Le impressioni sulla tornata elettorale di Salvatore Putignano

Il candidato commenta gli esiti delle elezioni, tra pregi e difetti. «La Vitobello non poteva contrastare le liste di Maffei»

martedì 24 maggio 2011
A cura di Enrico Gorgoglione
Salvatore Putignano per la prima volta si è "tuffato" nella competizione elettorale, al servizio della cittadinanza e con la speranza di ottenere quanti più consensi possibile. Una persona da sempre amante della politica, quella vera, la politica onesta, del voto di stima, Con 189, Putignano è il rappresentante di spicco della lista Schittulli-Puglia prima di tutto, e in esclusiva per Barlettalife, racconta le emozioni di questa campagna elettorale, commentando le storture e le anomalie che in molti hanno notato e criticato.

A pochi giorni dalla tornata elettorale, possiamo tirare le somme. Si aspettava un risultato simile, una vittoria così ampia della coalizione del centro-sinistra?
Effettivamente era un evento pronosticabile, la coalizione di centro-sinistra è riuscita a pianificare il proprio programma di campagna elettorale in margini di tempo più regolari e soprattutto maggiormente in anticipo rispetto alla coalizione avversaria. Tuttavia, questo miglioramento di consensi rispetto alla precedente tornata elettorale può garantire una base solida su cui lavorare in previsione dei prossimi confronti in termini numerici, magari riuscendo progressivamente ad affermarsi in campo comunale, da tempo proprietà del centro-sinistra.

Ha mai pensato all'eventualità di un ballottaggio tra Maffei e la Vitobello?
Non credo che la Vitobello avrebbe potuto contrastare più di tanto lo strapotere delle liste del sindaco Maffei. La dimostrazione è data dal solo PD, capace di prendere addirittura un seggio in più dell'intera coalizione opposta. Il voto disgiunto avrebbe potuto cambiare le carte in tavola, ma probabilmente questa opzione ha fatto ricadere la scelta su candidati minori, che non potevano aspirare ad inserirsi nel duello tra le fazioni favorite.

Quanto secondo lei la candidata Vitobello ha pagato la doppia rinuncia di Tatò e di Alfarano alla corsa per la poltrone di sindaco?
La scelta della Prof.ssa Vitobello come candidato sindaco ha spiazzato non poco l'intero gruppo pronto a contrastare il centro-sinistra: la candidatura di Bartolo Tatò ha stuzzicato per molto tempo la campagna elettorale ormai alle porte, salvo poi disilludere le attese e i programmi ormai organizzati. Giovanni Alfarano, nonostante rimanga il caposaldo del centro-destra barlettano, ha preferito defilarsi per far comunque parte della pianificazione delle liste e della campagna pubblicitaria. La mancata candidatura "ad effetto" di Tatò e la rinuncia della "testa di serie n.1" Alfarano non hanno certo aiutato il definitivo candidato sindaco, che però ha continuato a lavorare cercando di mettere in piedi il miglior esercito possibile, con in testa (per la prima volta a Barletta) una donna.

Una volta rieletto, quale dovrebbe essere secondo lei la priorità del sindaco Maffei?
A Barletta c'è moltissimo da lavorare, lo scarso operato del primo mandato ha lasciato la città in condizioni stazionarie. Penso che le priorità di questa amministrazione restino quelle già promesse, poi lasciate in sospeso, in passato: c'è innanzitutto da portare avanti il discorso della sede legale della provincia BT, dando un seguito importante al ricorso redatto un anno fa. Inoltre, la città ha bisogno di interventi concisi ed efficaci in ambito stradale: l'assenza di parcheggi, la confusione creata in seguito al cambiamento dei sensi di circolazione, la collocazione discutibile delle piste ciclabili e il rifacimento superficiale delle strade sono argomenti che esasperano il cittadino medio, costretto ad una vera e propria odissea a bordo di qualsiasi mezzo di trasporto. In campo culturale, in cui l'amministrazione Maffei si è distinta maggiormente, sarebbe fondamentale riportare in auge la manifestazione più caratteristica della città, la rievocazione della Disfida, che garantirebbe un inizio da cui far partire lo sviluppo turistico. Infine, una delle questioni più annose è rappresentata dall'ecomostro famoso come "Stadio Comunale Cosimo Puttilli": io stesso mi batto insieme a tantissimi altri tifosi per assicurare un futuro, impossibile senza strutture adeguate, all'ambiziosa Società di cui la maggiore squadra calcistica cittadina dispone. Con il Barletta Calcio alle porte della cadetteria, non solo la città, ma l'intera provincia acquisterebbe una visibilità a livello nazionale non indifferente nel caso in cui i biancorossi dovessero centrare l'agognata promozione in serie B, che è impossibile ospitare in una struttura datata 1971.

