Le verità nascoste: «Inopportuno turbare il candidato sindaco Tatò»

Le testimonianze del dott. Ettore Bergamaschi nell’intervista rilasciata a Barlettalife. «State consegnando la città a Maffei?»

lunedì 28 febbraio 2011
A cura di Michele Sarcinelli
Abbiamo intervistato nella nostra redazione il dott. Ettore Bergamaschi, componente del MIDA. Le sue risposte, che pubblichiamo in forma integrale, insistono sulle note vicende della saltata candidatura di Bartolo Tatò.

Dott. Bergamaschi, mi spieghi, il Mida è anima critica del Centrodestra? Le innumerevoli proposte pro-Dipaola candidato Sindaco sia sue che di Binetti perché non hanno trovato consensi e appoggi?

Premesso che noi non ci consideriamo affatto la musa di alcuna formazione di destra o di sinistra, abbiamo semplicemente tentato di coordinare due personalità che a nostro avviso erano e sono complementari: avendo individuato nel senatore Dipaola un ottimo candidato sindaco, con l'avallo di numerose liste, attorno a ottobre 2010. Abbiamo preso atto della designazione di Bartolo Tatò da parte del Pdl attorno a Natale e da allora ci siamo attivati per ottimizzare le due incipienti posizioni.

Negli incontri-fiume degli ultimi due mesi, tra le tante sigle c'è una sorta di prevaricazione di qualsivoglia schieramento? Quale la voce più autorevole e poi determinante? Insomma siete subordinati? E a chi?
Noi del Mida siamo subordinati ai nostri amici del movimento indipendente per la democrazia e autonomia, e rispondiamo solo a loro e alla città.

Ma il Mida è stato in qualche occasione emarginato, dalle decisioni più o meno fondamentali della compagine di Centrodestra?
Mai sentiti emarginati, viceversa ci siamo sentiti onorati di poter fare la nostra proposta e rivendichiamo con orgoglio il reiterato tentativo di mettere attorno ad un tavolo Tatò e Dipaola al fine di tracciare un programma comune. Purtroppo tale tentativo è venuto meno per la decisa presa di posizione di Di Paola che non ha ritenuto praticabile tale collaborazione.

Ma allora Dott. Bergamaschi , quale l'errore o gli errori della Casa delle libertà in questo periodo finito poi in farsa?
Non sta a me giudicare i presumibili errori di formazioni così importanti come il Pdl: abbiamo ritenuto corretto e doveroso ribadire al candidato sindaco Tatò, una volta venuta meno la possibile cooperazione di Dipaola, le difficoltà connesse. Tale azione di informazione è stata particolarmente incisiva, atteso che lo stesso candidato si era lealmente dichiarato all'oscuro delle problematiche, talvolta oscure, connesse al mondo della politica.

E allora insisto, dott. Bergamaschi. Se la conciliazione strategica Tatò-Dipaola fosse avvenuta, le cose sarebbero andate diversamente?
Noi siamo fermamente convinti che una collaborazione tra Tatò e Dipaola avrebbe consentito la valorizzazione delle peculiarità di ognuno consentendo di formare un raggruppamento coeso e credibile. In alternativa alle formazioni di sinistra così autorevolmente rappresentate da Maffei.

Abbiamo scritto un articolo dal titolo "Sin dalla mezzanotte scorsa il NO di Tatò". Il racconto riporta dettagliati gli avvenimenti delle 24 ore che hanno preceduto il diniego di Tatò, compresa la telefonata della mezzanotte alla locale cordinatrice del PdL. Un politico di rango ci ha raccontato tutto nei dettagli. Nelle situazioni da noi descritte sappiamo esserci stato sempre anche Lei. Ci conferma quanto da noi analiticamente riportato e cosa sente di aggiungere, riflettendo su quei momenti difficili di Tatò. Perché le sue plateali inquietudini, chi accusava, cosa pretendeva? Perché la sua analisi spietata sul Centrodestra degli ultimi 10 anni? Sia introspettivo e ci racconti…
Ero presente e posso confermare che si sono civilmente confrontate due posizioni antitetiche: sostanzialmente l'una prevedeva la creazione e il rafforzamento delle liste in funzione della credibilità del candidato sindaco, mentre l'altra posizione prevedeva che un candidato sindaco, asseritamente estraneo al mondo politico, dovesse preventivamente disporre di una struttura adeguata: quest'ultima è la nostra posizione. Tatò si è fortemente inquietato ma non ha accusato nessuno, ha semplicemente fatto rilevare che si sentiva abbandonato nella misura in cui determinate convergenze di altre formazioni politiche, promesse a suo dire da autorevoli esponenti del Pdl erano venuto meno.

