La “Terra dei fuochi” come Taranto e Barletta?
Don Maurizio Patriciello parla ai giornalisti
venerdì 29 gennaio 2016
12.46
In occasione del V Meeting delle testate giornalistiche, svoltosi ieri sera presso nel salone "Don Luigi Filannino" della Parrocchia SS. Crocifisso di Barletta, è stato accolto Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, simbolo della lotta nella cosiddetta "Terra dei fuochi", già collaboratore di Avvenire e del programma Rai "A Sua immagine", impegnato nella lotta alla camorra e alle ingiustizie che affliggono il territorio tra Napoli e Caserta, intervenendo sul tema "Comunicare in cammino verso la vera umanità. La cultura dell'incontro e l'attenzione agli esclusi". La sua presenza nei vari mezzi di comunicazione sociale sta amplificando i bisogni di lavoro, di uno sviluppo sostenibile, di valorizzazione delle eccellenze che potrebbero essere una vera risorsa per il territorio.
Il "Meeting delle testate giornalistiche" è un appuntamento annuale, promosso dalla Parrocchia SS. Crocifisso e dal mensile parrocchiale "La Stadera", realizzato in collaborazione con la Commissione diocesana cultura e comunicazioni sociali e il Centro Missionario Diocesano. Per l'occasione è stato conferito a don Maurizio il riconoscimento della "Cattedra degli Anàgiri", come già attribuito a personalità distintesi per il loro impegno sociale. L'intervento del parroco campano, che non le ha certo mandate a dire additando i responsabili di queste situazioni, è stato introdotto dal diacono Riccardo Losappio, direttore della Commissione diocesana cultura e comunicazioni sociali e dal saluto di don Filippo Salvo, vicario episcopale. Nel descrivere la situazione della Terra dei fuochi non è mancata la similitudine con la realtà pugliese di Taranto "avvelenata dall'Ilva", da cui il ribadire forte e chiaro che «non si può morire di industria» chiaramente intendendo per industria quelle fabbriche responsabili dell'inquinamento di un territorio e dunque delle malattie da esso derivanti. Anche Barletta nell'ultimo periodo sta vivendo un momento piuttosto difficile per via del possibile inquinamento causato da aziende locali, in parte sostenuto dalle indagini della Procura muovendo l'accusa di "Disastro ambientale"per l'incenerimento dei rifiuti presso i forni della Cementeria-Buzzi Unicem.
La serata è stata dedicata a Don Salvatore Mellone, sacerdote diocesano, giornalista pubblicista, deceduto prematuramente il 29 giugno 2015, la cui vicenda – cfr. la scheda di seguito – ha toccato il cuore di tanti a livello locale ma anche nazionale.
Il "Meeting delle testate giornalistiche" è un appuntamento annuale, promosso dalla Parrocchia SS. Crocifisso e dal mensile parrocchiale "La Stadera", realizzato in collaborazione con la Commissione diocesana cultura e comunicazioni sociali e il Centro Missionario Diocesano. Per l'occasione è stato conferito a don Maurizio il riconoscimento della "Cattedra degli Anàgiri", come già attribuito a personalità distintesi per il loro impegno sociale. L'intervento del parroco campano, che non le ha certo mandate a dire additando i responsabili di queste situazioni, è stato introdotto dal diacono Riccardo Losappio, direttore della Commissione diocesana cultura e comunicazioni sociali e dal saluto di don Filippo Salvo, vicario episcopale. Nel descrivere la situazione della Terra dei fuochi non è mancata la similitudine con la realtà pugliese di Taranto "avvelenata dall'Ilva", da cui il ribadire forte e chiaro che «non si può morire di industria» chiaramente intendendo per industria quelle fabbriche responsabili dell'inquinamento di un territorio e dunque delle malattie da esso derivanti. Anche Barletta nell'ultimo periodo sta vivendo un momento piuttosto difficile per via del possibile inquinamento causato da aziende locali, in parte sostenuto dalle indagini della Procura muovendo l'accusa di "Disastro ambientale"per l'incenerimento dei rifiuti presso i forni della Cementeria-Buzzi Unicem.
La serata è stata dedicata a Don Salvatore Mellone, sacerdote diocesano, giornalista pubblicista, deceduto prematuramente il 29 giugno 2015, la cui vicenda – cfr. la scheda di seguito – ha toccato il cuore di tanti a livello locale ma anche nazionale.