Cosa ne pensa della piaga dei rappresentanti di lista che hanno affollato i seggi elettorali con numeri esagerati?Come si può arginare il fenomeno?
Il fenomeno dei rappresentanti di lista è la maggiore fonte di guadagno per ragazzi che non si interessano delle sorti cittadine, nonchè una delle maggiori fonti di consensi per gran parte dei candidati consiglieri. Il problema maggiore è creato dal fatto che ogni candidato si avvale di un largo numero di rappresentanti di lista, quando sarebbe opportuno rispettare la definizione letterale di tale impiego: rappresentante di lista, non di consigliere. E' possibile diminuirne il fenomeno se venisse delegato un numero preciso e ristretto di persone esercitanti tale ruolo, rigorosamente con delega, ma purtroppo in campagna elettorale assegnando ad una persona il compito di rappresentante di lista implica imprescindibilmente l'acquisto del voto da parte del candidato. Molti si giustificano parlando di una crisi che chiaramente c'è, ma non si risolve con una banconota: tali persone dovrebbero un attimino rivedere la propria dignità e la loro appartenenza al territorio, vendute vergognosamente per meno di un euro al mese per tutto il mandato del candidato a cui si sono prostrate. Inoltre, sarebbe intelligente debellare un fenomeno tanto deplorevole evitando che le forze dell'ordine siano colluse con coloro che delegano illegalmente tali persone che nulla hanno a che fare con la legalità e l'onestà di una campagna elettorale. Tra l'altro, lo scopo principale della scelta di vari segnavoto per un solo candidato serve a quest'ultimo per violare la privacy dell'elettore, vedendo attraverso i risultati delle sezioni se egli (a cui, in molti casi, è stata anche fotocopiata la tessera elettorale) ha effettivamente mantenuto la parola data. La soluzione più adeguata sarebbe quella di uno scrutinamento generale all'interno della sede del seggio, inglobando i verdetti delle sezioni in un unico blocco successivamente esaminato senza distinzione, in modo da non poter risalire all'elettore.

Cosa ne pensa dell'affissione selvaggia e della spettacolarizzazione del voto?
Proprio l'affissione selvaggia dei manifesti e la spettacolarizzazione del voto rappresentano in tutto e per tutto l'essenza delle campagne elettorali per aspirare alle poltrone comunali: lo sciacallaggio dilagante messo in atto da gente priva di senso civico non è però adeguatamente sanzionato da chi di dovere, che dispone soltanto qualche ammenda a carico del candidato del quale è affisso il manifesto. La pratica è invece aizzata quando la campagna elettorale si fa più intensa, dimostrando che anche gli stessi rappresentanti dei cittadini non tengono più di tanto alla realtà in cui vivono. Per quanto riguarda la spettacolarizzazione del voto, penso proprio che attraverso una campagna elettorale sia invece necessario trasmettere fiducia, sicurezza e vicinanza al cittadino, piuttosto che rendersi partecipi di una messinscena assolutamente inopportuna della realtà propria e della città intera.

Lei è alla sua prima esperienza come candidato al Consiglio Comunale. Tirando le somme, un'esperienza positiva?
Un'esperienza formativa che mi ha reso definitivamente consapevole della realtà in cui viviamo. Non parlo con rancore o invidia, a livello personale credo che quasi 200 voti, tutti assolutamente di stima e non ottenuti con manovre del tutto scorrette, siano un passo importante verso un futuro interessante. Certo non possiamo parlare di un'avventura estremamente positiva, ma con questa prima candidatura alle spalle potremo nuovamente partire con una base di organizzazione più precisa ed efficiente analizzando i pro e i contro del nostro lavoro, con l'intenzione di riproporci al più presto come veri protagonisti nel progetto Barletta.

Ci dica la sua opinione in merito al ragazzo sorpreso a fotografare il proprio voto.
Credo che il ragazzo si sia fatto sopraffare da una probabile mancanza di fiducia (o di possibile sospetto) che il candidato nutriva nei suoi confronti, e una foto sarebbe stata la dimostrazione lapalissiana della sua sincerità nell'affidarsi al proprio aspirante consigliere. Ciò non discolpa assolutamente l'elettore, che ha violato le norme del segreto di Stato riguardo il proprio diritto e dovere civico, ed è giusto che venga sanzionato per la gravissima infrazione.

Altro elemento negativo di questa tornata la lentezza burocratica. Pensa sia dovuta al sorteggio degli scrutatori e all'incompetenza di molti di essi e di alcuni presidenti?
La burocrazia ha le sue colpe, ma chi la esercita non è certamente da meno. L'aver scrutinato meno della metà delle sezioni quando ormai era terminata la giornata di lunedì comporta di sicuro le dubbie capacità di qualche addetto alla registrazione dei voti. A ciò va aggiunto anche l'ostruzionismo e il continuo disturbo di rappresentanti di lista che intralciavano le già lente pratiche occupando le stanze dei seggi per registrare i voti dei propri candidati, quando dovrebbero attingere solo ed esclusivamente ai risultati affissi al di fuori delle sezioni.