Litoranee di Barletta, tra resti di antiche strutture e indifferenza
Pesanti criticità che segnano degrado, incuria e talvolta forti illegalità. Assoluto bisogno di coerenza
martedì 29 maggio 2012
"Come salvaguardare e promuovere il centro storico e le litoranee di Barletta". Su questi argomenti si è consumata qualche giorno fa un'affollatissima conferenza di servizi che ha visto la partecipazione di 4 Assessori con i rispettivi Dirigenti, oltre ai delegati della Barsa.
Pulizia, spazzamento delle strade, raccolta rifiuti, controlli, servizi igienici sulle spiagge, accessi per i disabili, segnaletica stradale, ecc. Temi vecchi come il cucù riconducibili essenzialmente alla carenza di coordinamento ed alla scarsa efficienza dei vari Settori comunali preposti a certe funzioni: le manutenzioni, l'attività di controllo, i servizi, la Barsa. Quell'ordinaria amministrazione che stranamente dalle nostre parti assume connotati di "straordinarietà". Tutto ciò nonostante i generosissimi stipendi dei Dirigenti, super pagati e per di più abbondantemente premiati. Come si dice in questi casi: tanto fumo e poco arrosto.
Ci si ritrova peraltro davanti all'ennesima interpretazione "parziale e discriminatoria" degli obiettivi amministrativi e dei bisogni delle persone che a guardar bene dovrebbero riguardare la qualità della vita dell'intera Città. Quelle attenzioni che andrebbero praticate indistintamente sull'intero territorio a beneficio di tutti i cittadini, compresi quelli meno fortunati che abitano e vivono le periferie. Così i nostri solerti amministratori mentre prevedono pulizie eccezionali e "lavaggi a pressione" per le zone del centro dimenticano (o forse non sanno) che le strade di periferia, a parità di tassazione, continuano ad essere spazzate 6 giorni su 7, solo per fare un esempio. Sul controllo e sulla vigilanza delle periferie, considerate evidentemente "zone franche" meglio tacere. Ci si dimentica inoltre di un'altra vera Città: Canne della Battaglia, autentica cenerentola per questa Amministrazione dimenticata in tutte le stagioni, estate compresa.
Ma a parte certe doglianze più che legittime, al centro storico e soprattutto alle litoranee, dato l'approssimarsi del caldo, siamo un po' tutti affezionati. Piuttosto che lasciarsi andare ad iniziative che sanno molto di inutile propaganda, sarebbe forse più opportuno occuparsi di questioni strutturali ben più rilevanti. Il Piano delle Coste (argomento di stretta attualità) potrebbe costituire, ad esempio, una grande occasione per ragionare anche di infrastrutture pubbliche sulle litoranee (parcheggi, potenziamento della viabilità, controllo degli scarichi a mare, ecc.) e di una adeguata politica di tutela del paesaggio e degli spazi pubblici. Ma riprendendo le questioni di "ordinaria amministrazione", a guardar bene, ci sarebbe ben altro di cui occuparsi: le delimitazioni degli stabilimenti che avrebbero dovuto assicurare la "vista mare" si sono rivelate delle autentiche barriere. Recinzioni in molti casi realizzate con massicce staccionate in legno che ricordano tanto la filmografia dei western all'italiana. O ancora, gli spazi occupati con strutture precarie "amovibili", su aree demaniali e comunali, che anno dopo anno si ampliano a vista d'occhio come taluni locali per la ristorazione (si fa per dire !) esistenti all'imboccatura del porto o a all'inizio della litoranea di levante. Strutture orrende in ferro o nei casi più raffinati in legno, che limitano e impediscono la visione di bellissimi squarci di paesaggio verso il mare di cui probabilmente si è persa la memoria.
Altro punto di "eccellenza" sono certamente i resti delle strutture di "archeologia della ristorazione precaria" risalenti agli anni '60. Un ammasso di baracche in ferro e lamiere arrugginite sul lato destro della litoranea di levante abbandonate da decenni. Manufatti orrendi sicuramente frequentati da animali non certo domestici, che offendono il decoro di una delle zone più frequentate dai barlettani con gravi rischi per la salute di passanti, residenti ed operatori economici.
Uno scempio che avanza nell'indifferenza generale di tanti autorevoli Enti Pubblici (Amministrazione Comunale, Demanio, Capitaneria, AUSL, Soprintendenza, ecc.) che avrebbero importanti prerogative in materia di controllo del territorio e di tutela e salvaguardia del paesaggio. Su queste pesanti criticità, che segnano degrado, incuria e talvolta forti illegalità, urgono interventi seri e determinati a partire dall'Amministrazione Comunale.
Dal turismo, quello vero, ci si aspetta tanto. Ma a parte gli apprezzabili sforzi dei volenterosi neo- Assessori c'è bisogno di scelte politiche e azioni amministrative ben più coraggiose e profonde, che di fatto costituiscono pre-condizione essenziale e imprescindibile per far crescere, accanto ad una migliore vivibilità, la capacità attrattiva del nostro territorio.
Tenuto conto delle irrisolte carenze di programmazione e visti i bilanci approvati per il terzo anno oramai in piena estate, continuare a sperperare risorse per inutili e dispendiose iniziative culturali o di pseudo promozione del territorio come l'immancabile baldoria dell'estate barlettana o le mostre d'arte di "seconda classe" alle quali si aggiungerebbe la famigerata "Disfida di Barletta" di cui sembra non esserci certezza, nelle condizioni date tutto ciò serve ben poco. Vi è assoluto bisogno di recuperare la necessaria organicità, coerenza e vigore dell'azione amministrativa per determinare appropriate condizioni per lo sviluppo turistico, e soprattutto occorrerebbe un chiaro impegno per scongiurare che approssimazione, precarietà e illegalità deturpino irrimediabilmente la nostra vera ricchezza: la naturale bellezza di Barletta.
