Ludopatia: in rovina un matrimonio su dieci
E’ boom tra gli adolescenti, molti delinquono per i gratta e vinci
martedì 15 ottobre 2013
E' in forte crescita l'incidenza dell'azzardo sulle crisi coniugali, secondo gli ultimi aggiornamenti di dati sul territorio italiano circa una famiglia su dieci è dilaniata dal gioco patologico. L'esplosiva fusione tra crisi economica, aumento della disoccupazione e insoddisfazioni, favorisce l'esposizione alla dipendenza dall'azzardo che in maniera vorticosa coinvolge anche l'insospettabile Barletta. Il proliferare inoltre di installazioni del gioco maniacale in luoghi sino a qualche tempo fa ludo-vergini, tra cui giornalai, bar o tabacchini, semplicizza ulteriormente l'approccio al gioco. Il fenomeno colpisce a raggiera qualsiasi target, ma sempre più numerosi sono i giovani tra i 13 e i 17 anni che si affacciano per la prima volta a slot e gratta e vinci con smisuratezza e spontaneità allarmanti, molto spesso perché circondati da adulti a loro volta vittime del GAP.
In crescita anche il numero delle segnalazioni per giovani coinvolti in piccoli furti domestici o a danni di parenti e amici, stando alle statistiche la maggior parte dei furtarelli sarebbe finalizzata alla ricerca di liquidità da reinvestire nell'azzardo. Secondo gli ultimi dati Agicos, in Italia il gioco produce complessivamente un volume di affari pari a 80 miliardi di euro, corrispondente al 4 % del Pil, secondo solo al Regno Unito. Secondo l'Oms, circa il 3 % della popolazione italiana sarebbe ludopatica. L'increscioso aumento negli ultimi anni sarebbe dovuto alla diffusione del gioco on line, che favorisce il giocatore compulsivo nell'alterazione dei ritmi biologicamente stabiliti, è infatti possibile ormai avere accesso ai giochi anche dal computer di casa, di giorno o nottetempo. La concussione di tali presupposti va a danneggiare nella stragrande maggioranza dei casi la normalità della convivenza familiare, contribuendo quindi all'aumento del numero delle separazioni.
Sicuramente un riadeguamento delle normative italiane, potrebbe contribuire ad arginare il fenomeno, già negli ultimi mesi il decreto Balduzzi, ha trovato riscontri positivi, con l'effettivo riconoscimento della ludopatia come una delle patologie inserite nella Lea, ha garantito inoltre una maggior consapevolezza e allerta, nonostante il lascito del governo Monti, delle 1000 licenze per l'apertura di agenzie di scommesse. La necessità di sanzioni severe per chi non rispetti le leggi, dell'aumento dell'età minima da gioco, congiuntamente alla determinazione di tetti massimi di giocata, potrebbero sicuramente rientrare tra le riforme da applicare con urgenza. Inoltre un'opportuna campagna preventiva, che prenda piede a partire dalla scuole, porterebbe alla costruzione di modelli e stili di vita, lontani dal contagio di un morbo devitalizzante e dai suoi effetti collaterali.
In crescita anche il numero delle segnalazioni per giovani coinvolti in piccoli furti domestici o a danni di parenti e amici, stando alle statistiche la maggior parte dei furtarelli sarebbe finalizzata alla ricerca di liquidità da reinvestire nell'azzardo. Secondo gli ultimi dati Agicos, in Italia il gioco produce complessivamente un volume di affari pari a 80 miliardi di euro, corrispondente al 4 % del Pil, secondo solo al Regno Unito. Secondo l'Oms, circa il 3 % della popolazione italiana sarebbe ludopatica. L'increscioso aumento negli ultimi anni sarebbe dovuto alla diffusione del gioco on line, che favorisce il giocatore compulsivo nell'alterazione dei ritmi biologicamente stabiliti, è infatti possibile ormai avere accesso ai giochi anche dal computer di casa, di giorno o nottetempo. La concussione di tali presupposti va a danneggiare nella stragrande maggioranza dei casi la normalità della convivenza familiare, contribuendo quindi all'aumento del numero delle separazioni.
Sicuramente un riadeguamento delle normative italiane, potrebbe contribuire ad arginare il fenomeno, già negli ultimi mesi il decreto Balduzzi, ha trovato riscontri positivi, con l'effettivo riconoscimento della ludopatia come una delle patologie inserite nella Lea, ha garantito inoltre una maggior consapevolezza e allerta, nonostante il lascito del governo Monti, delle 1000 licenze per l'apertura di agenzie di scommesse. La necessità di sanzioni severe per chi non rispetti le leggi, dell'aumento dell'età minima da gioco, congiuntamente alla determinazione di tetti massimi di giocata, potrebbero sicuramente rientrare tra le riforme da applicare con urgenza. Inoltre un'opportuna campagna preventiva, che prenda piede a partire dalla scuole, porterebbe alla costruzione di modelli e stili di vita, lontani dal contagio di un morbo devitalizzante e dai suoi effetti collaterali.