Medici non specializzati nei Pronto soccorso, interviene Dino Delvecchio

«Circostanze emergenziali estive non sono un fulmine a ciel sereno»

domenica 25 agosto 2019
La decisione della Asl Bat di assumere medici non specializzati nei pronto soccorso di Barletta, Andria e Bisceglie per tamponare l'emergenza che si sarebbe potuta creare a causa della carenza di personale ha creato una contrapposizione tra la direzione generale ed i sindacati dei camici bianchi.

Abbiamo chiesto al presidente dell'Ordine dei medici della Bat, dr. Dino Delvecchio, la sua posizione in merito alle polemica che si è creata nei giorni scorsi.

"Apprendiamo che la Asl assume in pronto soccorso medici privi della necessaria specializzazione. Capiamo la situazione di emergenza in cui si trova la direzione generale e apprezziamo gli sforzi messi in essere per far fronte a problemi che esulano dalla sua capacità di porvi rimedio. Il problema della mancata programmazione degli ingressi alla facoltà e la scarsa disponibilità di posti nelle scuole di specializzazione attengono al decisore politico e siamo in attesa di provvedimenti risolutivi Credo però sia nostro dovere mettere in evidenza come la categoria sia sotto attacco quando gli viene addebitata una presunta imperizia ma torna invece utile quando si è in situazioni critiche e non ci si perita di farsi scrupoli nell'assumere medici alla loro prima esperienza in aggiunta in servizi critici", spiega Delvecchio.

"L'Ordine tutela i cittadini attraverso la verifica continua dei requisiti professionali e morali dei suoi iscritti e non può tacere di fronte a questa iniziativa della Asl che oltretutto va sottoposta ad una valutazione di ordine giuridico per l'eventuale inosservanza di leggi nazionali ed europee nonché per contravvenzioni contrattuali. Le circostanze emergenziali estive non sono un fulmine a ciel sereno, si ripetono ogni anno . Perché allora non si è provveduto anzitempo per trovare una soluzione ad un problema largamente prevedibile? Oltretutto la toppa appare peggio del buco visto che si costringono i già pochi medici a fare da tutor ai giovani. Noi una posizione chiara l'abbiamo sempre avuta e la abbiamo espressa pubblicamente più volte. Ribadiamo che è necessario oggi più che mai superare anacronistiche lotte di campanile e smettere di cavalcare con consapevole demagogia il bisogno di salute dei cittadini. Ciò che occorre sono ospedali con profili di qualità alti in grado di rispondere alle domande di salute del territorio. Non ci servono tanti ospedali ma grandi ospedali! Ospedali in grado di offrire tecnologia e competenze in grado dì utilizzarla. Ospedali che azzerino la mobilità passiva, i viaggi della speranza che mortificano da una parte coloro che non possono permetterselo e dall'altra i bravi medici che chissà perché sono tali se operano al nord e molto meno a casa propria. Diciamo basta alle celebrazioni in pompa magna che accendono i riflettori su degnissime realtà e li spengono sulle aree oscure. Un sistema che funzioni è un sistema qualitativamente omogeneo ed integrato. Vogliamo ospedali che rispettino le normative europee e che pertanto assicurino il numero necessario di medici, infermieri, tecnici e operatori socio sanitari. Vogliamo personale che lavori in tranquillità , senza essere aggredito , personale a cui vengano riconosciuti ed assicurati i turni di riposo previsti dalla normativa. Vogliamo un sistema dell'emergenza urgenza che copra il territorio con mezzi e personale adeguati a cui venga riconosciuto l'alto livello di professionalità ed impegno attraverso contratti a tempo indeterminato che mettano fine alla precarietà e ad un volontario che nasconde inefficienze e scarsa trasparenza. Vogliamo un territorio realmente potenziato in termini di prestazioni di primo livello capace di ridurre liste di attesa e ricorsi al pronto soccorso. Denunciamo da tempo un piano di riordino che ci penalizza in merito a posti letto e finanziamenti pro capite in relazione al bacino di utenza. Offriamo la nostra massima collaborazione quando ci viene richiesto ma non esitiamo a denunciare il mancato coinvolgimento nelle scelte strategiche assunte in materia sanitaria, siamo ancora in attesa della convocazione del consiglio sanitario regionale, legiferato ma mai attivato. Siamo ancora convinti che il sistema sanitario pubblico e universale non è solo una voce di spesa ma una risorsa per il paese . Questo diciamo da tempo è questo oggi riaffermiamo", conclude il presidente.