Litoranea di Ponente a Barletta: transennato il cattivo odore
La canalizzazione a pelo libero delle acque bianche pericolose per i bagnanti. Troppo profondo il canale, situazione di pericolo
mercoledì 8 giugno 2011
E' ancora una volta incerta la provenienza delle acque " bianche" che convogliate spontaneamente sulla litoranea di Ponente a Barletta si tuffano in Adriatico.
Acqua piovana, insistevano i tecnici del Comune che stamane hanno circoscritto con paleria indiana, il piccolo insediamento fluviale dall'odore nauseabondo. La perimetrazione con tanto di cartello di divieto di tuffo si è resa necessaria per tutelare più che altro piccoli inesperti bagnanti che proprio nei pressi dell'ultima foce che straripa nella sabbia, troverebbero grande pericolo perché quel miscuglio giallo avorio è oltretutto profondo. Un piano per prolungare il canale di ghisa fino alla riva è sulla carta e sarebbe a questo punto provvidenziale, ma solo per evitare guai fisici agli alti un metro.
Acqua piovana? Ma se non lacrima pioggia quantomeno da un mese come può essere ragionata come tale?
Bella la litoranea di Ponente a Barletta. Le ruspe comunali l'hanno rasata pulendola dai detriti invernali e dalla inciviltà dei bivacchi serali. Ma le dune di sabbia di un tempo lontanissimo non ci sono e il percorso dei mezzi meccanici è risultato vellutato e senza insidie. Gli ultimi spruzzi di sabbia residua l'hanno accalcata proprio ai bordi di quel canale turistico, una zolfatara gratuita lontana dai bei lidi limpidi da marina viareggina. Le corsette mattutine delle celluliti femminili sovrabbondanti e quella di stomaci sovrappeso maschili si fermano lì, proprio all'altezza di quel canale accaldato dal sole delle 10 e trenta. Prima, la brezzolina di ponente che inspirano ed espirano gli atleti estivi è esaltante, dal mare giunge il sibilo dello iodio e arriva come un sorriso nelle narici e nei polmoni, ma si ferma al canaletto ora protetto dalle insidie del tuffo pericoloso ma non da quello definitivamente traumatico della puzza.
Acqua piovana, insistevano i tecnici del Comune che stamane hanno circoscritto con paleria indiana, il piccolo insediamento fluviale dall'odore nauseabondo. La perimetrazione con tanto di cartello di divieto di tuffo si è resa necessaria per tutelare più che altro piccoli inesperti bagnanti che proprio nei pressi dell'ultima foce che straripa nella sabbia, troverebbero grande pericolo perché quel miscuglio giallo avorio è oltretutto profondo. Un piano per prolungare il canale di ghisa fino alla riva è sulla carta e sarebbe a questo punto provvidenziale, ma solo per evitare guai fisici agli alti un metro.
Acqua piovana? Ma se non lacrima pioggia quantomeno da un mese come può essere ragionata come tale?
Bella la litoranea di Ponente a Barletta. Le ruspe comunali l'hanno rasata pulendola dai detriti invernali e dalla inciviltà dei bivacchi serali. Ma le dune di sabbia di un tempo lontanissimo non ci sono e il percorso dei mezzi meccanici è risultato vellutato e senza insidie. Gli ultimi spruzzi di sabbia residua l'hanno accalcata proprio ai bordi di quel canale turistico, una zolfatara gratuita lontana dai bei lidi limpidi da marina viareggina. Le corsette mattutine delle celluliti femminili sovrabbondanti e quella di stomaci sovrappeso maschili si fermano lì, proprio all'altezza di quel canale accaldato dal sole delle 10 e trenta. Prima, la brezzolina di ponente che inspirano ed espirano gli atleti estivi è esaltante, dal mare giunge il sibilo dello iodio e arriva come un sorriso nelle narici e nei polmoni, ma si ferma al canaletto ora protetto dalle insidie del tuffo pericoloso ma non da quello definitivamente traumatico della puzza.