Maffei, «Quote rosa nella giunta, vi invito ad una riflessione serissima»
«E' giusto che si sappiano alcune cose». Pluralismo e democrazia, questa la via
sabato 14 agosto 2010
Riceviamo e volentieri pubblichiamo in forma integrale una lettera del nostro primo cittadino.
«Spinto dalla lettura delle riflessioni del Coordinamento Cittadino La Puglia per Vendola sulla questione "quote rosa" nella mia attuale Giunta, vorrei invitare tutti ad una riflessione serissima che sappia andare al di là delle critiche distruttive. Quelle critiche, mio malgrado, hanno rallentato negli ultimi mesi il grande processo di miglioramento della città stessa e un'azione giuridica, come un ricorso al TAR, su una questione di forma rischierebbe, oggi, di affossare il futuro dei lavoratori italiani e stranieri, dei commercianti, degli imprenditori, delle famiglie e dei tanti giovani che a Barletta attendono che vadano finalmente in cantiere, come già sta avvenendo, i grandi piani previsti nel bilancio recentemente approvato. Vi sono questioni che vorrei portare all'attenzione. La prima riguarda la critica all'assenza di donne nell'attuale Giunta. Pur condividendone il senso, è giusto che si sappiano alcune cose».
«Chi mi conosce sa bene quanto io abbia tenuto, in questi anni, a fare in modo che posti di responsabilità fossero assegnati ad alcune delle tante donne che animano la vita politica, culturale e sociale nella nostra città. Non starò a dare i numeri, esercizio retorico in certi casi, ma mi limiterò a evidenziare che cinque settori chiave della mia amministrazione (la cultura, la macchina amministrativa e di sviluppo tecnologico, il sociale, lo sviluppo economico e l'avvocatura) sono attualmente diretti da altrettante donne. Si tratta delle dottoresse Emanuela Angiuli, Rosa Di Palma, Maria Rosaria Donno, Santa Scommegna ed Isabella Palmiotti. Quattro grandi donne che hanno dimostrato, in questi anni, una capacità organizzativa e gestionale che ha permesso ai settori loro affidati di inserire la città in un contesto economico e culturale mediterraneo ed europeo. Esse sono sempre state al servizio, appassionato, tenace e intelligente, della mia amministrazione. Anche grazie a loro oggi possiamo affrontare problemi importanti, legati alla crisi economica e alle sciagurate politiche di tagli imposti da Tremonti e Berlusconi, in modo più sereno, consapevoli che Barletta è una città sana e forte, con grandissime potenzialità di sviluppo che attendono solo una congiuntura favorevole per esplodere. Io sono loro grato e sono sicuro che la stessa città lo è. É solo un esempio. Non vado oltre, per evitare di alimentare un dibattito tutto maschile che risulti, credo, offensivo nei confronti delle donne stesse. Esse non meritano, a mio modo di vedere, di essere tirate in ballo strumentalmente in un tema così miope da poter risultare loro maschilista».
