La macchina amministrativa barlettana, un vero capolavoro del "Metodo Maffei"
«Tanti costi e pochi risultati. C’è speranza per il futuro?». Interrogativi amari e accusatori
venerdì 2 marzo 2012
10.21
«Se volessimo raffigurare l'attuale Struttura Organizzativa Comunale, potremmo definirla "Modello ad Imbuto", composta da 15 Settori con a capo 15 Dirigenti. Un numero di Dirigenti quasi raddoppiato negli ultimi sei anni», così ha inizio la lettera firmata a sei mani da Franco Fucci (Cittadini in Movimento), Ignazio Vitrani (Vivi Barletta) e Rudy Pagazzo (Insieme si Può) nella quale il detto modello viene giudicato "Uno strano Modello Organizzativo", vero capolavoro del "Metodo Maffei" -rincarano la dose i tre firmatari del documento- «Tutte le decisioni devono passare dalle sue mani di Sindaco e pluri-Assessore, un concentrato di scienza e conoscenza. Egli non avendo né cultura organizzativa né tantomeno una chiara idea delle funzioni delegabili, accentra conoscenza e decisione (poca) convivendo tali azioni con pochi "intimi":il Dirigente dello Staff, per conforto; il Segretario Comunale, per esigenze puramente formali».
La lettera prosegue con un inquietante parallelismo storico: «Uno dei criteri ispiratori della riforma all'indomani di "mani pulite", è il principio di separazione tra politica e amministrazione, enunciato nell'art. 4 del D.Lgs. 165/2001, e che, nelle intenzioni, stabilisce una separazione netta tra politica e gestione. Il reclutamento e l'arrogante permanere in proroga perenne dei dirigenti da parte del Sindaco Maffei, in deroga al principio costituzionale del pubblico concorso, ha finito per introdurre elementi di spoil system e per accentuare il legame fiduciario tra Sindaco e Dirigenti, minacciando l'imparzialità e la professionalità di questi ultimi». Il fuoco del discorso muove poi verso la considerazione dei costi di un tale apparato amministrativo: «A parte i danni amministrativi provocati inevitabilmente dall'assurda strategia da "Collo di Imbuto" -si legge- diventa inevitabile chiedersi: quanto costa ai contribuenti tale pletora di Dirigenti a tempo "determinato", peraltro privi di coordinamento e di obiettivi? Ad oggi non è possibile dedurne il costo, verificata l'impossibilità di ricavarne i dati dal Portale dell'Amministrazione - eludendo la Legge in materia di trasparenza amministrativa -, per poterli comparare con quelli di Dirigenti a tempo indeterminato».
Tante le possibili soluzioni evidenziate: «Il vicino Comune di Bari, per ottimizzare le risorse ed erogare più Servizi Sociali, usa la scure e riduce le Ripartizioni da 69 a 51, per non parlare di ciò che hanno fatto il Sindaco Giuliano Pisapia a Milano e il Sindaco Luigi de Magistris a Napoli. Il loro slogan è "Semplificare per funzionare meglio". Il risultato più evidente della loro ristrutturazione, con riduzione delle postazioni dirigenziali, oltre che di carattere organizzativo, è anche e soprattutto economico-finanziario. Un duplice obiettivo: da un lato, rendere più efficiente la macchina amministrativa e, dall'altro, recuperare fondi da destinare a maggiori e migliori servizi da offrire alla collettività. Un'azione meritoria in ragione del crescente numero di indigenti e nuovi poveri provocati dalla insopportabile crisi economica».
Il nocciolo della questione sollevata da Fucci, Vitrani e Pagazzo resta però Barletta: «La razionalizzazione delle aree funzionali con la riduzione dei Settori, renderebbe la struttura Comunale più versatile ed elastica, con significativi miglioramenti dei flussi informativi interni ed esterni alla struttura. Con la creazione di Macro-Aree (Es. l'intero ambito degli Uffici Tecnici) e la conseguente razionalizzazione delle risorse umane esistenti, adeguatamente motivate e sensibilizzate, si ridurrebbe il numero delle posizioni Dirigenziali di quasi un terzo rispetto alle attuali 15. Un'ipotesi di lavoro tesa al miglioramento in termini funzionali e, soprattutto, a un più corretto utilizzo di risorse. Sicuramente un vantaggio per Cittadini e Imprese, ma anche un'opportunità di rilancio dell'Amministrazione Comunale in preda a litigiosità e "logiche di favore". Sino ad ora nulla di buono, ancora "provvisorietà" in stile Maffei.
Proroghe, soltanto decreti di proroga:
1. Decreto Sindacale n. 2 del 21 maggio 2011;
2. Decreto Sindacale n. 6 del 30 giugno 2011;
3. Decreto Sindacale n. 8 del 31 agosto 2011;
compresi i segnali preoccupanti che arrivano dal Palazzo su un'altra imminente proroga».
