La parola forte e il fascino del Battista
Il vangelo di oggi con don Vito Carpentiere
domenica 4 dicembre 2016
11.50
Dal vangelo secondo Matteo: "In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile»".
Siamo alla seconda tappa del tempo del nostro Avvento, che si situa tra la prima venuta di Gesù, quella nella storia, e la seconda, il suo ritorno, nella gloria. Così il "nostro" Avvento si carica di attesa e di vigilanza per scorgere i segni della presenza di Colui che viene sempre nelle pieghe nascoste della nostra vita e della storia dell'umanità. In questa seconda domenica tradizionalmente ci è presentato Giovanni Battista, il pre-cursore, che corre innanzi a Colui che deve venire per preparargli la strada. La figura del Battista è presentata con alcune caratteristiche: predica nel deserto di Giuda, praticamente alle porte di Gerusalemme, nella valle del Giordano, in cui immerge le folle che vi accorrono per un battesimo di conversione. E predica: Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino, è qui! E' vestito alla maniera degli antichi profeti e la cintura di pelle ai fianchi evoca la più antica e nota figura del profeta Elia, il profeta di fuoco. Il cibo di cui si nutre è singolare: cavallette e miele selvatico. Una curiosità: in quella zona desertica vi era una razza di cavallette, dette ofiòmache, che letteralmente significa "che uccidono il serpente"; questo per affermare la sua capacità di combattere il male. E poi il miele selvatico, che potrebbe indicare la dolcezza della Parola unita alla sua ruvida efficacia.
La predicazione del Battista, nella sua sobrietà, indica la realtà (il regno dei cieli è qui) e invita a un cambiamento (convertitevi) che interessa la mentalità prima che il semplice comportamento, è un invito a cambiare mentalità dal momento che la realtà di Dio è alle porte, è qui. E la sua parola non ha "peli sulla lingua" per nessuno. Non esita a rivolgersi ai gruppi religiosi che avevano la meglio, gli scribi e i farisei, chiamandoli "razza di vipere". Non ci deve spaventare questo linguaggio perché comunica un messaggio che indica l'urgenza a cambiare, invita a rinunciare al padre di tutti gli idoli, il mio "Io". Ritagliamoci, allora, un momento di deserto per mettere ordine nella nostra vita e scorgere la volontà del Signore su di noi.
Buona domenica.
don Vito
Siamo alla seconda tappa del tempo del nostro Avvento, che si situa tra la prima venuta di Gesù, quella nella storia, e la seconda, il suo ritorno, nella gloria. Così il "nostro" Avvento si carica di attesa e di vigilanza per scorgere i segni della presenza di Colui che viene sempre nelle pieghe nascoste della nostra vita e della storia dell'umanità. In questa seconda domenica tradizionalmente ci è presentato Giovanni Battista, il pre-cursore, che corre innanzi a Colui che deve venire per preparargli la strada. La figura del Battista è presentata con alcune caratteristiche: predica nel deserto di Giuda, praticamente alle porte di Gerusalemme, nella valle del Giordano, in cui immerge le folle che vi accorrono per un battesimo di conversione. E predica: Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino, è qui! E' vestito alla maniera degli antichi profeti e la cintura di pelle ai fianchi evoca la più antica e nota figura del profeta Elia, il profeta di fuoco. Il cibo di cui si nutre è singolare: cavallette e miele selvatico. Una curiosità: in quella zona desertica vi era una razza di cavallette, dette ofiòmache, che letteralmente significa "che uccidono il serpente"; questo per affermare la sua capacità di combattere il male. E poi il miele selvatico, che potrebbe indicare la dolcezza della Parola unita alla sua ruvida efficacia.
La predicazione del Battista, nella sua sobrietà, indica la realtà (il regno dei cieli è qui) e invita a un cambiamento (convertitevi) che interessa la mentalità prima che il semplice comportamento, è un invito a cambiare mentalità dal momento che la realtà di Dio è alle porte, è qui. E la sua parola non ha "peli sulla lingua" per nessuno. Non esita a rivolgersi ai gruppi religiosi che avevano la meglio, gli scribi e i farisei, chiamandoli "razza di vipere". Non ci deve spaventare questo linguaggio perché comunica un messaggio che indica l'urgenza a cambiare, invita a rinunciare al padre di tutti gli idoli, il mio "Io". Ritagliamoci, allora, un momento di deserto per mettere ordine nella nostra vita e scorgere la volontà del Signore su di noi.
Buona domenica.
don Vito