Le province secondo il "Comitato di Lotta"

Obiettività e anticipazioni sul ridimensionamento della Istituzione. Carrozzone politico o Ente necessario?

venerdì 9 dicembre 2011
Il MIDA-BT, contrario alla soppressione delle Province, ribadisce il suo no alla soppressione delle Province, prevista dall'art.15 del D.L. n. 138 del 13/08/2011; e invece sì alla razionalizzazione e revisione delle Amministrazioni Provinciali.

Nell'ottica della razionalizzazione e del contenimento della spesa pubblica si propone di inserire nel Decreto Legge n. 138 del 13/08/2011 "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo", le seguenti norme volte alla razionalizzazione e revisione delle Amministrazioni Provinciali:

a) Soppressione ed abolizione degli Organi elettivi di tutte le Province (Presidenza, Giunta e Consiglio);
b) Trasferimento delle funzioni delle Province (art. 19 D. Lgs. 267/2000 - Testo Unico degli Enti Locali) alle Prefetture - Uffici Territoriali del Governo, in capo alle stesse Province a cui verranno assegnate parte del personale degli uffici e dei servizi delle Amministrazioni provinciali.
c) Trasferimento dei compiti di programmazione delle Province (art. 20 del D. Lgs. 267/2000) all'Assemblea dei Sindaci della Provincia con funzioni consultive, propositive e di coordinamento che nomina, in base alle modalità stabilite con determinazione dell'Assemblea medesima, un Presidente. Il Presidente avrà funzioni di rappresentanza, promozione e coordinamento.
Parte del personale dell'Amministrazione provinciale verrà ridistribuito all'interno delle Amministrazioni comunali ricadenti nel territorio provinciale.
d) Nomina a livello regionale di un apposito Assessorato con delega alle Province nei compiti di programmazione affiancato dai Presidenti delle Assemblee dei Sindaci.
e) Modifica e semplificazione di tutte quelle norme, attualmente in vigore, riguardanti l'ordinamento istituzionale, organizzativo, finanziario e contabile riguardanti il funzionamento delle Province.

Con questa proposta si otterrebbero i seguenti vantaggi:
- risparmio di denaro pubblico con l'abolizione delle elezioni provinciali;
- risparmio di ingenti risorse economiche per la mancata retribuzione della pletora di Presidenti di Provincia, Assessori e Consiglieri provinciali (auto blu, indennità e quant'altro...);
- mantenimento e salvaguardia della norma costituzionale sulle "identità territoriali" delle Province, accentrando le loro "funzioni" nelle Prefetture - Uffici Territoriali del Governo.
Ciò avverrebbe attraverso la riorganizzazione, in senso federalista, di questo strategico Ufficio periferico dello Stato trasferendo i "compiti di programmazione" delle Province all'Assemblea dei Sindaci, attuando così una sorta di federalismo a Costituzione invariata.

Il personale, poi, di tutte le Amministrazioni provinciali, verrebbe ridistribuito nelle Prefetture e nelle Amministrazioni comunali ricadenti nel territorio provinciale.

Verrebbe così soddisfatta l'esigenza, oggi fortemente sentita dall'opinione pubblica, di razionalizzazione e ridimensionamento della spesa sul versante politico–amministrativo, senza peraltro mortificare le legittime e ataviche rivendicazioni di identità territoriali. L'esagerato furore iconoclastico nei confronti della Provincia, ultimamente da più parti evocato, è nato infatti come forte critica alla casta politica ed ai relativi privilegi e non già per svilire i Territori ed i servizi erogati ai cittadini.