Legge di iniziativa popolare 50/50: consegnate più di 25.000 firme
Vendola: «Un passo avanti sul terreno della democrazia». Spetta ora al consiglio regionale la discussione e l’approvazione del testo
sabato 16 giugno 2012
Sarebbero bastate 15mila firme, e invece sono state consegnate dal comitato promotore "Doppia Preferenza" al presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, oltre 25.000 firme di cittadini pugliesi, che hanno sottoscritto la proposta di legge regionale di iniziativa popolare, avente ad oggetto "Disposizioni in materia di equilibrio nella rappresentanza di genere nelle elezioni per il consiglio regionale e il Presidente della Regione. Modifiche alla legge regionale 28 gennaio 2005 n. 2 Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale" (di cui Barlettalife ha parlato nell'aprile scorso, nel corso della presentazione della legge a Barletta), che sancisce, all'art. 1, l'obbligo della parità di genere nelle liste elettorali (pena l'esclusione della lista) e della presenza paritaria di genere nei programmi di comunicazione politica e nei messaggi elettorali autogestiti, e all'art. 2, la possibilità della doppia preferenza, che è valida se il voto è espresso per una candidata donna e un candidato uomo. Con questo testo, i promotori intendono andare oltre l'esperienza legislativa della Campania, dove è stata sancita la quota minima del 30% per la presenza femminile, e soprattutto oltre la situazione legislativa pugliese, che nella stessa legge regionale del 2005, prevede già delle sanzioni per i partiti che non presentano liste secondo la parità di genere, sanzioni però effimere, in quanto il loro mancato pagamento non è sanzionato. A ciò si aggiunge la situazione di fatto che caratterizza lo scenario politico pugliese: a fronte degli attuali 70 consiglieri regionali, solo 3 sono donne. Un dato che viene leggermente compensato da una giunta regionale, che effettivamente rispetta il principio della parità di genere. Le firme, necessarie per la presentazione della proposta di legge, sono state raccolte in questi mesi su tutto il territorio regionale, nell'ambito della campagna del comitato promotore, denominata "Mai più senza 50 e 50". La parola passa ora quindi al consiglio regionale, che dovrà calendarizzare la discussione della proposta di legge e intraprendere l'iter legislativo necessario, che dovrà portare, si spera al più presto, all'approvazione del testo di legge. L'auspicio, più volte ribadito dalle esponenti del comitato, è che in consiglio regionale, al momento decisivo del voto, non sorgano barricate di alcuna sorta, che potrebbero trovare serena espressione nella votazione con voto segreto, e che si proceda quindi responsabilmente ad approvare la legge mediante voto palese.
«Mi congratulo con il comitato per il risultato raggiunto. Si tratta di un primo passo che spero sinceramente possa incoraggiare il consiglio regionale, nel rispetto della propria autonomia in tema di legge elettorale, verso una scelta positiva che garantisca una effettiva parità di genere - così il presidente della regione Puglia Nichi Vendola - Più volte ho ribadito quanto sia necessario e proficuo garantire che in ogni luogo della rappresentanza politica, sociale ed economica sia osservata la parità di genere. Un arricchimento fondamentale per la democrazia e per tutti quanti noi. La crisi della democrazia non può che trovare nell'esercizio della parità di genere un cura assai significativa. Sono convinto che una iniziativa consiliare in tal senso, possa far compiere alla Puglia un salto in avanti sul terreno della democrazia - ha sottolineato Vendola - Ancora una volta il mio augurio è che le forze politiche lavorino tutte insieme per modificare la legge elettorale, sostenendo con chiarezza e onestà intellettuale, la parità di genere». «Le firme consegnate vanno ben oltre quelle che erano necessarie – ha affermato il consigliere comunale e regionale Franco Pastore - Le donne pugliesi e le donne in generale hanno molto più di quanto basti. Ma il cammino da compiere è ancora tanto, anche alla luce della riforma elettorale che ha portato a 60 il numero dei consiglieri. Il mio auspicio è che si arrivi a concretizzare l'obiettivo della doppia preferenza, che ci sia una rappresentanza congrua e degna di donne, che il femminile in politica si faccia sempre più largo e che alle donne non sia lasciato uno spazio, qui non si tratta di concedere ma di restituire e ripianare un debito di civiltà e democrazia, di rappresentanza che manca da sempre». «La proposta di riforma della legge elettorale regionale non è esaustiva rispetto all'esigenza di riscrivere tempi e modi della politica – così l'assessora regionale Maria Campese - "50 e 50" non è una divisione numerica, né è la variante delle famigerate quote rosa: è il riconoscimento sostanziale di quella parte della società che per il 50 per cento è composta per l'appunto di donne. I partiti che hanno aderito alla campagna dovrebbero ora interrogarsi sul reale significato del fare politica e creare le condizioni, sociali e culturali, affinché le donne non siano più considerate un riempitivo ma possano liberamente e concretamente contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente».
