Maria Campese: «Continua il percorso trasformista di Cascella»
«Siamo vicini alla completa implosione della macchina amministrativa»
sabato 12 marzo 2016
"La parabola trasformista di Cascella". Titola così la riflessione politica che il consigliere comunale e capogruppo di Sinistra Unita Maria Campese affida a Facebook, continuando ad animare il dibattito sulla tormentata vita della maggioranza barlettana. «Nei giorni scorsi si è costituito a Barletta il gruppo consiliare di Area Popolare che vede l'adesione di consiglieri di cultura centrista, facenti parte della coalizione che ha partecipato alle elezioni amministrative del 2013 (e che ha consentito l'elezione a sindaco di Pasquale Cascella), e di alcuni transfughi dell'opposizione, fra cui una consigliera eletta con la destra. Il battesimo di questa aggregazione politica è avvenuto alla presenza di Massimo Cassano, parlamentare iscritto al Nuovo Centro Destra ed esponente di spicco in Puglia di questa forza politica.
Continua il percorso trasformista di Cascella, che ha escluso dalla coalizione che lo ha fatto eleggere la componente di Sinistra e ha nominato una giunta a forte caratterizzazione moderata: tre assessori al Partito Democratico, due ad Area Popolare, un tecnico di sua indicazione, un esponente alla lista civica Buona Politica (che ha partecipato alle elezioni del 2013), un esponente alla lista civica Puglia in Più (non presente alle elezioni); su 8 assessori ben 5 fanno riferimento a forze politiche che hanno fortemente voluto e determinato la riproposizione a Barletta del Partito Della Nazione; se a questi si aggiunge il sindaco, che è stato artefice del cambio di maggioranza, e degli altri tre assessori, di cultura moderata, siamo in presenza di un esecutivo a marcata caratterizzazione moderata. Cascella ha accettato senza batter ciglio l'ingresso nel suo governo di componenti eletti con le opposizioni, fra cui esponenti dichiaratamente di destra.
Abbiamo atteso in questi giorni che Cascella venisse fuori con una posizione, una dichiarazione, un balbettio. Silenzio assordante. Ma veramente Cascella ritiene che un'operazione di questa portata non abbia nulla a che vedere con il codice etico, e, dirò di più, con il profilo etico e morale del politico che si è impegnato pubblicamente ad avere comportamenti di una certa levatura? Si va realizzando quello che abbiamo denunciato quando Cascella, da grande irresponsabile, ha voluto cambiare la sua maggioranza, facendosi attore di operazioni trasformistiche: la volontà di uniformare il quadro locale al quadro nazionale. Ma Cascella ha capito che il ruolo di un sindaco è diverso da quello di premier? Cosa rimane della cultura di sinistra che ogni tanto Cascella ventila come propria formazione personale? Assolutamente nulla. Un uomo di sinistra mai avrebbe consentito ad esponenti che fanno chiaro riferimento alla destra di diventare parte integrante del governo cittadino, mutando geneticamente quello che era il progetto politico con cui ha chiesto consenso agli elettori. Cosa rimane della tensione etico-morale-ideale con la quale Cascella si è presentato all'elettorato di Barletta? Assolutamente nulla. Si è rimangiato tutto, ha disatteso tutte le aspettative, sta contribuendo in maniera catastrofica al degrado politico-culturale e alla completa implosione della macchina amministrativa. Uno spettacolo veramente desolante. Dall'introduzione del sistema elettorale che ha consentito l'elezione diretta dei sindaci, nato sulle macerie della tangentopoli barlettana, si sono alternati a sindaco della città: Raffaele Fiore, Ruggiero Dimiccoli, Francesco Salerno (due consiliature), Nicola Maffei (due consiliature). Quest'ultima consiliatura a guida Cascella possiamo senza ombra di dubbio affermare che al momento si classifica come la peggiore.
Va precisato, per chiarezza, che l'attuale maggioranza che governa la città non ha nulla a che vedere con il centro-sinistra: è una coalizione opaca portatrice di istanze moderate. Quindi si pone, da subito, l'esigenza di costruire l'alternativa politica, per porre rimedio al fallimento etico, morale ed amministrativo di cui Cascella è espressione».
Continua il percorso trasformista di Cascella, che ha escluso dalla coalizione che lo ha fatto eleggere la componente di Sinistra e ha nominato una giunta a forte caratterizzazione moderata: tre assessori al Partito Democratico, due ad Area Popolare, un tecnico di sua indicazione, un esponente alla lista civica Buona Politica (che ha partecipato alle elezioni del 2013), un esponente alla lista civica Puglia in Più (non presente alle elezioni); su 8 assessori ben 5 fanno riferimento a forze politiche che hanno fortemente voluto e determinato la riproposizione a Barletta del Partito Della Nazione; se a questi si aggiunge il sindaco, che è stato artefice del cambio di maggioranza, e degli altri tre assessori, di cultura moderata, siamo in presenza di un esecutivo a marcata caratterizzazione moderata. Cascella ha accettato senza batter ciglio l'ingresso nel suo governo di componenti eletti con le opposizioni, fra cui esponenti dichiaratamente di destra.
Abbiamo atteso in questi giorni che Cascella venisse fuori con una posizione, una dichiarazione, un balbettio. Silenzio assordante. Ma veramente Cascella ritiene che un'operazione di questa portata non abbia nulla a che vedere con il codice etico, e, dirò di più, con il profilo etico e morale del politico che si è impegnato pubblicamente ad avere comportamenti di una certa levatura? Si va realizzando quello che abbiamo denunciato quando Cascella, da grande irresponsabile, ha voluto cambiare la sua maggioranza, facendosi attore di operazioni trasformistiche: la volontà di uniformare il quadro locale al quadro nazionale. Ma Cascella ha capito che il ruolo di un sindaco è diverso da quello di premier? Cosa rimane della cultura di sinistra che ogni tanto Cascella ventila come propria formazione personale? Assolutamente nulla. Un uomo di sinistra mai avrebbe consentito ad esponenti che fanno chiaro riferimento alla destra di diventare parte integrante del governo cittadino, mutando geneticamente quello che era il progetto politico con cui ha chiesto consenso agli elettori. Cosa rimane della tensione etico-morale-ideale con la quale Cascella si è presentato all'elettorato di Barletta? Assolutamente nulla. Si è rimangiato tutto, ha disatteso tutte le aspettative, sta contribuendo in maniera catastrofica al degrado politico-culturale e alla completa implosione della macchina amministrativa. Uno spettacolo veramente desolante. Dall'introduzione del sistema elettorale che ha consentito l'elezione diretta dei sindaci, nato sulle macerie della tangentopoli barlettana, si sono alternati a sindaco della città: Raffaele Fiore, Ruggiero Dimiccoli, Francesco Salerno (due consiliature), Nicola Maffei (due consiliature). Quest'ultima consiliatura a guida Cascella possiamo senza ombra di dubbio affermare che al momento si classifica come la peggiore.
Va precisato, per chiarezza, che l'attuale maggioranza che governa la città non ha nulla a che vedere con il centro-sinistra: è una coalizione opaca portatrice di istanze moderate. Quindi si pone, da subito, l'esigenza di costruire l'alternativa politica, per porre rimedio al fallimento etico, morale ed amministrativo di cui Cascella è espressione».