Legambiente denuncia: «Che fine ha fatto il porta a porta a Barletta?»
Andria e Canosa superano la città della Disfida. «Anche la raccolta dell'umido non è efficente»
lunedì 3 settembre 2012
È dal mese di Giugno che ad Andria si è firmato il contratto tra ATO Rifiuti BA/1 e le imprese aggiudicatarie del nuovo servizio di raccolta differenziata "Porta a Porta", e dal primo Settembre 2012, tale progetto verrà messo in atto. Per permettere di portare avanti l'iniziativa la Regione Puglia ha stabilito apposite linee guida che hanno favorito la gestione integrata dei rifiuti da parte dei paesi aderenti allo stesso ambito territoriale ottimale (ATO). Proprio l'Ato Rifiuti BA/1, al quale fanno parte i 10 comuni della sesta provincia pugliese, si è occupato della gestione del bando per l'affidamento del servizio porta a porta. Per avviare tale servizio, inoltre, il comune di Andria e quello di Canosa hanno potuto beneficiare di appositi finanziamenti stanziati dalla regione. E Barletta? Era lo scorso Dicembre quando si annunciò che entro fine anno sarebbe partita la raccolta differenziata porta a porta grazie ad uno stanziamento regionale del valore di ben 665 mila euro.
L'obiettivo fissato era davvero ambizioso. Raggiungere una percentuale di raccolta pari a 65% , soglia fissata dalle direttive regionali ed europee.
Dunque, alla luce di tutto questo, le trattative tra Regione e Comune come si sono concluse?
Nella conferenza tenuta dal circolo di Legambiente lo scorso 31 Luglio, l'assessore Cannito ha affermato che la richiesta del finanziamento è stata respinta dalla Regione per ben cinque volte, e che si stava aspettando una ulteriore risposta, questa volta pare definitiva, per ricevere l'anzidetto finanziamento, risposta che sarebbe dovuta giungere entro metà agosto ma della quale ancora non si conosce l'esito.
Così il comune di Barletta, che era intenzionato a diventare polo del servizio di raccolta domiciliare, non solo è ancora lontano dal poter attuare il porta a porta, ma deve inoltre fare i conti con problemi che riguardano la normale raccolta di rifiuti stradale e le basse percentuali di raccolta differenziata.
Secondo i dati comunicati, infatti, la percentuale di rifiuti differenziati raccolti che nel giugno 2011 ammontava al 22%, nel giugno 2012 è scesa al 20%.
Anche il servizio di raccolta dell'umido, il quale è attivo solo nella zona centrale di Barletta, non è del tutto efficiente e funzionale. Tanto è vero che la sede della Bar.s.a. di Via Capua da circa due mesi è infatti sprovvista degli appositi sacchetti richiesti per la raccolta.
In conclusione Barletta, pur essendo co-capoluogo della sesta provincia risulta essere fanalino di coda quando si tratta di tutela dell'ambiente e raccolta differenziata e piuttosto che migliorare, così come anche richiesto dalla regione, peggiora.
Ci auguriamo, non solo come associazione ambientalista ma anche come cittadini, che gli esempi positivi delle due città a noi limitrofe spronino la nostra amministrazione ad essere più attenta e a dimostrarsi più sensibile accelerando i tempi di avviamento della tanto agognata raccolta porta a porta che rappresenta, non solo un atto di civiltà nei confronti dell'ambiente, ma anche un servizio fondamentale per il miglioramento della qualità della vita all'interno della città.
L'obiettivo fissato era davvero ambizioso. Raggiungere una percentuale di raccolta pari a 65% , soglia fissata dalle direttive regionali ed europee.
Dunque, alla luce di tutto questo, le trattative tra Regione e Comune come si sono concluse?
Nella conferenza tenuta dal circolo di Legambiente lo scorso 31 Luglio, l'assessore Cannito ha affermato che la richiesta del finanziamento è stata respinta dalla Regione per ben cinque volte, e che si stava aspettando una ulteriore risposta, questa volta pare definitiva, per ricevere l'anzidetto finanziamento, risposta che sarebbe dovuta giungere entro metà agosto ma della quale ancora non si conosce l'esito.
Così il comune di Barletta, che era intenzionato a diventare polo del servizio di raccolta domiciliare, non solo è ancora lontano dal poter attuare il porta a porta, ma deve inoltre fare i conti con problemi che riguardano la normale raccolta di rifiuti stradale e le basse percentuali di raccolta differenziata.
Secondo i dati comunicati, infatti, la percentuale di rifiuti differenziati raccolti che nel giugno 2011 ammontava al 22%, nel giugno 2012 è scesa al 20%.
Anche il servizio di raccolta dell'umido, il quale è attivo solo nella zona centrale di Barletta, non è del tutto efficiente e funzionale. Tanto è vero che la sede della Bar.s.a. di Via Capua da circa due mesi è infatti sprovvista degli appositi sacchetti richiesti per la raccolta.
In conclusione Barletta, pur essendo co-capoluogo della sesta provincia risulta essere fanalino di coda quando si tratta di tutela dell'ambiente e raccolta differenziata e piuttosto che migliorare, così come anche richiesto dalla regione, peggiora.
Ci auguriamo, non solo come associazione ambientalista ma anche come cittadini, che gli esempi positivi delle due città a noi limitrofe spronino la nostra amministrazione ad essere più attenta e a dimostrarsi più sensibile accelerando i tempi di avviamento della tanto agognata raccolta porta a porta che rappresenta, non solo un atto di civiltà nei confronti dell'ambiente, ma anche un servizio fondamentale per il miglioramento della qualità della vita all'interno della città.