«Ma che aria respiriamo a Barletta?»
Gli interrogativi dell'avvocato Michele Cianci, presidente del comitato Operazione aria pulita Bat
martedì 3 luglio 2018
«Sig. Sindaco, ma che aria respiriamo?». È l'interrogativo che si pone avvocato Michele Cianci, presidente del comitato Operazione aria pulita Bat, rivolgendosi al neo sindaco Cosimo Cannito. «Vi sono delle emergenze nella nostra città - prosegue Cianci - che non possono essere trascurate oltre, a prescindere dalle sterili logiche politiche. Ci rivolgiamo al Sindaco, sia in qualità di primo cittadino, massima autorità sanitaria, sia in qualità di assessore all'ambiente.
Vi è assoluta necessità di definire l'opera del sottopasso di via Andria per risolvere definitivamente l'inquinamento delle polveri sottili di via Andria, proprio in luogo ad alta sensibilità ambientale per la presenza della Cementeria, determinando interminabile file e code di automezzi, in attesa che si alzi, finalmente, il passaggio a livello, nonché scateneando l'imprudenza dei pedoni che azzardano l'attraversamento con le sbarre abbassate. Ma quante vittime si devono ancora contare oltre a quelle già esistite? Diverse perplessità sono emerse in consiglio comunale a proposito della transazione fatta dal comune di Barletta per i vizi della procedura espropriativa, stringendo la sede viaria primaria del sottopasso per allargare con suolo pubblico i piazzi della ditta Messina, con il rischio che gli autobus o i pedoni non potranno impegnare più via Andria? Eppure già a dicembre 2012 RFI approvava il progetto definitivo dell'opera pubblica e venivano occupate d'urgenza tutte le aree necessarie nonché apposta la segnaletica gialla della viabilità alternativa, oggi in piena vista. Ma perché non iniziano i lavori?
Fra i tanti interrogativi che oggi attanagliano l'opera forti perplessità sorgono in tema sia di rispetto della falda fortemente contaminata e sia di una valida procedura espropriativa per il notevole tempo intercorso? A saperlo... Noi diciamo BASTA! E ora di preoccuparsi seriamente dei problemi derivanti dal grave traffico veicolare cittadino, in quanto gli ultimi studi hanno dimostrato come le polveri sottili e lo smog possono favorire malattie neurodegenerative. Uno studio condotto ad Umea, in Svezia, dalla dottoressa Anna Oudin ed altri, mostra una correlazione tra l'esposizione all'inquinamento atmosferico e la frequenza della demenza (Alzheimer, disturbi vascolari etc.) e il deterioramento delle funzioni cognitive negli anziani. La ricerca si è basata su un profilo sanitario (campioni di sangue, pressione arteriosa, valutazioni sensoriali etc.) e su una valutazione cognitiva dei partecipanti, con una ampia gamma di processi e sistemi di memoria, seguiti per un periodo di 15 anni. E' stato riscontrato che 302 dei 1806 partecipanti erano affetti da morbo di Alzheimer o da malattia vascolare, e che la frequenza di pazienti affetti da tali malattie, aumentava proporzionalmente alla concentrazione nell'aria di ossido di azoto, uno dei principali inquinanti atmosferici. Un altro studio, condotto negli USA dalla dottoressa Melinda C. Power, ha analizzato l'impatto delle concentrazioni di nerofumo, legato al traffico veicolare, sulle funzioni cognitive. La ricerca si è basata sull'analisi di 680 uomini che avevano effettuato in modo regolare 7 test cognitivi per un periodo di 11 anni, con valutazione di una serie di aree: attenzione, memoria, funzioni esecutive, linguaggio, capacità visivo - motorie, etc. Come risultato, l'esposizione al nerofumo è associata in misura significativa con il rischio di punteggi deboli nei test cognitivi. Gli effetti nocivi dell'inquinamento atmosferico legato al traffico possono essere spiegati con due meccanismi biologici. Le polveri sottili (PM 2,5) sono di dimensioni talmente minime da essere in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e causare la traslocazione nel cervello, provocando infiammazione dei neuroni e stress ossidativo. Inoltre, le polveri sottili correlate al traffico esercitano effetti indiretti sulle funzioni cognitive, attraverso le conseguenze a danno della salute cardiovascolare. I veleni delle città penetrano anche tra neuroni e sinapsi; è la scoperta di ricercatori dell'Università di Lancaster, dimostrata sulla rivista scientifica Pnas. Particolato ultrafine di magnetite, un ossido di ferro, prodotto dal traffico e dagli impianti di generazione di energia, è legato anche all'Alzheimer. Gli studiosi, hanno preso in esame il tessuto cerebrale di 37 persone; fra questi, 29 vivevano a Città del Messico, uno dei centri urbani più inquinati al mondo e avevano fra 3 e gli 85 anni, le altre 8 provenivano da Manchester, tra i 62-92 anni. Fra loro, molte erano decedute a causa di malattie neurodegenerative.