«In definitiva, anche se in questa Giunta non vi sono esponenti donne, abbiamo certo favorito "complessivamente" la presenza femminile nell'Ente, così come indicato dallo Statuto. Ci tengo però a precisare alcune cose. Sin dal primo anno ho lasciato assoluta libertà, nella scelta dei membri delle varie giunte comunali, ai partiti che sostengono la mia amministrazione, senza mai imporne il sesso. É stata, in passato, garantita la presenza femminile non per una questione di "quote rosa" ma per un naturale senso di proposta del meglio che i singoli partiti potessero offrire a seconda delle disponibilità delle singole persone ad assumere incarichi, coniugando tra loro valutazioni politiche, tecniche e professionali. In quei casi ero stato orgoglioso che il Centro-Sinistra avesse scelto delle donne. Questa volta i partiti, animati da donne e uomini, dopo lunghe e difficili valutazioni hanno ritenuto di segnalare e suggerire diversamente e oggi la mia Giunta gode della mia piena fiducia e soddisfazione e sta già lavorando al meglio per la città, nonostante io stesso avrei desiderato che vi fosse, all'interno, una rappresentanza femminile. Così però non è stato e, nella salvaguardia delle regole democratiche elementari, ne ho preso atto. La Puglia per Vendola ha ragione da vendere nel criticare questa questione e sopratutto, e mi duole dirlo, il Partito Democratico, il mio partito. Sono convinto che La Puglia per Vendola avrebbe portato quelle istanze in un eventuale dibattito che l'avesse vista giocare da protagonista. Ma oggi, purtroppo, non è rappresentata in Consiglio Comunale; non per sue colpe ma semplicemente perchè costituitasi, come formazione politica, solo durante le ultime elezioni regionali. Ecco perchè spero che un apporto sano, costruttivo e non strumentale possa arrivare, a partire da domani, dai suoi rappresentanti politici territoriali, affinché il mio mandato possa, in questi ultimi mesi, essere messo nelle condizioni, con l'aiuto di tutti, di lavorare al Bene della città. Tutti dobbiamo metterci in testa che è finito il tempo delle divisioni e delle fratture interne o delle correnti autoreferenziali. La Politica deve dare risposte diverse, propositive e non distruttive. Barletta se lo merita se non vogliamo consegnare la città in mano alle destre. Noi del Centro-Sinistra abbiamo il dovere, ora più che mai, di dialogare tra noi con maturità e responsabilità e dobbiamo dimostrare la nostra credibilità partendo immediatamente dalle tante buone cose che la mia amministrazione ha saputo fare in questi anni. Chi grida allo sfascio ho timore che non voglia il Bene di Barletta e aspiri, invece, a sfasciare».
«Dimostriamo il contrario, una volta per tutte, e cominciamo a farlo a partire dal mio partito, il Partito Democratico, che deve darsi, oggi più di ieri, la missione di coagulare e includere le istanze migliori del progressismo cittadino, a partire da quanti oggi non sono rappresentati nel Consiglio Comunale. Sono sicuro che Franco Caputo, attuale Segretario cittadino del PD, saprà nei prossimi mesi rappresentare al meglio quelle istanze. Pluralismo e Democrazia, questa è la via»
«Spinto dalla lettura delle riflessioni del Coordinamento Cittadino La Puglia per Vendola sulla questione "quote rosa" nella mia attuale Giunta, vorrei invitare tutti ad una riflessione serissima che sappia andare al di là delle critiche distruttive. Quelle critiche, mio malgrado, hanno rallentato negli ultimi mesi il grande processo di miglioramento della città stessa e un'azione giuridica, come un ricorso al TAR, su una questione di forma rischierebbe, oggi, di affossare il futuro dei lavoratori italiani e stranieri, dei commercianti, degli imprenditori, delle famiglie e dei tanti giovani che a Barletta attendono che vadano finalmente in cantiere, come già sta avvenendo, i grandi piani previsti nel bilancio recentemente approvato. Vi sono questioni che vorrei portare all'attenzione. La prima riguarda la critica all'assenza di donne nell'attuale Giunta. Pur condividendone il senso, è giusto che si sappiano alcune cose».
«Chi mi conosce sa bene quanto io abbia tenuto, in questi anni, a fare in modo che posti di responsabilità fossero assegnati ad alcune delle tante donne che animano la vita politica, culturale e sociale nella nostra città. Non starò a dare i numeri, esercizio retorico in certi casi, ma mi limiterò a evidenziare che cinque settori chiave della mia amministrazione (la cultura, la macchina amministrativa e di sviluppo tecnologico, il sociale, lo sviluppo economico e l'avvocatura) sono attualmente diretti da altrettante donne. Si tratta delle dottoresse Emanuela Angiuli, Rosa Di Palma, Maria Rosaria Donno, Santa Scommegna ed Isabella Palmiotti. Quattro grandi donne che hanno dimostrato, in questi anni, una capacità organizzativa e gestionale che ha permesso ai settori loro affidati di inserire la città in un contesto economico e culturale mediterraneo ed europeo. Esse sono sempre state al servizio, appassionato, tenace e intelligente, della mia amministrazione. Anche grazie a loro oggi possiamo affrontare problemi importanti, legati alla crisi economica e alle sciagurate politiche di tagli imposti da Tremonti e Berlusconi, in modo più sereno, consapevoli che Barletta è una città sana e forte, con grandissime potenzialità di sviluppo che attendono solo una congiuntura favorevole per esplodere. Io sono loro grato e sono sicuro che la stessa città lo è. É solo un esempio. Non vado oltre, per evitare di alimentare un dibattito tutto maschile che risulti, credo, offensivo nei confronti delle donne stesse. Esse non meritano, a mio modo di vedere, di essere tirate in ballo strumentalmente in un tema così miope da poter risultare loro maschilista».