Pulizia, spazzamento delle strade, raccolta rifiuti, controlli, servizi igienici sulle spiagge, accessi per i disabili, segnaletica stradale, ecc. Temi vecchi come il cucù riconducibili essenzialmente alla carenza di coordinamento ed alla scarsa efficienza dei vari Settori comunali preposti a certe funzioni: le manutenzioni, l'attività di controllo, i servizi, la Barsa. Quell'ordinaria amministrazione che stranamente dalle nostre parti assume connotati di "straordinarietà". Tutto ciò nonostante i generosissimi stipendi dei Dirigenti, super pagati e per di più abbondantemente premiati. Come si dice in questi casi: tanto fumo e poco arrosto.
Ci si ritrova peraltro davanti all'ennesima interpretazione "parziale e discriminatoria" degli obiettivi amministrativi e dei bisogni delle persone che a guardar bene dovrebbero riguardare la qualità della vita dell'intera Città. Quelle attenzioni che andrebbero praticate indistintamente sull'intero territorio a beneficio di tutti i cittadini, compresi quelli meno fortunati che abitano e vivono le periferie. Così i nostri solerti amministratori mentre prevedono pulizie eccezionali e "lavaggi a pressione" per le zone del centro dimenticano (o forse non sanno) che le strade di periferia, a parità di tassazione, continuano ad essere spazzate 6 giorni su 7, solo per fare un esempio. Sul controllo e sulla vigilanza delle periferie, considerate evidentemente "zone franche" meglio tacere. Ci si dimentica inoltre di un'altra vera Città: Canne della Battaglia, autentica cenerentola per questa Amministrazione dimenticata in tutte le stagioni, estate compresa.
Ma a parte certe doglianze più che legittime, al centro storico e soprattutto alle litoranee, dato l'approssimarsi del caldo, siamo un po' tutti affezionati. Piuttosto che lasciarsi andare ad iniziative che sanno molto di inutile propaganda, sarebbe forse più opportuno occuparsi di questioni strutturali ben più rilevanti. Il Piano delle Coste (argomento di stretta attualità) potrebbe costituire, ad esempio, una grande occasione per ragionare anche di infrastrutture pubbliche sulle litoranee (parcheggi, potenziamento della viabilità, controllo degli scarichi a mare, ecc.) e di una adeguata politica di tutela del paesaggio e degli spazi pubblici. Ma riprendendo le questioni di "ordinaria amministrazione", a guardar bene, ci sarebbe ben altro di cui occuparsi: le delimitazioni degli stabilimenti che avrebbero dovuto assicurare la "vista mare" si sono rivelate delle autentiche barriere. Recinzioni in molti casi realizzate con massicce staccionate in legno che ricordano tanto la filmografia dei western all'italiana. O ancora, gli spazi occupati con strutture precarie "amovibili", su aree demaniali e comunali, che anno dopo anno si ampliano a vista d'occhio come taluni locali per la ristorazione (si fa per dire !) esistenti all'imboccatura del porto o a all'inizio della litoranea di levante. Strutture orrende in ferro o nei casi più raffinati in legno, che limitano e impediscono la visione di bellissimi squarci di paesaggio verso il mare di cui probabilmente si è persa la memoria.
Altro punto di "eccellenza" sono certamente i resti delle strutture di "archeologia della ristorazione precaria" risalenti agli anni '60. Un ammasso di baracche in ferro e lamiere arrugginite sul lato destro della litoranea di levante abbandonate da decenni. Manufatti orrendi sicuramente frequentati da animali non certo domestici, che offendono il decoro di una delle zone più frequentate dai barlettani con gravi rischi per la salute di passanti, residenti ed operatori economici.
Uno scempio che avanza nell'indifferenza generale di tanti autorevoli Enti Pubblici (Amministrazione Comunale, Demanio, Capitaneria, AUSL, Soprintendenza, ecc.) che avrebbero importanti prerogative in materia di controllo del territorio e di tutela e salvaguardia del paesaggio. Su queste pesanti criticità, che segnano degrado, incuria e talvolta forti illegalità, urgono interventi seri e determinati a partire dall'Amministrazione Comunale.
Dal turismo, quello vero, ci si aspetta tanto. Ma a parte gli apprezzabili sforzi dei volenterosi neo- Assessori c'è bisogno di scelte politiche e azioni amministrative ben più coraggiose e profonde, che di fatto costituiscono pre-condizione essenziale e imprescindibile per far crescere, accanto ad una migliore vivibilità, la capacità attrattiva del nostro territorio.
Tenuto conto delle irrisolte carenze di programmazione e visti i bilanci approvati per il terzo anno oramai in piena estate, continuare a sperperare risorse per inutili e dispendiose iniziative culturali o di pseudo promozione del territorio come l'immancabile baldoria dell'estate barlettana o le mostre d'arte di "seconda classe" alle quali si aggiungerebbe la famigerata "Disfida di Barletta" di cui sembra non esserci certezza, nelle condizioni date tutto ciò serve ben poco. Vi è assoluto bisogno di recuperare la necessaria organicità, coerenza e vigore dell'azione amministrativa per determinare appropriate condizioni per lo sviluppo turistico, e soprattutto occorrerebbe un chiaro impegno per scongiurare che approssimazione, precarietà e illegalità deturpino irrimediabilmente la nostra vera ricchezza: la naturale bellezza di Barletta.