La Sportinsieme Sud Barletta sfrattata dal "PalaMarchiselli"
La denuncia dell'associazione sportiva per disabili. "Vogliamo usare la struttura pur se non possiamo usarne spogliatoi, docce e bagni"
mercoledì 8 maggio 2013
«In riferimento alla vostra del 18 aprile e pervenuta il 27 aprile, ove sollecitate la nostra associazione al saldo del pagamento quote TICKET per utilizzo palazzetto dello sport "Angelo Marchiselli" nella stagione sportiva 2012/2013 con intimazione al personale di custodia di non farci entrare senza dovuta autorizzazione dal 2 maggio 2013 pena provvedimenti a loro carico. Riteniamo giusto quello che ci richiedete, ma vorremmo rammentare che più volte si è cercato di conferire con qualche illustre personaggio del Comune, per cercare di spiegare e dare una soluzione alla situazione di disagio che la nostra polisportiva, composta al 90% da disabili, si trova ad affrontare giorno dopo giorno».
Amarezza, frustrazione, incredulità. Sono queste le sensazioni che si avvertono scorrendo con mano le parole contenute nella lettera aperta indirizzata dal presidente della Polisportiva Sportinsieme Sud Barletta, Ruggiero Lauroia (anche responsabile provinciale del CIP) all'amministrazione comunale di Barletta: tanti sacrifici, tanti tentativi di instaurare la mentalità secondo cui handicap non significa "diverso", da parte della società che ha preso anche parte al campionato nazionale di basket in carrozzina, che vengono meno per meri cavilli (in allegato il documento di denuncia).
Un'associazione composta quasi integralmente da sportivi disabili "sfrattata" dalla struttura che li accoglieva per un cavillo economico: "Certo non è colpa nostra- continua Lauroia- se insisitiamo a voler giocare in una struttura che non ci permette di utilizzare spogliatoi, docce e bagni, per noi praticamente inaccessibili, costringendo i nostri atleti a cambiarsi in mezzo al campo, in presenza di altre società per poi ritornare a casa sudati. Risulterebbe inutile e appropriato sottolineare bestemmie e imprecazioni che ci arrivano coperte dalla nostra vergogna, nonché l'umiliazione che siamo costretti a sopportare". Un contenuto umiliante per un movimento che con costanza cerca di far nascere nuove associazioni sportive (attualmente unica esistente nelle province BT e Foggia è a Barletta) si intende divulgare, dimostrare e portare testimonianze inerente alle attività sportive del Comitato Italiano Paralimpico.
L'appello finale per la dott.ssa Anna Maria Manzone, Commissario Straordinario del Comune, Mario Volpe, Sub Commissario Prefettizio e Rosa Di Palma, Dirigente del Settore Servizi Sociali e Sanitari, appare quasi drammatico: «Chiediamo di poter continuare il programma allenamenti (…) anche e soprattutto per evitare che l'indebolimento e atrofizzazione muscolare prenda il sopravvento, viste le particolari patologie». Il conflitto che si apre è quello storico, atavico, tra cuore e portafogli: «Se questa possibilità ci sarà negata, chiederemo scusa del danno e disagio economico creato- aggiunge Lauroia- In caso contrario, non avendo sponsor, contributi o altri mezzi di sopravvivenza, saremo costretti a chiudere anche a Barletta l'ultima associazione di basket in carrozzina esistente da Bari a Foggia». Cuore e portafogli, un antica quanto innata lotta: a Barletta chi l'avrà vinta?
(Twitter: @GuerraLuca88)
Amarezza, frustrazione, incredulità. Sono queste le sensazioni che si avvertono scorrendo con mano le parole contenute nella lettera aperta indirizzata dal presidente della Polisportiva Sportinsieme Sud Barletta, Ruggiero Lauroia (anche responsabile provinciale del CIP) all'amministrazione comunale di Barletta: tanti sacrifici, tanti tentativi di instaurare la mentalità secondo cui handicap non significa "diverso", da parte della società che ha preso anche parte al campionato nazionale di basket in carrozzina, che vengono meno per meri cavilli (in allegato il documento di denuncia).
Un'associazione composta quasi integralmente da sportivi disabili "sfrattata" dalla struttura che li accoglieva per un cavillo economico: "Certo non è colpa nostra- continua Lauroia- se insisitiamo a voler giocare in una struttura che non ci permette di utilizzare spogliatoi, docce e bagni, per noi praticamente inaccessibili, costringendo i nostri atleti a cambiarsi in mezzo al campo, in presenza di altre società per poi ritornare a casa sudati. Risulterebbe inutile e appropriato sottolineare bestemmie e imprecazioni che ci arrivano coperte dalla nostra vergogna, nonché l'umiliazione che siamo costretti a sopportare". Un contenuto umiliante per un movimento che con costanza cerca di far nascere nuove associazioni sportive (attualmente unica esistente nelle province BT e Foggia è a Barletta) si intende divulgare, dimostrare e portare testimonianze inerente alle attività sportive del Comitato Italiano Paralimpico.
L'appello finale per la dott.ssa Anna Maria Manzone, Commissario Straordinario del Comune, Mario Volpe, Sub Commissario Prefettizio e Rosa Di Palma, Dirigente del Settore Servizi Sociali e Sanitari, appare quasi drammatico: «Chiediamo di poter continuare il programma allenamenti (…) anche e soprattutto per evitare che l'indebolimento e atrofizzazione muscolare prenda il sopravvento, viste le particolari patologie». Il conflitto che si apre è quello storico, atavico, tra cuore e portafogli: «Se questa possibilità ci sarà negata, chiederemo scusa del danno e disagio economico creato- aggiunge Lauroia- In caso contrario, non avendo sponsor, contributi o altri mezzi di sopravvivenza, saremo costretti a chiudere anche a Barletta l'ultima associazione di basket in carrozzina esistente da Bari a Foggia». Cuore e portafogli, un antica quanto innata lotta: a Barletta chi l'avrà vinta?
(Twitter: @GuerraLuca88)