Luigi Pannarale: «La Bar.S.A. è diventata patrimonio dell'intera città»
La lunga lettera di commiato dell'ex presidente della società
martedì 30 giugno 2015
Rivolgendosi al nuovo amministratore della Bar.S.A. e al sindaco di Barletta Pasquale Cascella, presenta il suo commiato Luigi Pannarale, ricapitolando la storia della società fino agli giorni e porgendo il suo augurio di buon lavoro ai nuovi vertici. «Con l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2014, si è conclusa la mia esperienza di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Barsa s.p.a., dopo quasi un triennio di attività. Ringrazio il Sindaco di Barletta, che con la fiducia accordatami, mi ha consentito di ricoprire questo ruolo per me estremamente stimolante per completare la mia già ricca esperienza maturata come avvocato, come studioso, come assessore comunale (negli ormai lontani anni 1994-1995) nel settore dell'igiene urbana e nelle problematiche relative alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma anche alla loro differenziazione, alla loro riduzione e al loro riuso.
Sono stati anni cruciali nella vita della Società, perché abbiamo dovuto completare la difficile opera di risanamento iniziata nel triennio precedente, azzerando il contenzioso con alcuni dipendenti ed ex dipendenti, causato da scelte operate da precedenti gestioni soprattutto attraverso un uso spesso illegittimo (e forse disinvolto) dei contratti a termine e del c.d. "lavoro interinale". Molti ritengono che ci vuol poco a raggiungere il pareggio di bilancio per una società che vive di finanziamenti pubblici e che ha come unica o principale committente un'Amministrazione comunale. Ma la cosa appare sicuramente più difficile se, oltre ai conti in ordine, la società si impegna a fornire prestazioni efficienti a costi estremamente competitivi non soltanto rispetto al panorama meridionale, bensì pure rispetto alle medie nazionali e ad alcune realtà tra le più "virtuose" delle regioni settentrionali.
Nel corso del nostro mandato abbiamo anche evidenziato e poi, insieme all'Amministrazione comunale, portato a termine un difficile processo di risistemazione degli assetti societari, innanzitutto evidenziando l'impossibilità del socio privato di continuare a far parte di Barsa, a causa della perdita dei requisiti che ne avevano determinato l'ingresso e, conseguentemente, attraverso l'acquisizione delle sue azioni da parte della stessa Amministrazione comunale, così avviando la trasformazione della società in una società in house con tutti i conseguenti vantaggi che tale nuova identità consentirà non solo nei rapporti con il Comune di Barletta, ma anche con gli altri Enti pubblici, che con sempre maggiore attenzione guardano ormai alla Barsa e che forse potranno diventarne anche soci.
Ma è evidente che questo triennio lascerà comunque un segno incancellabile nella storia della Barsa per i risultati raggiunti nella raccolta differenziata attraverso l'introduzione del metodo "porta a porta". Quando sono stato nominato alla guida della società, Barletta era ferma ad un triste 20% nella raccolta differenziata, con punte che non superavano mai il 23%. Molti sembravano convinti che in una città come la nostra fosse impossibile modificare questo risultato e che era velleitario ogni tentativo al riguardo. Il 2014 è stato l'anno del "miracolo": nel giro di pochi mesi Barletta è diventata un caso di scuola ormai sotto i riflettori della stampa, degli esperti e delle amministrazioni pubbliche e private per la rapidità con la quale è riuscita ad attestarsi su livelli di raccolta differenziata che ormai superano costantemente il 73%. Se avessimo dovuto continuare a conferire in discarica l'80% dei rifiuti in questo periodo emergenziale, probabilmente le casse comunali avrebbero rischiato il tracollo! Non è stato facile, come oggi forse può sembrare: un tale risultato è stato possibile grazie alla competenza ed alla caparbietà del nostro Direttore Generale, dei nostri Dirigenti, delle nostre "prime linee", ma anche di tutti i dipendenti della Barsa, degli operai in particolare, che hanno incominciato ad essere orgogliosi di partecipare a questa realtà imprenditoriale e si sono prodigati ben oltre quanto potesse essere preteso anche dal più diligente dei dipendenti.