Se guardiamo Barletta, anche della nostra città non possiamo dire che goda della parità dei generi in politica. In un consiglio comunale di 32 membri, solo 2 sono donne; mentre nella giunta, vi è solo 1 assessora su 9 membri, più il sindaco. L'art. 36 ("Pari Opportunità", Capo IV "Giunta Comunale") del nostro Statuto Comunale così recita: "Nelle nomine e designazioni di rappresentanti del Comune presso Enti, istituzioni ed aziende a partecipazione comunale, oltre che nella Giunta e negli organi collegiali, deve essere favorita complessivamente la presenza di ambo i sessi". Si spera ovviamente che donne e uomini, dotati di buon senso, interpretino, nella maniera più sensata, la parola "presenza".
«Mi congratulo con il comitato per il risultato raggiunto. Si tratta di un primo passo che spero sinceramente possa incoraggiare il consiglio regionale, nel rispetto della propria autonomia in tema di legge elettorale, verso una scelta positiva che garantisca una effettiva parità di genere - così il presidente della regione Puglia Nichi Vendola - Più volte ho ribadito quanto sia necessario e proficuo garantire che in ogni luogo della rappresentanza politica, sociale ed economica sia osservata la parità di genere. Un arricchimento fondamentale per la democrazia e per tutti quanti noi. La crisi della democrazia non può che trovare nell'esercizio della parità di genere un cura assai significativa. Sono convinto che una iniziativa consiliare in tal senso, possa far compiere alla Puglia un salto in avanti sul terreno della democrazia - ha sottolineato Vendola - Ancora una volta il mio augurio è che le forze politiche lavorino tutte insieme per modificare la legge elettorale, sostenendo con chiarezza e onestà intellettuale, la parità di genere». «Le firme consegnate vanno ben oltre quelle che erano necessarie – ha affermato il consigliere comunale e regionale Franco Pastore - Le donne pugliesi e le donne in generale hanno molto più di quanto basti. Ma il cammino da compiere è ancora tanto, anche alla luce della riforma elettorale che ha portato a 60 il numero dei consiglieri. Il mio auspicio è che si arrivi a concretizzare l'obiettivo della doppia preferenza, che ci sia una rappresentanza congrua e degna di donne, che il femminile in politica si faccia sempre più largo e che alle donne non sia lasciato uno spazio, qui non si tratta di concedere ma di restituire e ripianare un debito di civiltà e democrazia, di rappresentanza che manca da sempre». «La proposta di riforma della legge elettorale regionale non è esaustiva rispetto all'esigenza di riscrivere tempi e modi della politica – così l'assessora regionale Maria Campese - "50 e 50" non è una divisione numerica, né è la variante delle famigerate quote rosa: è il riconoscimento sostanziale di quella parte della società che per il 50 per cento è composta per l'appunto di donne. I partiti che hanno aderito alla campagna dovrebbero ora interrogarsi sul reale significato del fare politica e creare le condizioni, sociali e culturali, affinché le donne non siano più considerate un riempitivo ma possano liberamente e concretamente contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente».
Se guardiamo Barletta, anche della nostra città non possiamo dire che goda della parità dei generi in politica. In un consiglio comunale di 32 membri, solo 2 sono donne; mentre nella giunta, vi è solo 1 assessora su 9 membri, più il sindaco. L'art. 36 ("Pari Opportunità", Capo IV "Giunta Comunale") del nostro Statuto Comunale così recita: "Nelle nomine e designazioni di rappresentanti del Comune presso Enti, istituzioni ed aziende a partecipazione comunale, oltre che nella Giunta e negli organi collegiali, deve essere favorita complessivamente la presenza di ambo i sessi". Si spera ovviamente che donne e uomini, dotati di buon senso, interpretino, nella maniera più sensata, la parola "presenza".