«La presenza di alcolisti-senza tetto a Barletta è una vera emergenza sociale»
Interviene Lorenzo Chieppa, direttore della Caritas, dopo il ritrovamento di un cadavere nella giornata di ieri
martedì 16 febbraio 2021
13.02
Sulla drammatica notizia del cadavere ritrovato all'interno dell'ex impianto di smistamento del sale della teleferica, interviene Lorenzo Chieppa, direttore della Caritas Barletta: «Purtroppo l'uomo che ha perso la vita di origine marocchina lo conoscevamo da qualche tempo come alcolista all'ultimo stadio: rifiutava ogni invito a farsi curare, come mi hanno riferito i nostri volontari che svolgono la propria attività di servizio visitando da lontano la cascina. L'altra sera sono riusciti a convincerlo a prendere almeno le coperte…
Consideriamo che il fenomeno degli alcolisti-senza-tetto a Barletta è ormai divenuta una vera emergenza sociale, un'autentica piaga nel corpo della nostra comunità.
Attualmente in Caritas - prosegue Chieppa - dei 36 posti del nostro dormitorio, quasi la metà degli ospiti soffre di questa fragilità e disagio e in queste sere di intenso freddo li accogliamo con tutti i rischi che questo comporta sia per il distanziamento che per le difficoltà dettate dalla convivenza, ma il freddo vince su ogni logica.
Personalmente, io penso che quel poveretto molto probabilmente sia deceduto per lo sfibramento del suo stato di salute forse compromesso dall'alcol. Ecco perché serve un tavolo tecnico di confronto da oltre 5 anni invocato da sempre fra istituzioni, ASL e Caritas. Anche perché quei vani tecnici dove si è consumata la morte vanno tenuti puliti e controllati, specie d'inverno quando è pericoloso anche per i nostri volontari avvicinarsi. Da due settimane era una palude impraticabile per le forti piogge».
Consideriamo che il fenomeno degli alcolisti-senza-tetto a Barletta è ormai divenuta una vera emergenza sociale, un'autentica piaga nel corpo della nostra comunità.
Attualmente in Caritas - prosegue Chieppa - dei 36 posti del nostro dormitorio, quasi la metà degli ospiti soffre di questa fragilità e disagio e in queste sere di intenso freddo li accogliamo con tutti i rischi che questo comporta sia per il distanziamento che per le difficoltà dettate dalla convivenza, ma il freddo vince su ogni logica.
Personalmente, io penso che quel poveretto molto probabilmente sia deceduto per lo sfibramento del suo stato di salute forse compromesso dall'alcol. Ecco perché serve un tavolo tecnico di confronto da oltre 5 anni invocato da sempre fra istituzioni, ASL e Caritas. Anche perché quei vani tecnici dove si è consumata la morte vanno tenuti puliti e controllati, specie d'inverno quando è pericoloso anche per i nostri volontari avvicinarsi. Da due settimane era una palude impraticabile per le forti piogge».