Le Sardine scrivono al Ministro Provenzano: «La rassegnazione è il male più grande del Sud»

«Per troppo tempo il Sud non è stato considerato priorità nell’agenda di Governo»

domenica 2 febbraio 2020
«Caro Ministro Provenzano, accogliamo la sua disponibilità a ragionare sulle problematiche del Sud. Le sardine del Sud si scontrano ogni giorno con problematiche basilari, sui diritti fondamentali previsti dalla Costituzione, che per quanto bella per noi rimane spesso solo una lista di principi inattuati». A scrivere, rivolgendosi al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, sono le Sardine pugliesi di Lecce, Taranto, Bari, Foggia, Brindisi e della provincia Bat.

«Perché, caro Ministro - proseguono le Sardine nella lettera - qui a Sud il lavoro non c'è e si fanno sempre meno figli, praticamente un Sud svuotato, che in quindici anni è come se avesse perso una città delle dimensioni di Napoli. Qui curarsi è un lusso per pochi mentre sono sempre più gli anziani, le donne, gli uomini e i bambini che si ammalano, e chi lavora troppo spesso lo fa ancora senza la garanzia di giusta sicurezza sul posto di lavoro. Il sud si fa quotidianamente carico di un'emigrazione di massa in uscita, della mala gestione della politica industriale del Paese, dell'Ilva, della Xylella, delle mafie, della disoccupazione, della mancanza di infrastrutture, della mancanza di investimenti, della mala sanità, degli squilibri di trattamento tra il sud e il nord, della la rassegnazione di intere generazioni».

«Ecco, la rassegnazione è il male più grande del Sud. Rivedere le nostre comunità in piazza, di nuovo, a partire proprio da Taranto, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, accende una speranza ma anche una grande responsabilità che ci portiamo dentro, quindi questa è una richiesta importante: siamo stufi delle campane elettorali permanenti, delle speculazioni sul malessere delle persone, delle promesse inattuabili, della demagogia elevata a verità».

«Crediamo che il testo sull'autonomia delle Regioni sulla legge quadro che il ministro Boccia sta sviluppando sia un tema delicatissimo, per il quale chiediamo attenzione e rispetto delle zone più svantaggiate del paese, non possiamo permetterci ulteriori disattenzioni su questo punto. Non basta un governo più determinato nella lotta alle diseguaglianze occorre pensare un nuovo modello di società, occorre un progetto, un'idea di Italia che risponda ai bisogni reali, del Nord e del Sud, che sono diversi e a volte antitetici, un'Italia di tutti».

«Per troppo tempo il Sud non è stato considerato priorità nell'agenda di Governo per troppo tempo non abbiamo avvertito l'attenzione dell'Europa sul mediterraneo, sulle potenzialità insite nella posizione in se strategica di Calabria, Sicilia, Puglia, Campania. Un danno tanto denunciato dai meridionali quanto tranquillamente ripetuto. E cioè che i fondi europei mai si sono aggiunti alla spesa pubblica nazionale ma l'hanno sostituita contrariamente a ogni impegno. "Nel 2016 - ci dice l'Eurispes solo pochi giorni fa - lo Stato italiano ha speso 15.062 euro pro capite al Centro-Nord e 12.040 euro pro capite al Meridione. In altre parole ciascun cittadino meridionale ha ricevuto in media 3.022 euro in meno rispetto a un suo connazionale residente al Centro-Nord. E nel 2017 si rileva un'ulteriore diminuzione della spesa pubblica al Mezzogiorno"».

«Praticamente i programmi di sviluppo regionali (e anche quelli nazionali) che si avvalgono del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per il ciclo 2014-2020 hanno potuto disporre di una dotazione di ben 35,5 miliardi di euro totali, stanziati per il 60% dal budget europeo e per il resto dal cofinanziamento nazionale. Alla fine del 2019 le regioni italiane hanno speso in totale 7,4 miliardi e le regioni "in ritardo di sviluppo", come la Puglia, la Calabria, la Campania e la Sicilia, registrando una spesa che è mediamente minore di quella media nazionale (18% contro 23%) ma se consideriamo gli impegni di spesa, le stesse regioni raggiungono in media il 72% dell'intera programmazione, che è un dato più alto del 3% rispetto alla media nazionale».

«Insomma caro Ministro, la politica in questi anni, nonostante al Governo ci fossero anche Ministri del Sud e per il Sud, di fatto ha continuato a creare due Italie, a impoverire il Sud e arricchire il Nord. Ma noi del sud non vogliamo competere Ministro Provenzano, noi vogliamo essere noi in un'Italia che è stata concepita dai nostri padri costituenti per essere casa di tutti. Le sardine, allora, hanno questa funzione, quella di farsi garanti di una Costituzione che c'è e che tutti sono tenuti a rispettare fino all'ultima parola».