Tutti contenevano grandi quantità di nano-particelle di ossidi di ferro, della stessa forma sferica di quelle che si creano con la combustione ed in misura minore tracce di altri metalli, come il platino, contenuti nelle marmitte catalitiche. Barbara Maher, autrice principale della ricerca, ha espresso preoccupazione ed aveva identificato in un precedente test particelle inquinanti sui capelli di persone che si trovavano in strade molto trafficate di Lancaster. L'analisi del tessuto cerebrale, ha dimostrato particelle distribuite fra le cellule e si trovano milioni di particelle in un singolo grammo di tessuto. Si tratta di particolato ultrafine che viene prodotto dal traffico, soprattutto dai motori Diesel, dagli impianti di produzione di energia e dagli inceneritori, ha spiegato il dottor Ernesto Burgio, Presidente del Comitato Scientifico di ISDE (Associazione Medici per l'ambiente). Queste particelle, ha proseguito il dottor Burgio, possono spostarsi per decine di chilometri e sono talmente sottili da riuscire a superare tutte le barriere biologiche: la membrana cellulare, che ha una funzione di protezione del tessuto cerebrale dagli elementi nocivi, interferendo sulla espressione del Dna, ma anche la placenta, influendo sulla programmazione genetica del feto e potendo causare disturbi del neurosviluppo, patologie di tipo immunologico e secondo alcuni studi, anche tumori.
Restiamo in attesa di risposte immediate e concrete» conclude Cianci.
Vi è assoluta necessità di definire l'opera del sottopasso di via Andria per risolvere definitivamente l'inquinamento delle polveri sottili di via Andria, proprio in luogo ad alta sensibilità ambientale per la presenza della Cementeria, determinando interminabile file e code di automezzi, in attesa che si alzi, finalmente, il passaggio a livello, nonché scateneando l'imprudenza dei pedoni che azzardano l'attraversamento con le sbarre abbassate. Ma quante vittime si devono ancora contare oltre a quelle già esistite? Diverse perplessità sono emerse in consiglio comunale a proposito della transazione fatta dal comune di Barletta per i vizi della procedura espropriativa, stringendo la sede viaria primaria del sottopasso per allargare con suolo pubblico i piazzi della ditta Messina, con il rischio che gli autobus o i pedoni non potranno impegnare più via Andria? Eppure già a dicembre 2012 RFI approvava il progetto definitivo dell'opera pubblica e venivano occupate d'urgenza tutte le aree necessarie nonché apposta la segnaletica gialla della viabilità alternativa, oggi in piena vista. Ma perché non iniziano i lavori?
