Le Regioni del Sud unite sul Recovery per «uscire dai luoghi comuni del Mezzogiorno»
L'intervento del governatore Michele Emiliano durante la Conferenza delle Regioni
lunedì 25 gennaio 2021
18.43
«Per la prima volta le Regioni del Mezzogiorno stanno provando non solo a battere cassa, altrimenti la battaglia sarebbe persa in partenza, ma a costruire un criterio con il quale dare garanzia alle altre Regioni d'Italia e all'Unione europea di essere in grado di spendere bene i fondi per progetti strategici che sono nell'interesse di tutti. Perché o il Sud si carica della responsabilità dell'Italia per quello che gli compete, per quello che noi possiamo fare, o è evidente che noi non usciremo dai luoghi comuni sul Mezzogiorno».
Lo ha detto, a proposito del Recovery Fund, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo questo pomeriggio, in video conferenza, alla Conferenza delle Regioni.
«A questo fine - ha continuato Emiliano - è stato costituito per la prima volta un coordinamento delle Regioni del Mezzogiorno per portare a tutte le Regioni, al Governo e all'Unione Europea una visione complessiva dell'utilizzo dei fondi del recovery fund in modo tale da assicurare che gli interventi abbiano natura strategica e si colleghino agli investimenti nazionali e a quelli europei in modo coerente, in modo che rappresentino una vera e propria ipotesi di uscita dalla questione meridionale».
«Io vorrei - ha argomentato il presidente pugliese - che la Conferenza delle Regioni fosse la sede nella quale le Regioni del Sud, in maniera unitaria, presentassero, per la condivisione con le altre regioni italiane, le proprie proposte di utilizzo delle risorse del Recovery. Proposte che devono prediligere progetti il cui beneficio ricada su tutto il sistema meridionale.
Sia in materia Infrastrutturale e logistico, quanto in materia sociale ed economica. Quella che si apre davanti è una ipotesi di rivoluzione nel modo di essere del Mezzogiorno, delle sue burocrazie e del suo modo di selezionare gli interessi pubblici e privati sul quale la Puglia ha chiesto il massimo della trasparenza e della responsabilità a tutte le altre Regioni del Sud.
Noi ci stiamo a questa ipotesi, a condizione che questo impegno venga preso collettivamente, sia controllabile da parte di ciascuna delle Regioni del Sud e sia controllabile e valutabile anche dalle altre Regioni. È indiscutibile che per struttura economica ogni euro investito nel Mezzogiorno determina la messa in movimento anche delle economie del Nord. Se quindi riusciamo a concertare tra di noi prima, poi con le altre Regioni italiane, poi col Governo, un intervento che davvero sia paragonabile per intensità, significato e interesse nazionale a un piano Marshall, allora la Regione Puglia questa battaglia la farà fino in fondo. Ma se viceversa il Mezzogiorno dovesse pensare che sta facendo questa richiesta per poi gestire i fondi del recovery fund con le stessa modalità con le quali sono stati gestiti in passato, è chiaro che il discorso inteso in questi termini sarebbe improponibile.
È assolutamente evidente la necessità di dotare le Regioni di un organismo, possibilmente unico, che selezioni i progetti, che li segua nella fase esecutiva, che consenta una analisi collettiva sull'avanzamento, che prenda degli impegni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi. Siamo pronti quindi ad accogliere una sfida epocale. Con questo assetto e questa convinzione possiamo pretendere una quota di Recovery adeguata ad azzerare il divario nord-sud. E questo, evidentemente, nell'interesse anche delle Regioni del Nord».
Lo ha detto, a proposito del Recovery Fund, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo questo pomeriggio, in video conferenza, alla Conferenza delle Regioni.
«A questo fine - ha continuato Emiliano - è stato costituito per la prima volta un coordinamento delle Regioni del Mezzogiorno per portare a tutte le Regioni, al Governo e all'Unione Europea una visione complessiva dell'utilizzo dei fondi del recovery fund in modo tale da assicurare che gli interventi abbiano natura strategica e si colleghino agli investimenti nazionali e a quelli europei in modo coerente, in modo che rappresentino una vera e propria ipotesi di uscita dalla questione meridionale».
«Io vorrei - ha argomentato il presidente pugliese - che la Conferenza delle Regioni fosse la sede nella quale le Regioni del Sud, in maniera unitaria, presentassero, per la condivisione con le altre regioni italiane, le proprie proposte di utilizzo delle risorse del Recovery. Proposte che devono prediligere progetti il cui beneficio ricada su tutto il sistema meridionale.
Sia in materia Infrastrutturale e logistico, quanto in materia sociale ed economica. Quella che si apre davanti è una ipotesi di rivoluzione nel modo di essere del Mezzogiorno, delle sue burocrazie e del suo modo di selezionare gli interessi pubblici e privati sul quale la Puglia ha chiesto il massimo della trasparenza e della responsabilità a tutte le altre Regioni del Sud.
Noi ci stiamo a questa ipotesi, a condizione che questo impegno venga preso collettivamente, sia controllabile da parte di ciascuna delle Regioni del Sud e sia controllabile e valutabile anche dalle altre Regioni. È indiscutibile che per struttura economica ogni euro investito nel Mezzogiorno determina la messa in movimento anche delle economie del Nord. Se quindi riusciamo a concertare tra di noi prima, poi con le altre Regioni italiane, poi col Governo, un intervento che davvero sia paragonabile per intensità, significato e interesse nazionale a un piano Marshall, allora la Regione Puglia questa battaglia la farà fino in fondo. Ma se viceversa il Mezzogiorno dovesse pensare che sta facendo questa richiesta per poi gestire i fondi del recovery fund con le stessa modalità con le quali sono stati gestiti in passato, è chiaro che il discorso inteso in questi termini sarebbe improponibile.
È assolutamente evidente la necessità di dotare le Regioni di un organismo, possibilmente unico, che selezioni i progetti, che li segua nella fase esecutiva, che consenta una analisi collettiva sull'avanzamento, che prenda degli impegni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi. Siamo pronti quindi ad accogliere una sfida epocale. Con questo assetto e questa convinzione possiamo pretendere una quota di Recovery adeguata ad azzerare il divario nord-sud. E questo, evidentemente, nell'interesse anche delle Regioni del Nord».