Margherita Dolcevita Mastromauro confermata

Vincono Boccia e la Mastromauro. I mille voti di Assuntela Messina: una breccia di Porta Pia

lunedì 31 dicembre 2012 11.12
A cura di Alessandro Porcelluzzi
Mi piacerebbe conoscerli. Vorrei ascoltare le loro ragioni. Capire se in loro si muove qualche impulso di autodistruzione, qualche forma di masochismo politico. Non necessariamente tutti i 2119, me ne basterebbe una decina. Sto parlando degli elettori del PD che ieri, nella BAT, hanno affidato le proprie sorti, per la seconda volta (ma la prima su mandato popolare), a Margherita Mastromauro. A questi elettori, dal cui computo escludo dirigenti e capobastone, vorrei chiedere: quale contributo allo sviluppo del territorio e della Nazione vedete nell'azione di Margherita Mastromauro? Mi raccontate un atto, una iniziativa legislativa, un intervento determinante nelle vicende nazionali o provinciali della Margherita Dolcevita (la sua; la nostra è sempre più amara…)?

È finita così, come era cominciata, la storia delle Parlamentarie. Uscenti Boccia e Mastromauro, rientranti Boccia e Mastromauro. Per Boccia valgano le riflessioni del mio ultimo articolo. Sul parlamentare biscegliese convergono il voto di apparato, certamente, ma anche un positivo voto di opinione che promuove la sua visibilità e il suo attivismo a livello nazionale. Oltre che il suo intervento determinante, a Barletta, nello scenario altrimenti immobile del teatrino della politica cittadina. L'affermazione della Mastromauro, invece, per Barletta è una doppia sconfitta. In morte della politica barlettana, sarebbe un ottimo riassunto. Ha vinto Confindustria, hanno vinto i poteri forti, ha vinto l'analfabetismo degli apparati.

Assuntela Messina, lasciata completamente sola dai gerarchi del PD, incassa il terzo posto (magra consolazione) e un migliaio di voti, la metà della diretta concorrente Mastromauro. Barletta dimostra ancora una volta di non saper capitalizzare le occasioni di protagonismo e riscatto territoriali. Hanno prevalso gli istinti di narcisismo, di settarismo, forse perfino una invidia assai poco politicamente ragionevole.

La ragionevolezza doveva condurre a un'altra scelta. Per sbarazzarsi definitivamente del passato e riportare Barletta al centro della vita politica nazionale sarebbe stato quasi ovvio votare il ticket Boccia-Messina. Ma per i politici e per gli elettori barlettani anche l'ovvio diventa suscettibile di dubbio. E mentre Caracciolo e company, per la logica del contrappasso, hanno baciato il rospo, il loro inquisitorie, e hanno votato in massa Boccia e la Mastromauro, si sono esercitati i Maestri della divisione. Mennea si autosospende da consigliere regionale PD e invita a votare Superbo-Andriani (entrambi Modem, of course). Entrambi i candidati a Barletta si fermano a una cinquantina di voti. Delle due l'una: o i consensi di Mennea sono ridotti al lumicino o Mennea ufficiosamente ha contribuito anche lui al plebiscito Boccia-Mastromauro. I millemila comitati di donne della Barletta borghese, guidati dall'onnipresente Giuliana Damato (una e molto più che trina: ANPI, Democrazia delle parole, Forum donne PD, Senonoraquando, RossobarlettachevotaperAndria ecc.), hanno invece sostenuto una donna non barlettana, sin dall'inizio outsider, l'andriese Palladino: un successone, 44 voti. Insomma tutti tranne Assuntela Messina. En passant si potrebbe anche dire che l'unico sponsor che ci si attendeva, Michele Emiliano, è perfino controproducente. Va male a Messina, ma va male anche al fratello del Sindaco nella provincia di Bari. Emiliano, garante della lista fungo a lui intitolata e protettore dell'azione che ha fatto cadere l'amministrazione, francamente porta un po' sfiga.

Messina, in questo quadro desolante di divisioni, ha superato la Mastromauro a Barletta (e anche a Canosa di Puglia). E ha raccolto, evidentemente, molte aspirazioni al rimescolamento nel PD. Le contro-egemonie, l'ho già scritto, hanno bisogno di tempo per determinarsi. Se Boccia è, anche, il segno di una contro-egemonia delle regole contro i personalismi, Messina è il segno di un PD barlettano che comincia lentamente a mutare pelle. In politica come in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Gli endorsement a favore di Assuntela Messina da parte di esponenti della sinistra cittadina da tempo allontanatisi o marginalizzati (dall'ex Sindaco Raffaele Fiore a un pezzo consistente dell'ala Salerniana degli ex-DS), un voto assolutamente spontaneo e trasversale (533 voti a Barletta contro tutto l'apparato indirizzato diversamente) sono un ottimo antidoto al veleno che le falangi che ieri hanno votato la Mastromauro ci hanno fatto trangugiare. Uno spiraglio è aperto. Ma anche la presa di Roma cominciò dalla Breccia di Porta Pia.