«In definitiva, anche se in questa Giunta non vi sono esponenti donne, abbiamo certo favorito "complessivamente" la presenza femminile nell'Ente, così come indicato dallo Statuto. Ci tengo però a precisare alcune cose. Sin dal primo anno ho lasciato assoluta libertà, nella scelta dei membri delle varie giunte comunali, ai partiti che sostengono la mia amministrazione, senza mai imporne il sesso. É stata, in passato, garantita la presenza femminile non per una questione di "quote rosa" ma per un naturale senso di proposta del meglio che i singoli partiti potessero offrire a seconda delle disponibilità delle singole persone ad assumere incarichi, coniugando tra loro valutazioni politiche, tecniche e professionali. In quei casi ero stato orgoglioso che il Centro-Sinistra avesse scelto delle donne. Questa volta i partiti, animati da donne e uomini, dopo lunghe e difficili valutazioni hanno ritenuto di segnalare e suggerire diversamente e oggi la mia Giunta gode della mia piena fiducia e soddisfazione e sta già lavorando al meglio per la città, nonostante io stesso avrei desiderato che vi fosse, all'interno, una rappresentanza femminile. Così però non è stato e, nella salvaguardia delle regole democratiche elementari, ne ho preso atto. La Puglia per Vendola ha ragione da vendere nel criticare questa questione e sopratutto, e mi duole dirlo, il Partito Democratico, il mio partito. Sono convinto che La Puglia per Vendola avrebbe portato quelle istanze in un eventuale dibattito che l'avesse vista giocare da protagonista. Ma oggi, purtroppo, non è rappresentata in Consiglio Comunale; non per sue colpe ma semplicemente perchè costituitasi, come formazione politica, solo durante le ultime elezioni regionali. Ecco perchè spero che un apporto sano, costruttivo e non strumentale possa arrivare, a partire da domani, dai suoi rappresentanti politici territoriali, affinché il mio mandato possa, in questi ultimi mesi, essere messo nelle condizioni, con l'aiuto di tutti, di lavorare al Bene della città. Tutti dobbiamo metterci in testa che è finito il tempo delle divisioni e delle fratture interne o delle correnti autoreferenziali. La Politica deve dare risposte diverse, propositive e non distruttive. Barletta se lo merita se non vogliamo consegnare la città in mano alle destre. Noi del Centro-Sinistra abbiamo il dovere, ora più che mai, di dialogare tra noi con maturità e responsabilità e dobbiamo dimostrare la nostra credibilità partendo immediatamente dalle tante buone cose che la mia amministrazione ha saputo fare in questi anni. Chi grida allo sfascio ho timore che non voglia il Bene di Barletta e aspiri, invece, a sfasciare».
«Dimostriamo il contrario, una volta per tutte, e cominciamo a farlo a partire dal mio partito, il Partito Democratico, che deve darsi, oggi più di ieri, la missione di coagulare e includere le istanze migliori del progressismo cittadino, a partire da quanti oggi non sono rappresentati nel Consiglio Comunale. Sono sicuro che Franco Caputo, attuale Segretario cittadino del PD, saprà nei prossimi mesi rappresentare al meglio quelle istanze. Pluralismo e Democrazia, questa è la via»