Liceo Casardi, protesta per il taglio dell' indirizzo di "Diritto ed economia"

A pochi giorni dall'inizio delle lezioni, i tagli scombussolano studenti e genitori pronti alla protesta. In base a cosa è stato deciso?

venerdì 2 settembre 2011
A cura di Giuliana Divittorio
Questa mattina, un gruppetto di giovani studenti ha occupato l'ingresso del liceo classico "A. Casardi" per far sentire la propria voce, manifestando la propria condizione di insoddisfazione con cartelli e slogan per destare un po' di attenzione, sperando che qualcuno li avrebbe notati. "Abbiamo diritto di fare diritto!" recitavano all'unisono. Sembra sia già cominciata la stagione degli scioperi studenteschi, siamo solo al primo settembre e già si deve combattere, non per avere un'aula più spaziosa ma più semplicemente per riavere un posto all'interno dell'istituto.

Si parla di 23 ragazzi, studenti di quella che tra pochi giorni sarebbere diventata la 2^B ma da poco più di 24 ore non esiste più senza alcuna giustificazione concreta, o meglio, è stata "tagliata". In realtà i tagli della nuova riforma centrerebbero poco niente con l'accaduto.

I 23 ragazzi ormai "sfrattati" che con i propri genitori hanno sottoscritto il contratto formativo con la scuola, rivendicano il diritto alla prosecuzione del percorso formativo la cui interruzione avrebbe dei risvolti, non solo sull'unità del gruppo classe ma soprattutto una grave modificazione delle prospettive future dei ragazzi. Per la normativa vigente non si tratta infatti di possibilità ma di obbligo da parte delle Istituzioni Scolastiche di garantire il rispetto del piano di studi prescelto e la prosecuzione fino al quinto anno dell'Offerta Formativa.

Non solo per queste ragioni, non solo perchè comunicato pochi giorni prima dell'inizio delle lezioni, altre motivazioni spingono alunni e genitori ad alzare la propria voce. Troppi i punti non chiari. La scelta, da quanto sostenuto dai fatti sembrerebbe arbitraria non essendo stata una decisione presa in concomitanza con il Consiglio di Istituto e il Consiglio dei Docenti. Per quale motivo, tra l'altro, non sarebbero stati mostrati gli atti dell'eventuale provvedimento emanato dall' U.S.P. Di Bari?
Forse perchè il provveditore, a cui sarebbe stata attribuita la decisione, non era al corrente di tale delibera prima di essere interrogato dai genitori.

In attesa di risposte concrete che non si è riusciti ad avere dal Dirigente Scolastico, i genitori hanno scritto (come da allegato) al Dott. Lacoppola, dirigente USP di Bari e alla direttrice generale dell' Ufficio Scolastico Regionale Lucrezia Stellacci per valutare i criteri adottati per la legittimità della scelta, non ancora resi noti.

«Una scelta necessaria per adeguarsi ai parametri della riforma che prevedono la fortificazione dell'insegnamento delle lingue straniere», con queste parole il Preside del Casardi, Giuseppe Lagrasta ha giustificato la soppressione di quella che tra pochi giorni sarebbe diventata la 2^B.
Un solo appunto. Esistevano ad ora 3 sezioni di inglese quinquennale, una di Pni e quella in questione di diritto ed economia. Perchè non smembrare una delle tre classi che seguono l'indirizzo di inglese quinquennale garantendo agli alunni la prosecuzione immutata del percorso di studi piuttosto che tranciare letteralmente il percorso formativo di 23 ragazzi, ora messi alle strette per seguire un'inclinazione che non gli appartiene?

E' sfuggito un dettaglio ancora: l'insegnamento delle 2 ore settimanali di Diritto ed Economia sarebbe già stato affidato ad un docente regolarmente incaricato dal Provveditorato agli Studi di Bari.

Si attendono risposte chiare.


Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio
Studenti indignati attendono risposte © Giuliana Divittorio