Fra i tanti interrogativi che oggi attanagliano l'opera forti perplessità sorgono in tema sia di rispetto della falda fortemente contaminata e sia di una valida procedura espropriativa per il notevole tempo intercorso? A saperlo... Noi diciamo BASTA! E ora di preoccuparsi seriamente dei problemi derivanti dal grave traffico veicolare cittadino, in quanto gli ultimi studi hanno dimostrato come le polveri sottili e lo smog possono favorire malattie neurodegenerative. Uno studio condotto ad Umea, in Svezia, dalla dottoressa Anna Oudin ed altri, mostra una correlazione tra l'esposizione all'inquinamento atmosferico e la frequenza della demenza (Alzheimer, disturbi vascolari etc.) e il deterioramento delle funzioni cognitive negli anziani. La ricerca si è basata su un profilo sanitario (campioni di sangue, pressione arteriosa, valutazioni sensoriali etc.) e su una valutazione cognitiva dei partecipanti, con una ampia gamma di processi e sistemi di memoria, seguiti per un periodo di 15 anni. E' stato riscontrato che 302 dei 1806 partecipanti erano affetti da morbo di Alzheimer o da malattia vascolare, e che la frequenza di pazienti affetti da tali malattie, aumentava proporzionalmente alla concentrazione nell'aria di ossido di azoto, uno dei principali inquinanti atmosferici. Un altro studio, condotto negli USA dalla dottoressa Melinda C. Power, ha analizzato l'impatto delle concentrazioni di nerofumo, legato al traffico veicolare, sulle funzioni cognitive. La ricerca si è basata sull'analisi di 680 uomini che avevano effettuato in modo regolare 7 test cognitivi per un periodo di 11 anni, con valutazione di una serie di aree: attenzione, memoria, funzioni esecutive, linguaggio, capacità visivo - motorie, etc. Come risultato, l'esposizione al nerofumo è associata in misura significativa con il rischio di punteggi deboli nei test cognitivi. Gli effetti nocivi dell'inquinamento atmosferico legato al traffico possono essere spiegati con due meccanismi biologici. Le polveri sottili (PM 2,5) sono di dimensioni talmente minime da essere in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e causare la traslocazione nel cervello, provocando infiammazione dei neuroni e stress ossidativo. Inoltre, le polveri sottili correlate al traffico esercitano effetti indiretti sulle funzioni cognitive, attraverso le conseguenze a danno della salute cardiovascolare. I veleni delle città penetrano anche tra neuroni e sinapsi; è la scoperta di ricercatori dell'Università di Lancaster, dimostrata sulla rivista scientifica Pnas. Particolato ultrafine di magnetite, un ossido di ferro, prodotto dal traffico e dagli impianti di generazione di energia, è legato anche all'Alzheimer. Gli studiosi, hanno preso in esame il tessuto cerebrale di 37 persone; fra questi, 29 vivevano a Città del Messico, uno dei centri urbani più inquinati al mondo e avevano fra 3 e gli 85 anni, le altre 8 provenivano da Manchester, tra i 62-92 anni. Fra loro, molte erano decedute a causa di malattie neurodegenerative.
Tutti contenevano grandi quantità di nano-particelle di ossidi di ferro, della stessa forma sferica di quelle che si creano con la combustione ed in misura minore tracce di altri metalli, come il platino, contenuti nelle marmitte catalitiche. Barbara Maher, autrice principale della ricerca, ha espresso preoccupazione ed aveva identificato in un precedente test particelle inquinanti sui capelli di persone che si trovavano in strade molto trafficate di Lancaster. L'analisi del tessuto cerebrale, ha dimostrato particelle distribuite fra le cellule e si trovano milioni di particelle in un singolo grammo di tessuto. Si tratta di particolato ultrafine che viene prodotto dal traffico, soprattutto dai motori Diesel, dagli impianti di produzione di energia e dagli inceneritori, ha spiegato il dottor Ernesto Burgio, Presidente del Comitato Scientifico di ISDE (Associazione Medici per l'ambiente). Queste particelle, ha proseguito il dottor Burgio, possono spostarsi per decine di chilometri e sono talmente sottili da riuscire a superare tutte le barriere biologiche: la membrana cellulare, che ha una funzione di protezione del tessuto cerebrale dagli elementi nocivi, interferendo sulla espressione del Dna, ma anche la placenta, influendo sulla programmazione genetica del feto e potendo causare disturbi del neurosviluppo, patologie di tipo immunologico e secondo alcuni studi, anche tumori.
Restiamo in attesa di risposte immediate e concrete» conclude Cianci.