Un ultimo interrogativo, amaro e accusatorio al tempo stesso, chiude la lettera: «Cosa potrà su questo il povero Tavolo Politico della Coalizione, forte di un P.D. rigenerato e compatto? Il movimento fiorente della cittadinanza attiva, rafforzato dalla partecipazione sempre più folta di movimenti, associazioni, enti e cittadini, chiede decisioni di efficienza ed efficacia alla Pubblica Amministrazione, non esitando, nell'interesse dell'intera collettività, a denunciare qualsiasi abuso e sopruso per atti contrari alle leggi vigenti».
La lettera prosegue con un inquietante parallelismo storico: «Uno dei criteri ispiratori della riforma all'indomani di "mani pulite", è il principio di separazione tra politica e amministrazione, enunciato nell'art. 4 del D.Lgs. 165/2001, e che, nelle intenzioni, stabilisce una separazione netta tra politica e gestione. Il reclutamento e l'arrogante permanere in proroga perenne dei dirigenti da parte del Sindaco Maffei, in deroga al principio costituzionale del pubblico concorso, ha finito per introdurre elementi di spoil system e per accentuare il legame fiduciario tra Sindaco e Dirigenti, minacciando l'imparzialità e la professionalità di questi ultimi». Il fuoco del discorso muove poi verso la considerazione dei costi di un tale apparato amministrativo: «A parte i danni amministrativi provocati inevitabilmente dall'assurda strategia da "Collo di Imbuto" -si legge- diventa inevitabile chiedersi: quanto costa ai contribuenti tale pletora di Dirigenti a tempo "determinato", peraltro privi di coordinamento e di obiettivi? Ad oggi non è possibile dedurne il costo, verificata l'impossibilità di ricavarne i dati dal Portale dell'Amministrazione - eludendo la Legge in materia di trasparenza amministrativa -, per poterli comparare con quelli di Dirigenti a tempo indeterminato».
Tante le possibili soluzioni evidenziate: «Il vicino Comune di Bari, per ottimizzare le risorse ed erogare più Servizi Sociali, usa la scure e riduce le Ripartizioni da 69 a 51, per non parlare di ciò che hanno fatto il Sindaco Giuliano Pisapia a Milano e il Sindaco Luigi de Magistris a Napoli. Il loro slogan è "Semplificare per funzionare meglio". Il risultato più evidente della loro ristrutturazione, con riduzione delle postazioni dirigenziali, oltre che di carattere organizzativo, è anche e soprattutto economico-finanziario. Un duplice obiettivo: da un lato, rendere più efficiente la macchina amministrativa e, dall'altro, recuperare fondi da destinare a maggiori e migliori servizi da offrire alla collettività. Un'azione meritoria in ragione del crescente numero di indigenti e nuovi poveri provocati dalla insopportabile crisi economica».
Il nocciolo della questione sollevata da Fucci, Vitrani e Pagazzo resta però Barletta: «La razionalizzazione delle aree funzionali con la riduzione dei Settori, renderebbe la struttura Comunale più versatile ed elastica, con significativi miglioramenti dei flussi informativi interni ed esterni alla struttura. Con la creazione di Macro-Aree (Es. l'intero ambito degli Uffici Tecnici) e la conseguente razionalizzazione delle risorse umane esistenti, adeguatamente motivate e sensibilizzate, si ridurrebbe il numero delle posizioni Dirigenziali di quasi un terzo rispetto alle attuali 15. Un'ipotesi di lavoro tesa al miglioramento in termini funzionali e, soprattutto, a un più corretto utilizzo di risorse. Sicuramente un vantaggio per Cittadini e Imprese, ma anche un'opportunità di rilancio dell'Amministrazione Comunale in preda a litigiosità e "logiche di favore". Sino ad ora nulla di buono, ancora "provvisorietà" in stile Maffei.
Proroghe, soltanto decreti di proroga:
1. Decreto Sindacale n. 2 del 21 maggio 2011;
2. Decreto Sindacale n. 6 del 30 giugno 2011;
3. Decreto Sindacale n. 8 del 31 agosto 2011;
compresi i segnali preoccupanti che arrivano dal Palazzo su un'altra imminente proroga».
Un ultimo interrogativo, amaro e accusatorio al tempo stesso, chiude la lettera: «Cosa potrà su questo il povero Tavolo Politico della Coalizione, forte di un P.D. rigenerato e compatto? Il movimento fiorente della cittadinanza attiva, rafforzato dalla partecipazione sempre più folta di movimenti, associazioni, enti e cittadini, chiede decisioni di efficienza ed efficacia alla Pubblica Amministrazione, non esitando, nell'interesse dell'intera collettività, a denunciare qualsiasi abuso e sopruso per atti contrari alle leggi vigenti».