Anche la Città ha capito ed ha risposto nel modo migliore. Grazie ad una intensa campagna di comunicazione, alle innumerevoli assemblee pubbliche ed al coinvolgimento degli insegnanti e degli studenti di ogni ordine e grado (alcuni forse ricorderanno ancora la splendida iniziativa di "Capitan Eco" e il concorso di idee "Differenziati e ricicla"), la stragrande maggioranza dei cittadini ha potuto condividere la sfida e comprenderne le finalità, non solo economiche, ma soprattutto ambientali, sociali e culturali. Per giorni, entrando nei bar e nei centri di aggregazione cittadini non si sentiva parlare di altro che di raccolta differenziata; persino gli eventi calcistici risultavano completamente oscurati! Insomma la Barsa non è più considerata un soggetto estraneo, ostile, inefficiente, un carrozzone politico che pesa sulle tasche dei cittadini onesti che pagano le tasse, ma è ormai sentita come un patrimonio della intera Città, qualcosa di cui essere orgogliosi, un bene comune da salvaguardare e da amare.
Questi traguardi non ci devono, tuttavia, far distogliere lo sguardo anche da altri importanti aspetti della nostra società, che si caratterizza come una multiservice. Barsa non è solo igiene ed ambiente, ma anche molte altre cose. Ha formato al suo interno professionalità di eccellenza nel settore delle manutenzioni, del verde, dell'impiantistica, che non vanno disperse e che costituiscono importanti e imprescindibili sinergie con il settore "ambiente" e consentono economie di scala indispensabili soprattutto in un momento in cui i tagli alla spesa pubblica devono indurre alla massima razionalizzazione possibile dei costi e dei ricavi. Barsa anche nel settore del c.d. "global" ha raggiunto standard di efficienza e di efficacia degli interventi non comuni, che garantiscono la qualità dei servizi prestati, ma anche elevatissimi livelli di sicurezza per i lavoratori (un bene prezioso e irrinunciabile soprattutto nella nostra città, martoriata dagli incidenti sul lavoro).
Concludo con un ringraziamento a tutti quelli che in questi anni mi sono stati al fianco e hanno condiviso con me gioie, dubbi, fatiche: i miei Colleghi del Consiglio di Amministrazione, nel quale abbiamo sempre raggiunto l'unanimità nelle decisioni assunte; il Collegio Sindacale, attento e puntuale nell'esercizio delle proprie funzioni; il Direttore Generale, che ha saputo mostrare non solo competenza, ma anche grande sensibilità e umanità; i Dirigenti ed i Quadri, insieme a tutti i Dipendenti, che hanno mostrato professionalità, attaccamento all'azienda e senso della cosa pubblica. Auguro a questi ultimi e al nuovo Amministratore unico di poter proseguire nel cammino intrapreso. Molto c'è ancora da fare, tanto ancora da migliorare, ma sono sicuro che sapranno farlo al meglio».
Sono stati anni cruciali nella vita della Società, perché abbiamo dovuto completare la difficile opera di risanamento iniziata nel triennio precedente, azzerando il contenzioso con alcuni dipendenti ed ex dipendenti, causato da scelte operate da precedenti gestioni soprattutto attraverso un uso spesso illegittimo (e forse disinvolto) dei contratti a termine e del c.d. "lavoro interinale". Molti ritengono che ci vuol poco a raggiungere il pareggio di bilancio per una società che vive di finanziamenti pubblici e che ha come unica o principale committente un'Amministrazione comunale. Ma la cosa appare sicuramente più difficile se, oltre ai conti in ordine, la società si impegna a fornire prestazioni efficienti a costi estremamente competitivi non soltanto rispetto al panorama meridionale, bensì pure rispetto alle medie nazionali e ad alcune realtà tra le più "virtuose" delle regioni settentrionali.
Nel corso del nostro mandato abbiamo anche evidenziato e poi, insieme all'Amministrazione comunale, portato a termine un difficile processo di risistemazione degli assetti societari, innanzitutto evidenziando l'impossibilità del socio privato di continuare a far parte di Barsa, a causa della perdita dei requisiti che ne avevano determinato l'ingresso e, conseguentemente, attraverso l'acquisizione delle sue azioni da parte della stessa Amministrazione comunale, così avviando la trasformazione della società in una società in house con tutti i conseguenti vantaggi che tale nuova identità consentirà non solo nei rapporti con il Comune di Barletta, ma anche con gli altri Enti pubblici, che con sempre maggiore attenzione guardano ormai alla Barsa e che forse potranno diventarne anche soci.
