamente a un occhio esterno: le scale, i frammenti di muro, le finestre o ciò che ne resta, i tanti dettagli che riescono a scorgere in quelle foto e che riportano alle loro menti le proprie case prima del crollo, le loro abitudini, i loro affetti…

Alcuni di loro non avevano mai osservato nessuna fotografia di quel giorno; Emanuela Antonucci, prima salvata dalle macerie con il suo bimbo in grembo, è una di queste: osserva per la prima volta quei momenti dall'esterno: si riconosce nelle immagini; riconosce suo marito, onnipresente negli scatti perché costantemente impegnato a cercare tra le macerie con i tanti altri volontari; riconosce persino la sua bambola, che immortalata in una delle immagini, giace fra le macerie con gli occhi spalancati. In un altro scatto emerge tra le macerie una bicicletta rossa, purtroppo non identificata allo stesso modo da alcun presente, suscitando così in chi la guarda il pensiero che potesse appartenere alla più piccola delle ragazze che lì ha perso la vita.

Tra gli scatti si riconosce anche quello del muro su cui rimase intatta l'immagine della Madonna dello Sterpeto che sembrava vegliare su quelle donne. L'originale icona presente al momento del crollo, è stata invece posizionata all'apertura della Galleria, in prima fila, quasi a riprodurre in modo più concreto il ricordo di quel giorno, suscitando la commozione dei presenti, ancora ricoperta com'era dalla polvere del crollo. Ogni immagine è rispettosamente accompagnata da una citazione sulla vita, sul suo valore e sul ricordo: parole che sembrano dare una voce ancora più netta allo scatto e che diventano quasi il nostro modo di essere vicini e partecipi a una così delicata memoria.

Sabrina Cuccorese