Sa quali fossero queste garanzie politiche?

Trasparenti appoggi politici (non sicuramente appoggi economici, il riferimento a questi sarebbe ridicolo e riduttivo per un candidato di tale spessore).

Come lei può confermarci erano presenti, Ventola, Alfarano, Silvestris, Vitobello oltre a Tatò e suo figlio Domenico e il prof. Di Modugno. In quel frangente i maggiorenti politici hanno insistito, chiedendo a Tatò di scendere in campo, assicurando la loro collaborazione. Cosa ha risposto Tatò?
«Avendo più accuratamente valutato la mia posizione, non ritenevo compatibile la candidatura con il mio lavoro». D'altro canto, se si promette a qualcuno che la sposa è vergine e ricca, ciò vale fino al matrimonio. Una volta caduti i veli sarebbe caduto tutto (e magari qualche giorno prima del voto). Siccome il Tatò credeva che ad attenderlo ci fossero le armate, una volta vista la verità avrebbe mollato, con un presumibile disastro ben più grave dell'attuale recesso. D'altronde in occasione della presentazione del candidato sindaco Tatò, risalente alla fine di gennaio, presso la sede del Pdl, presenti una ventina di coordinatori di sigle, il sottoscritto e il segretario del Mida Nardo Binetti fecero preventivamente presente che intendevano rappresentare a Tatò la realtà quale essa ai loro occhi si palesava: tale intendimento fu prontamente cassato e avversato dalla segretaria cittadina del Pdl e il consigliere regionale Alfarano, che sostenevano l'inopportunità di turbare il candidato sindaco sin da subito con la rappresentazione di siffatte criticità. In ogni caso ho insistito ed ottenuto di manifestare ai presenti quello che a nostro avviso era il quadro politico-organizzativo di base.

Ma Tatò era a conoscenza delle reali problematiche? E' stato da voi messo a conoscenza delle reali condizioni?

A nostro parere, no.

Voi del Mida l'avete mai comunicato?
Certo, più volte ci siamo fatti carico di queste comunicazioni. Soprattutto il segretario Binetti, amico personale di Tatò, ha evidenziato come, sic stantibus rebus, era indispensabile disporre dell'autorevole collaborazione con Dipaola.

Dunque avete rappresentato la situazione a Tatò? Come l'avete rappresentata?

V'erano delle criticità: essenzialmente nell'ultima consigliatura non v'era nessuna opposizione con perdita di autorevoli rappresentanti (Dibello, Lanotte, Luzzi), persone di assoluto valore che evidenziavano un disagio latente, atteso che tutti i consiglieri si erano autosospesi in segno di protesta verso alcune improvvide decisioni del presidente Ventola relative alla nostra città, salvo poi rientrare senza fornire motivazioni di tale ripensamento, alla chetichella.

Dott. Bergamaschi, secondo il suo giudizio la rappresentazione da voi fatta a Tatò, può aver influenzato la sua decisione?
Ho la presunzione di credere di sì.

Ve ne è stato grato?
Dovreste chiederlo a lui

Lo faremo, è' stato lei a pronunciare la frase «state consegnando la città a Maffei» ?
Ho fatto un parallelo diverso: alcuni sprovveduti hanno consegnato la regione ai comunisti, a mio modesto avviso, così si stava consegnando la città alle Sinistre.