Lavoro nella Bat, crescono le partite IVA
Deluso il segretario della Cgil Bat Deleonardis: «Cresce il lavoro ma non di qualità»
giovedì 29 marzo 2018
L'economia della Provincia di Barletta - Andria - Trani si contraddistingue per un dinamismo che si va consolidando col passare del tempo ed i dati diffusi nell'ultimo report dell'Istat, relativi all'export nel quarto trimestre 2017, lasciano ben sperare: crescono i rapporti commerciali tra questo territorio e l'estero anche più della media nazionale che si attesta intorno al +7,4%; nella Bat si sfiora invece l'8,5%, più del doppio dell'incremento che si registra in Puglia.
Il commento sui dati dell'export. "Sono numeri che, seppur positivi, devono essere analizzati ed interpretati", spiega il segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis perché "sono il frutto di un mercato fatto di prodotti a bassa competitività. Quasi il 70% dell'export è legato al TAC, dunque siamo di fronte ad una crescita 'monoculturale' in un settore in cui purtroppo manca l'innovazione. La maggior parte dei nostri prodotti finisce in paesi 'poveri', come l'Albania. Se le esportazioni in sette anni sono raddoppiate manca, infatti, la stessa crescita anche nel campo della ricerca e dell'innovazione, quindi tutto ciò che vendiamo all'estero ha un basso contenuto tecnologico, ed è questo un primo aspetto da prendere in considerazione".
Il tema dell'occupazione. "Un secondo aspetto è quello dell'occupazione – prosegue Deleonardis – in quanto anche da questo punto di vista i numeri sono positivi: a livello nazionale il dato cresce dell'1,2%, in Puglia dello 0,3%, nella Bat del 2,3%. Ma di che occupati parliamo? Di certo non di un'occupazione di qualità perché il 2017 è stato l'anno in cui si è registrato il numero maggiore di contratti a termine e, anche quando ci sono rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono quasi sempre legati agli incentivi, questo sia a livello nazionale che a livello territoriale".
Crescono partite iva e collaborazioni. Nella Bat il numero dei disoccupati scende di 1458 unità, restando comunque oltre 57mila (una cifra sempre alta). Gli inoccupati sono meno 2613 e superano i 15mila. "Dunque numeri che preoccupano ancora, ecco perché l'ottimismo deve essere cauto. È vero l'occupazione è al 33% (in via di miglioramento) ma cresce esponenzialmente il numero dei lavoratori atipici: 2mila le partite iva e 24.215 collaborazioni coordinate e continuate. Ed in questo quadro poi non si può non affrontare tutto il tema delle irregolarità che in Puglia nel 2017 sono in media del 63%, con picchi in alcuni settori, come per esempio l'edilizia, dove si sfiora quota 75%. Migliorano, invece, le condizioni in agricoltura dove le irregolarità scendono al 56% e ciò evidentemente anche grazie a tutte le azioni di contrasto al caporalato, oltre alla Legge 199, ed alle iniziative messe in campo contro le diverse violazioni: dal lavoro nero alle nicchie di grigio come i falsi part-time fino a tutte le irregolarità ed inadempienze contrattuali".
I protocolli proposti dalla Cgil. "C'è bisogno di costruire rapidamente sul territorio una politica che rilanci lo sviluppo e che costruisca una nuova strategia per inaugurare una stagione di confronto e di relazioni tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali a partire dai protocolli che abbiamo firmato con cinque Comuni della Provincia sulle relazioni sindacali che, al momento, non hanno prodotto alcun risultato se non quello dei tavoli sulla rigenerazioni urbana e sui piani sociali di zona in alcune realtà; oltre alla partita ancora tutta da giocarsi del protocollo su appalti e legalità ancora fermo al palo".
Il commento sui dati dell'export. "Sono numeri che, seppur positivi, devono essere analizzati ed interpretati", spiega il segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis perché "sono il frutto di un mercato fatto di prodotti a bassa competitività. Quasi il 70% dell'export è legato al TAC, dunque siamo di fronte ad una crescita 'monoculturale' in un settore in cui purtroppo manca l'innovazione. La maggior parte dei nostri prodotti finisce in paesi 'poveri', come l'Albania. Se le esportazioni in sette anni sono raddoppiate manca, infatti, la stessa crescita anche nel campo della ricerca e dell'innovazione, quindi tutto ciò che vendiamo all'estero ha un basso contenuto tecnologico, ed è questo un primo aspetto da prendere in considerazione".
Il tema dell'occupazione. "Un secondo aspetto è quello dell'occupazione – prosegue Deleonardis – in quanto anche da questo punto di vista i numeri sono positivi: a livello nazionale il dato cresce dell'1,2%, in Puglia dello 0,3%, nella Bat del 2,3%. Ma di che occupati parliamo? Di certo non di un'occupazione di qualità perché il 2017 è stato l'anno in cui si è registrato il numero maggiore di contratti a termine e, anche quando ci sono rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono quasi sempre legati agli incentivi, questo sia a livello nazionale che a livello territoriale".
Crescono partite iva e collaborazioni. Nella Bat il numero dei disoccupati scende di 1458 unità, restando comunque oltre 57mila (una cifra sempre alta). Gli inoccupati sono meno 2613 e superano i 15mila. "Dunque numeri che preoccupano ancora, ecco perché l'ottimismo deve essere cauto. È vero l'occupazione è al 33% (in via di miglioramento) ma cresce esponenzialmente il numero dei lavoratori atipici: 2mila le partite iva e 24.215 collaborazioni coordinate e continuate. Ed in questo quadro poi non si può non affrontare tutto il tema delle irregolarità che in Puglia nel 2017 sono in media del 63%, con picchi in alcuni settori, come per esempio l'edilizia, dove si sfiora quota 75%. Migliorano, invece, le condizioni in agricoltura dove le irregolarità scendono al 56% e ciò evidentemente anche grazie a tutte le azioni di contrasto al caporalato, oltre alla Legge 199, ed alle iniziative messe in campo contro le diverse violazioni: dal lavoro nero alle nicchie di grigio come i falsi part-time fino a tutte le irregolarità ed inadempienze contrattuali".
I protocolli proposti dalla Cgil. "C'è bisogno di costruire rapidamente sul territorio una politica che rilanci lo sviluppo e che costruisca una nuova strategia per inaugurare una stagione di confronto e di relazioni tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali a partire dai protocolli che abbiamo firmato con cinque Comuni della Provincia sulle relazioni sindacali che, al momento, non hanno prodotto alcun risultato se non quello dei tavoli sulla rigenerazioni urbana e sui piani sociali di zona in alcune realtà; oltre alla partita ancora tutta da giocarsi del protocollo su appalti e legalità ancora fermo al palo".