La sede legale della Asl resta ad Andria? Ovvio. «Ora si pensi ai problemi della povera gente»
La critica delle Libere Associazioni Andriesi. «La Regione ha fatto ciò che anche noi abbiamo richiesto»
sabato 10 marzo 2012
«Pare sia giunto l'inevitabile e anche da noi richiesto parere negativo da parte dell'Area Controllo della Regione Puglia la quale si è espressa sulla richiesta campanilistica e di retroguardia mirata a scippare alla città di Andria una delle poche sedi istituzionali provinciali rimaste cioè la Sede della Direzione Generale della Asl/Bat». Sul mancato trasferimento della sede legale della Asl da Andria a Barletta si esprimono le Libere Associazioni Andriese, in una nota di parere contrario a quella pubblicata ieri sulle pagine di Barlettalife scritta dal consigliere comunale Ruggiero Mennea.
«Non intendiamo soffermarci su quella che viene definita addirittura la "sorpresa" per questa decisione che riteniamo essere invece giusta ed opportuna, proprio come da noi più volte richiesto direttamente alle massime Autorità Istituzionali regionali ma crediamo che si debba mettere la parola fine a questa che è sembrata più un'azione populista che non di reale contenimento della spesa, altrimenti, se così fosse stato, si sarebbe dovuto mettere in discussione un intero pacchetto dei tanti sprechi quotidiani delle Pubbliche Amministrazioni. Se così fosse stato lo avremmo anche potuto comprendere ma poiché non è accaduto, rimaniamo convinti che si sia trattato solo di una faccenda elettoralistica senza fondamento e la Regione Puglia lo ha capito benissimo negando qualsiasi parere positivo nel merito. Ora, invece, è il momento che qualcuno si tolga di dosso le giacchette e cominci ad alzarsi le maniche perché la situazione in questo territorio è drammatica e le condizioni di precarietà che si registrano in tutti i settori sono al limite della sopportazione.
Lavoro, infrastrutture, sicurezza, ambiente, governabilità, rappresentanza istituzionale, buone prassi, rispetto delle regole e affermazione della meritocrazia rispetto alla cultura clientelare sono argomenti che devono essere affrontati con competenza e impegno reale e non solo in maniera mediatica. Se di risparmio, quindi, vogliamo parlare, che sia risparmio di energie da destinare alla costruzione di condizioni di vita più umane soprattutto per le nuove generazioni che sono le prime a dover soccombere e chiedono con forza azioni di governo efficaci e concrete. Il tempo, quindi, sia utilizzato per cose realmente urgenti, che interessano alla gente».
«Non intendiamo soffermarci su quella che viene definita addirittura la "sorpresa" per questa decisione che riteniamo essere invece giusta ed opportuna, proprio come da noi più volte richiesto direttamente alle massime Autorità Istituzionali regionali ma crediamo che si debba mettere la parola fine a questa che è sembrata più un'azione populista che non di reale contenimento della spesa, altrimenti, se così fosse stato, si sarebbe dovuto mettere in discussione un intero pacchetto dei tanti sprechi quotidiani delle Pubbliche Amministrazioni. Se così fosse stato lo avremmo anche potuto comprendere ma poiché non è accaduto, rimaniamo convinti che si sia trattato solo di una faccenda elettoralistica senza fondamento e la Regione Puglia lo ha capito benissimo negando qualsiasi parere positivo nel merito. Ora, invece, è il momento che qualcuno si tolga di dosso le giacchette e cominci ad alzarsi le maniche perché la situazione in questo territorio è drammatica e le condizioni di precarietà che si registrano in tutti i settori sono al limite della sopportazione.
Lavoro, infrastrutture, sicurezza, ambiente, governabilità, rappresentanza istituzionale, buone prassi, rispetto delle regole e affermazione della meritocrazia rispetto alla cultura clientelare sono argomenti che devono essere affrontati con competenza e impegno reale e non solo in maniera mediatica. Se di risparmio, quindi, vogliamo parlare, che sia risparmio di energie da destinare alla costruzione di condizioni di vita più umane soprattutto per le nuove generazioni che sono le prime a dover soccombere e chiedono con forza azioni di governo efficaci e concrete. Il tempo, quindi, sia utilizzato per cose realmente urgenti, che interessano alla gente».