Ma è evidente che questo triennio lascerà comunque un segno incancellabile nella storia della Barsa per i risultati raggiunti nella raccolta differenziata attraverso l'introduzione del metodo "porta a porta". Quando sono stato nominato alla guida della società, Barletta era ferma ad un triste 20% nella raccolta differenziata, con punte che non superavano mai il 23%. Molti sembravano convinti che in una città come la nostra fosse impossibile modificare questo risultato e che era velleitario ogni tentativo al riguardo. Il 2014 è stato l'anno del "miracolo": nel giro di pochi mesi Barletta è diventata un caso di scuola ormai sotto i riflettori della stampa, degli esperti e delle amministrazioni pubbliche e private per la rapidità con la quale è riuscita ad attestarsi su livelli di raccolta differenziata che ormai superano costantemente il 73%. Se avessimo dovuto continuare a conferire in discarica l'80% dei rifiuti in questo periodo emergenziale, probabilmente le casse comunali avrebbero rischiato il tracollo! Non è stato facile, come oggi forse può sembrare: un tale risultato è stato possibile grazie alla competenza ed alla caparbietà del nostro Direttore Generale, dei nostri Dirigenti, delle nostre "prime linee", ma anche di tutti i dipendenti della Barsa, degli operai in particolare, che hanno incominciato ad essere orgogliosi di partecipare a questa realtà imprenditoriale e si sono prodigati ben oltre quanto potesse essere preteso anche dal più diligente dei dipendenti.
Anche la Città ha capito ed ha risposto nel modo migliore. Grazie ad una intensa campagna di comunicazione, alle innumerevoli assemblee pubbliche ed al coinvolgimento degli insegnanti e degli studenti di ogni ordine e grado (alcuni forse ricorderanno ancora la splendida iniziativa di "Capitan Eco" e il concorso di idee "Differenziati e ricicla"), la stragrande maggioranza dei cittadini ha potuto condividere la sfida e comprenderne le finalità, non solo economiche, ma soprattutto ambientali, sociali e culturali. Per giorni, entrando nei bar e nei centri di aggregazione cittadini non si sentiva parlare di altro che di raccolta differenziata; persino gli eventi calcistici risultavano completamente oscurati! Insomma la Barsa non è più considerata un soggetto estraneo, ostile, inefficiente, un carrozzone politico che pesa sulle tasche dei cittadini onesti che pagano le tasse, ma è ormai sentita come un patrimonio della intera Città, qualcosa di cui essere orgogliosi, un bene comune da salvaguardare e da amare.
Questi traguardi non ci devono, tuttavia, far distogliere lo sguardo anche da altri importanti aspetti della nostra società, che si caratterizza come una multiservice. Barsa non è solo igiene ed ambiente, ma anche molte altre cose. Ha formato al suo interno professionalità di eccellenza nel settore delle manutenzioni, del verde, dell'impiantistica, che non vanno disperse e che costituiscono importanti e imprescindibili sinergie con il settore "ambiente" e consentono economie di scala indispensabili soprattutto in un momento in cui i tagli alla spesa pubblica devono indurre alla massima razionalizzazione possibile dei costi e dei ricavi. Barsa anche nel settore del c.d. "global" ha raggiunto standard di efficienza e di efficacia degli interventi non comuni, che garantiscono la qualità dei servizi prestati, ma anche elevatissimi livelli di sicurezza per i lavoratori (un bene prezioso e irrinunciabile soprattutto nella nostra città, martoriata dagli incidenti sul lavoro).
Concludo con un ringraziamento a tutti quelli che in questi anni mi sono stati al fianco e hanno condiviso con me gioie, dubbi, fatiche: i miei Colleghi del Consiglio di Amministrazione, nel quale abbiamo sempre raggiunto l'unanimità nelle decisioni assunte; il Collegio Sindacale, attento e puntuale nell'esercizio delle proprie funzioni; il Direttore Generale, che ha saputo mostrare non solo competenza, ma anche grande sensibilità e umanità; i Dirigenti ed i Quadri, insieme a tutti i Dipendenti, che hanno mostrato professionalità, attaccamento all'azienda e senso della cosa pubblica. Auguro a questi ultimi e al nuovo Amministratore unico di poter proseguire nel cammino intrapreso. Molto c'è ancora da fare, tanto ancora da migliorare, ma sono sicuro che sapranno farlo al meglio».