Mario Desiati incanta gli studenti al "Curci"
Lo scrittore martinese vincitore del premio "Strega" ha raccontato il suo "Spatriati"
mercoledì 5 aprile 2023
12.32
Un racconto intenso e coinvolgente: gli "Spatriati" di Mario Desiati hanno incantato il giovane pubblico del teatro "Curci". Lo scrittore, vincitore del premio "Strega" e originario di Martina Franca, ha incontrato gli studenti delle scuole superiori cittadine ed è stato intervistato, sul palco del teatro, dagli alunni dell'Istituto Tecnico Economico e Tecnologico "Cassandro Fermi Nervi". L'evento è espressione del più ampio progetto "Incontro con l'autore", promosso dal medesimo istituto scolastico d'intesa con l'Assessorato alla Cultura e la collaborazione del Punto Einaudi di Barletta.
«Ho scritto il mio "Spatriati" per i ragazzi ma non l'ho mai presentato nelle scuole - spiega l'autore - per questo motivo l'esperienza di questa mattina è stata molto particolare. Con gli studenti c'è a possibilità di scambiare opinioni e di confrontare gli sguardi sul mondo».
Spatriati, propone al lettore, pagina dopo pagina, la vibrante storia dei protagonisti, Claudia e Francesco, simili ma al tempo medesimo diversi, divergenti e inquieti, tuttavia legati da una tenace e inesauribile amicizia germogliata tra i banchi di scuola che il tempo non sbiadirà. Un eccellente filo conduttore, insomma, per imbastire e ampliare un dibattito intergenerazionale sull'appartenenza, l'accettazione di sé, le passioni, più in generale sulla complessa realtà giovanile. E non solo. Tra i tanti spunti di riflessione, Desiati ne isola uno in particolare: «Molto sentito, soprattutto qui al sud è il tema del restare andare. I ragazzi - sottolinea Desiati - sono curiosi di comprendere se sarà possibile realizzare le proprie aspirazioni nella terra natia». Da non sottovalutare anche «l'aspetto creativo. Molti ragazzi vorrebbero realizzarsi nell'arte e nella comunicazione e per farlo sono costretti ad andari via».
La vittoria del premio "Strega", il più grande concorso letterario italiano, non ha cambiato la vita di Desiati che non pensa di lasciare messaggi ai ragazzi, a loro vorrebbe invece trasferire «la consapevolezza che in Puglia c'è una grande cultura letteraria. Molti nostri autori sono stati dimenticati e a loro io voglio dedicare "Spatriati". A loro vorrei anche raccontare delle storie che gli permettano di guardare il mondo in modo diverso e da prospettive che magari prima non si prendevano in considerazione».
«Ho scritto il mio "Spatriati" per i ragazzi ma non l'ho mai presentato nelle scuole - spiega l'autore - per questo motivo l'esperienza di questa mattina è stata molto particolare. Con gli studenti c'è a possibilità di scambiare opinioni e di confrontare gli sguardi sul mondo».
Spatriati, propone al lettore, pagina dopo pagina, la vibrante storia dei protagonisti, Claudia e Francesco, simili ma al tempo medesimo diversi, divergenti e inquieti, tuttavia legati da una tenace e inesauribile amicizia germogliata tra i banchi di scuola che il tempo non sbiadirà. Un eccellente filo conduttore, insomma, per imbastire e ampliare un dibattito intergenerazionale sull'appartenenza, l'accettazione di sé, le passioni, più in generale sulla complessa realtà giovanile. E non solo. Tra i tanti spunti di riflessione, Desiati ne isola uno in particolare: «Molto sentito, soprattutto qui al sud è il tema del restare andare. I ragazzi - sottolinea Desiati - sono curiosi di comprendere se sarà possibile realizzare le proprie aspirazioni nella terra natia». Da non sottovalutare anche «l'aspetto creativo. Molti ragazzi vorrebbero realizzarsi nell'arte e nella comunicazione e per farlo sono costretti ad andari via».
La vittoria del premio "Strega", il più grande concorso letterario italiano, non ha cambiato la vita di Desiati che non pensa di lasciare messaggi ai ragazzi, a loro vorrebbe invece trasferire «la consapevolezza che in Puglia c'è una grande cultura letteraria. Molti nostri autori sono stati dimenticati e a loro io voglio dedicare "Spatriati". A loro vorrei anche raccontare delle storie che gli permettano di guardare il mondo in modo diverso e da prospettive che magari prima non si prendevano in considerazione».