Maxi sequestro di 35 tonnellate di pasta nella Bat
Operazione di Corpo Forestale e Asl, due aziende coinvolte. Confezioni non idonee, mancanza di etichettatura, materie prime non italiane
lunedì 16 settembre 2013
15.29
Gli uomini del Nucleo tutela regolamenti comunitari del Corpo forestale del Comando Regionale Puglia, diretti dal Commissario Capo, Alberto Di Monte e della Sezione di analisi criminale, diretti dal Commissario Capo Giuliano Palomba, hanno sequestrato in due aziende situate in due comuni della Bat, circa 35.000 kg di pasta coadiuvati dagli uomini della Asl territoriale competente intervenuta su richiesta dei forestali. In particolare sono stati sequestrati circa 18.000 Kg di pasta di semola tipo spaghetti e circa 17.000 Kg di pasta di semola tipo fettuccine.
Il provvedimento cautelare si è reso necessario sia in considerazione del fatto che la pasta veniva venduta in semplici cartoni non conformi per contenere e venire a contatto diretto con gli alimenti e pertanto non idonei a contenere gli stessi, sia perché una parte della pasta era priva di etichettatura quindi non erano specificati sia il lotto sia la data di scadenza. Inoltre in una delle due ditte è stato constatato nel corso degli accertamenti che la pasta era realizzata con materie prime non italiane ma era venduta in confezioni riportante in evidenza la bandiera italiana, in modo da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto fosse di origine italiana, in violazione della normativa Italiana di settore.
Il legislatore Italiano negli ultimi anni ha legiferato in materia di conoscenza dell'origine e della provenienza di un determinato prodotto, i quali rappresentano dei requisiti fondamentali per l'orientamento all'acquisto dei consumatori. Nello specifico, in riferimento all'indicazione dell'origine degli alimenti, lo Stato Italiano ha fissato che un prodotto alimentare possa fregiarsi del titolo di "made in Italy" quando viene rispettata la contemporanea sussistenza di due requisiti: sia il luogo di coltivazione/allevamento della materia prima sia quello di trasformazione devono essere italiani. In ultimo è opportuno precisare che trattasi di un prodotto estremamente legato alla tradizione alimentare Italiana che nel sapere comune degli acquirenti viene realizzato con la materia prima locale, quale il grano.
Due le persone, rappresentanti legali delle due aziende, denunciate all'autorità giudiziaria. Infine il Corpo Forestale ha elevato anche sanzioni amministrative per circa 10.000 euro.
Il provvedimento cautelare si è reso necessario sia in considerazione del fatto che la pasta veniva venduta in semplici cartoni non conformi per contenere e venire a contatto diretto con gli alimenti e pertanto non idonei a contenere gli stessi, sia perché una parte della pasta era priva di etichettatura quindi non erano specificati sia il lotto sia la data di scadenza. Inoltre in una delle due ditte è stato constatato nel corso degli accertamenti che la pasta era realizzata con materie prime non italiane ma era venduta in confezioni riportante in evidenza la bandiera italiana, in modo da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto fosse di origine italiana, in violazione della normativa Italiana di settore.
Il legislatore Italiano negli ultimi anni ha legiferato in materia di conoscenza dell'origine e della provenienza di un determinato prodotto, i quali rappresentano dei requisiti fondamentali per l'orientamento all'acquisto dei consumatori. Nello specifico, in riferimento all'indicazione dell'origine degli alimenti, lo Stato Italiano ha fissato che un prodotto alimentare possa fregiarsi del titolo di "made in Italy" quando viene rispettata la contemporanea sussistenza di due requisiti: sia il luogo di coltivazione/allevamento della materia prima sia quello di trasformazione devono essere italiani. In ultimo è opportuno precisare che trattasi di un prodotto estremamente legato alla tradizione alimentare Italiana che nel sapere comune degli acquirenti viene realizzato con la materia prima locale, quale il grano.
Due le persone, rappresentanti legali delle due aziende, denunciate all'autorità giudiziaria. Infine il Corpo Forestale ha elevato anche sanzioni amministrative per circa 10.000 euro.