Mario Dondero in home gallery a Barletta: «Era in viaggio senza una meta»
La mostra divisa in cinque sezione: Irlanda, Africa, Cuba, Scuola e Finanza
lunedì 17 ottobre 2022
1.12
Fuori dalla formalità delle gallerie d'arte ci sono le home gallery, realtà diffuse in capitali come Londra o grandi città come New York e ora anche a Barletta. Dalla passione e dall'amore di una cittadina di nome Maria, è nata la prima esperienza in home gallery nella città di De Nittis.
Barletta e l'arte in fondo, hanno un legame primordiale che rinasce nei momenti in cui ci si ritrova per esempio, ad osservare gli scatti di Mario Dondero e ad ascoltare le testimonianze di chi l'ha conosciuto e ha condiviso con lui pezzi di vita.
Sono loro, testimoni della sua vita come Maurizio Garofalo e Francesco Cito, che hanno dato voce ai personalissimi ricordi con Dondero.
«Con lui escono fuori sempre preziosi ori ed è per questo che nasce questa mostra perché abbiamo trovato ancora scatti nuovi che non conoscevamo – dice Garofalo -. Di lui ho invidiato la lentezza, quella con cui viveva e con cui ha raccontato il mondo».
«Mario è un personaggio in viaggio» dice Cito. «Io lo incontravo senza una meta precisa, conosceva gente e scattava. Questa è la sua fotografia».
Tra gli ospiti il direttore dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani, Michele Grimaldi, e Diego Pizi, Responsabile Tecnico Scientifico della Fototeca di Fermo, che si è occupato del processo di digitalizzazione delle foto.
Quelli esposti in casa di Maria sono cinquanta scatti inediti dell'archivio, conservato presso la Fototeca di Fermo, divisi per cinque sezioni: Irlanda, Africa, Cuba, Scuola e Finanza.
Gli organizzatori raccontano che la scelta di esporre Dondero in una casa privata non è altro che il continuo svolgimento della sua filosofia: proprio come il fotografo amava entrava nella quotidianità delle case, farsi offrire del vino, ascoltare delle storie e poi custodire per sé quell'esperienza in una foto.
Quest'anima in viaggio infatti, non girava per il mondo per esibire una quantità di posti vistati, lo ha fatto girovagando, inciampando talvolta da una parte all'altra, tra posti così differenti tra loro come l'Irlanda e Cuba o temi come la scuola e la finanza.
Dell'Irlanda ha raccontato la rivoluzione sognante del Sessantotto, della scuola invece, fotografa le difficoltà dell'alfabetizzazione popolare, collegandosi al progetto Telescuola attuato dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1959.
Di Cuba ha lasciato scritto nei suoi diari: «Mi colpì molto l'alto livello culturale della popolazione e lo specialissimo temperamento dei cubani», particolarità che si riflette anche nella fotografia di quella sezione. Dell'Africa scrive come di uno dei viaggi più interessanti che abbia compiuto, riconoscendo di aver fotografato molto e di essersi mischiato con lo origini e le credenze africane. Infine, la finanza, di cui dice: «Il lucro fine a se stesso mi sembra un cattivo consigliere in qualsiasi attività».
Mario Dondero ritorna ospite attraverso i racconti e le fotografie nell'intimità di una casa museo dall'aspetto parigino situata a Barletta in Corso Garibaldi 5 e che vuole proporre una nuova esperienza artistica capace di fondere modernità e intimità.
Barletta e l'arte in fondo, hanno un legame primordiale che rinasce nei momenti in cui ci si ritrova per esempio, ad osservare gli scatti di Mario Dondero e ad ascoltare le testimonianze di chi l'ha conosciuto e ha condiviso con lui pezzi di vita.
Sono loro, testimoni della sua vita come Maurizio Garofalo e Francesco Cito, che hanno dato voce ai personalissimi ricordi con Dondero.
«Con lui escono fuori sempre preziosi ori ed è per questo che nasce questa mostra perché abbiamo trovato ancora scatti nuovi che non conoscevamo – dice Garofalo -. Di lui ho invidiato la lentezza, quella con cui viveva e con cui ha raccontato il mondo».
«Mario è un personaggio in viaggio» dice Cito. «Io lo incontravo senza una meta precisa, conosceva gente e scattava. Questa è la sua fotografia».
Tra gli ospiti il direttore dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani, Michele Grimaldi, e Diego Pizi, Responsabile Tecnico Scientifico della Fototeca di Fermo, che si è occupato del processo di digitalizzazione delle foto.
Quelli esposti in casa di Maria sono cinquanta scatti inediti dell'archivio, conservato presso la Fototeca di Fermo, divisi per cinque sezioni: Irlanda, Africa, Cuba, Scuola e Finanza.
Gli organizzatori raccontano che la scelta di esporre Dondero in una casa privata non è altro che il continuo svolgimento della sua filosofia: proprio come il fotografo amava entrava nella quotidianità delle case, farsi offrire del vino, ascoltare delle storie e poi custodire per sé quell'esperienza in una foto.
Quest'anima in viaggio infatti, non girava per il mondo per esibire una quantità di posti vistati, lo ha fatto girovagando, inciampando talvolta da una parte all'altra, tra posti così differenti tra loro come l'Irlanda e Cuba o temi come la scuola e la finanza.
Dell'Irlanda ha raccontato la rivoluzione sognante del Sessantotto, della scuola invece, fotografa le difficoltà dell'alfabetizzazione popolare, collegandosi al progetto Telescuola attuato dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1959.
Di Cuba ha lasciato scritto nei suoi diari: «Mi colpì molto l'alto livello culturale della popolazione e lo specialissimo temperamento dei cubani», particolarità che si riflette anche nella fotografia di quella sezione. Dell'Africa scrive come di uno dei viaggi più interessanti che abbia compiuto, riconoscendo di aver fotografato molto e di essersi mischiato con lo origini e le credenze africane. Infine, la finanza, di cui dice: «Il lucro fine a se stesso mi sembra un cattivo consigliere in qualsiasi attività».
Mario Dondero ritorna ospite attraverso i racconti e le fotografie nell'intimità di una casa museo dall'aspetto parigino situata a Barletta in Corso Garibaldi 5 e che vuole proporre una nuova esperienza artistica capace di fondere modernità e intimità.