Le bibliche parlamentarie del PD, Mennea inderogabile abbandona il Partito?

«Tanto peggio, tanto meglio». Boccia ha acceso la miccia che ha incendiato il Partito Democratico

sabato 29 dicembre 2012
A cura di Alessandro Porcelluzzi
L'apocalittico è spesso mosso da buone intenzioni. Egli auspica l'arrivo del mondo nuovo, in cui il Bene trionfi finalmente sul Male. Quel giorno i malvagi saranno giudicati e bruceranno tra le fiamme perpetue dell'Inferno e i Saggi e Buoni canteranno le lodi del Signore irradiati dalla sua luce perpetua.

In attesa di quel momento l'apocalittico guarda con timore ogni segnale di miglioramento nel mondo corrotto degli uomini. Perché quei parziali, incompleti, imperfetti progressi sembrano allontanare la venuta dell'Angelo vendicatore. È così anche di fronte alle Parlamentarie di PD e SEL. Certo non sono state organizzate nel migliore dei modi. Certo i tempi ridotti rendono assai poco contendibile la posizione di vantaggio dei parlamentari uscenti e di coloro che sono sostenuti dagli apparati. E tuttavia: sarebbe stato meglio avere ancora le liste compilate a Roma dal Segretario e dal responsabile organizzazione? Meglio i nominati di un voto (pur difficile) degli elettori? "Tanto peggio, tanto meglio" non è un motto; è una bestemmia. D'altronde, statene certi, contestazioni sono sempre a portata di mano. Si danno deroghe? Qualcuno dirà che le deroghe sono la prova della mancanza di regole e rigore. Non si danno deroghe? Si vuole ostacolare i territori dando un vantaggio agli uomini dell'apparato romano, dirà sempre l'apocalittico. E invece, pur nei limiti di un pessimismo della ragione (la platea ristretta dei registrati, la data improbabile, il peso degli apparati, i dubbi su deroghe e regole), dobbiamo concederci un moderato ottimismo della volontà.

Qui nella BAT, ma soprattutto qui a Barletta, da questo voto potrebbe emergere qualche indicazione per il futuro della politica locale e non solo. Una grossa affermazione di Francesco Boccia sarebbe, in primo luogo, un doppio segnale. Un segnale sul livello nazionale. Boccia rappresenta a pieno titolo (come nessun altro dei competitor qui nella BAT) la visione di Bersani del PD e del centrosinistra. Boccia ha svolto un cammino intellettualmente e politicamente interessante: nato come economista targato Bocconi-London School of Economics, molto "blairiano", è oggi pienamente inserito nella torsione socialdemocratica impressa da Bersani al PD e alla coalizione Italia bene comune. Una piena legittimazione popolare e territoriale (sarebbe la prima volta per lui) potrebbe candidare la BAT ad avere un sottosegretario (o un ministro) dentro il futuro probabile governo Bersani.

Un segnale di livello locale. Boccia ha acceso la miccia che ha incendiato il PD. Senza il suo intervento la caduta di Maffei avrebbe lasciato in campo, inalterate, tutte le contraddizioni. Oggi, grazie a lui (e al tanto criticato Patruno), Maffei è fuori gioco e Caracciolo e Mennea sono due iscritti al PD che possono, al massimo, aspirare alla ricandidatura alle Regionali. Se nel frattempo verseranno la quota della propria indennità dovuta al partito: al momento l'entità degli arretrati dovuti è vicina ai 40mila euro. Mennea frattanto si è autosospeso dal PD in protesta con la storia delle deroghe (apocalittico anche lui?).

Alle Parlamentarie si possono esprimere due preferenze per candidati di sesso opposto. Il ticket supportato dall'Apparato è Boccia-Mastromauro. Vale per la Mastromauro il contrario di quanto scritto su Boccia. E, se Boccia è assimilabile all'evoluzione bersaniana, Mastromauro è puro veltronismo. Veltroni è stato l'autore delle candidature da figurina. Lei era la figurina dei "poteri forti" (ci sia concessa l'espressione tatarelliana): una delle imprenditrici da mettere accanto a qualche operaio o precario.

Finora si è parlato degli effetti del voto sulla BAT. Ma tra le donne candidate c'è anche Assuntela Messina, nostra concittadina. Una candidatura interessante (ho già scritto in un precedente articolo). Assuntela Messina è un buon nome per rimescolare le carte nel PD. Rimescolare le carte attraverso una doppia operazione: cancellare la stagione del conflitto tra aree; archiviare la pratica del rilancio (anche detto "saltare di poltrona in poltrona"). La candidatura di Assuntela Messina, e una sua buona affermazione, potrebbe essere un buon inizio: seppellire l'ascia di guerra; aggregare nuove e/o disperse forze del centrosinistra cittadino; ritornare ad avere una presenza di qualità a Roma da parte di Barletta.

Sia chiaro però che due condizioni devono essere un impegno da parte della Messina e una conditio sine qua non per chi la sostiene. Abbandonare la logica asfittica delle aree e dunque dire realmente addio a Emiliano (e alla sua nefasta influenza su Barletta). Dichiarare che non è interessata ad altre partite: non si candiderà né a Sindaco né a consigliere regionale.