Le parole di Fabio Lattanzio sullo scandalo 'mercato del mattone'

«Capire se le imprese sono costrette al sistema attuale per condividere la ricchezza con la classe politica». Una dura critica del presidente dell'associazione 'Fraternità per il diritto alla casa'

giovedì 19 maggio 2011 20.50
A cura di Luca Guerra
L'eco della operazione condotta dalla Gdf, che ha condotto all'accertamento dell'evasione del valore 43 milioni di euro tra il 2005 e il 2009, portando all'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare restrittive della libertà personale tra amministratori, soci e contabili di società e imprese individuali che hanno operato nel mercato immobiliare tra i comuni di Barletta ed Andria, sta avendo un'onda lunga sui politici della Bat direttamente impegnati nella lotta alla corruzione e all'evasione nel mondo dell'edilizia. In redazione abbiamo ascoltato il parere di Fabio Lattanzio (La Puglia per Vendola), presidente dell'associazione "Fraternità per il diritto alla casa":

Sarà sufficiente l'azione giudiziaria per recuperare il danno economico e d'immagine di questa città?

«No perché l'azione giudiziaria deve colpire il reato commesso, appunto l'evasione fiscale. Esiste un mondo dell'edilizia che si presenta a noi spesso solo come punito dall'azione giudiziaria; i cittadini lo conoscono da anni e per questo nel tempo per difendersi hanno contattato le varie associazioni e addirittura la trasmissione televisiva "Le Iene", mentre tra gli imprenditori c'era anche chi continuava a negare tutto ciò. Dobbiamo però capire cosa accade nel rapporto tra mondo imprenditoriale e politica cittadina . Poichè siamo una città in cui è alto il tasso di compravendita dei voti, è necessario comprendere se vi sia un legame tra i due fattori».

La sentiamo silenzioso negli ultimi tempi. Lei si è disimpegnato sul tema dell'edilizia? E' da diverso tempo che non la sentiamo intervenire sulla questione.

Non c'è alcun disimpegno; io continuo a seguire il progetto per l'autocostruzione, abbiamo recentemente raggiunto un importante accordo in Regione che coinvolgerà anche il comune di Barletta. Il mio impegno è in particolare sul fronte della legalità, e su questo devo registrare un atteggiamento che mi ha fatto male, il fatto che mi sia stato rimproverato di avere presentato delle denunce, di aver "sollevato" il polverone dell'edilizia, e di aver rischiato di far saltare degli equilibri politici, come testimonia il "veto " di alcuni colleghi , anche del centro-sinistra, alla mia candidatura. Questo veto non è stato mai accolto, ed è stato osteggiato in prima persona dal sindaco Nicola Maffei, che mi è stato vicino in un momento difficile».

Lei auspica un intervento dell'associazione dei costruttori sull'argomento?
Io ho già detto in passato che il territorio diventa ricco e giusto se ognuno fa la sua parte: anche nella città di Barletta, gli imprenditori edili devono agire sul modello di alcuni industriali, devono denunciare i cattivi comportamenti. Voglio capire, poi, in questa occasione, se è l'imprenditoria dell'edilizia che sceglie la sua classe politica dirigente, o avviene il contrario, com'era costume negli anni '80, con la politica che tiene "sotto scacco" il mondo dell'imprenditoria: vorrei perciò capire se anche gli imprenditori stessi sono vittime di questo sistema macro-corruttivo, per il quale gli imprenditori stessi sono costretti a ricorrere al nero o pagare tangenti per mantenere attive le proprie imprese. Io condanno l'evasione fiscale, ma se gli imprenditori sono costretti a usare questo sistema macro-corruttivo devono denunciarlo . Chiedo al mondo delle imprese: sono vittime o carnefici? Voglio capire se loro sono costrette al sistema attuale per condividere parte di quella ricchezza con la classe politica. Da questa storia dobbiamo uscirne liberi tutti. Ora sia la classe politica a denunciare se esiste, come immagino, un sistema corruttivo che opprime la libertà d'impresa».