La lotta alla violenza di genere è diventata finalmente legge
L'unanime «sì» del consiglio regionale: 20 articoli e costante monitoraggio
mercoledì 25 giugno 2014
È in un'aula commossa che il Consiglio regionale approva all'unanimità quello che di fatto è l'ultimo atto del lavoro della neoeletta parlamentare europea Elena Gentile: la legge con la quale la Regione Puglia intende contrastare e prevenire la violenza di genere. «È il punto di arrivo di un impegnativo e complesso percorso di lavoro avviatosi nell'aprile del 2013, condiviso e concertato con i territori, gli uomini e le donne della Puglia» ha detto in aula. «Questa legge vuole considerare e rafforzare le rete dei servizi territoriali e l'impegno dell'amministrazione regionale in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza di genere. Abbiamo voluto queste nuove regole per consolidare e potenziare la rete ed i servizi territoriali che spesso hanno assicurato interventi urgenti e indifferibili contando esclusivamente sull'impegno volontario delle operatrici dei centri antiviolenza».
La legge si compone di venti articoli che nella prima parte declinano i principi le definizioni le finalità e gi obiettivi, nella seconda il sistema delle responsabilità sia regionali sia delle autonomie locali, nella terza ed ultima struttura il sistema di governance. All'interno del sistema di governance è prevista una Task force permanente che ha il compito di predisporre strumenti operativi integrati per l'attuazione della norma. Ruolo cardine viene affidato al costante monitoraggio del fenomeno, con una sezione dedicata all'osservatorio regionale delle politiche sociali. È prevista anche la possibilità per la Regione di costruirsi parte civile nei procedimenti penali per violenza con l'impegno di devolvere l'eventuale risarcimento del danno alle vittime degli atti di violenza.
Tanti i consiglieri che hanno espresso parere positivo a questo importantissimo traguardo. «Un punto di partenza di un percorso che riconosca e valorizzi l'assoluta centralità della figura femminile, che abbatta gli ultimi steccati e pregiudizi, adegui la politica nel suo complesso e a ogni livello a cambiamenti in atto da tempo nella società, difenda e preservi il ruolo e il corpo delle donne, ne esalti forza e coraggio e non ne accentui debolezze vere o presunte» sottolinea il consigliere dell'Ncd Lanzillotta. «Oggi, una donna, in Puglia, trovera dalla sua parte un muro alto e solido che la proteggerà da tutte le forme di violenza di genere, a cominciare da quelle che può subire in famiglia - ha commentato il consigliere barlettano Pastore - Ora, però, la palla torna sul campo della società civile. Le leggi, quelle nazionali, quella regionale, ci sono, ci sono i trattati internazionali. Ma se tutto ciò non è supportato da una attenzione concreta e critica a quello che accade. In Italia e in Puglia, abbiamo maturato una coscienza civile che, però, ogni tanto, come purtroppo ci suggeriscono storie di cronaca nera efferate (non ne sono mancate negli ultimi giorni), salta, va in corto circuito. Dobbiamo coglierne i segni e prevenire il peggio». «Una legge di civiltà - spiega il consigliere del Pd Epifani - che fa del soggetto politico un soggetto decisivo nel fornire aiuto alle donne vittime di violenza. Con questo provvedimento la Regione si fa parte attiva nel percorso di sostegno alle donne: con interventi a valle, attraverso il potenziamento di quell'aiuto materiale e psicologico che forniscono i centri Antiviolenza, e a monte, mediante campagne di sensibilizzazione volte a smontare i pregiudizi di genere
Tra il 2011 e il 2014 sono sette le Regioni italiane che hanno approvato una propria legge sul contrasto alla violenza di genere: Veneto, Campania, Lombardia, Sicilia, Lazio, Valle D'Aosta e Sardegna. In Puglia al gennaio 2014 risultano operativi 18 centri antiviolenza, 7 case rifugio e 2 case rifugio per vittime di tratta.
La legge si compone di venti articoli che nella prima parte declinano i principi le definizioni le finalità e gi obiettivi, nella seconda il sistema delle responsabilità sia regionali sia delle autonomie locali, nella terza ed ultima struttura il sistema di governance. All'interno del sistema di governance è prevista una Task force permanente che ha il compito di predisporre strumenti operativi integrati per l'attuazione della norma. Ruolo cardine viene affidato al costante monitoraggio del fenomeno, con una sezione dedicata all'osservatorio regionale delle politiche sociali. È prevista anche la possibilità per la Regione di costruirsi parte civile nei procedimenti penali per violenza con l'impegno di devolvere l'eventuale risarcimento del danno alle vittime degli atti di violenza.
Tanti i consiglieri che hanno espresso parere positivo a questo importantissimo traguardo. «Un punto di partenza di un percorso che riconosca e valorizzi l'assoluta centralità della figura femminile, che abbatta gli ultimi steccati e pregiudizi, adegui la politica nel suo complesso e a ogni livello a cambiamenti in atto da tempo nella società, difenda e preservi il ruolo e il corpo delle donne, ne esalti forza e coraggio e non ne accentui debolezze vere o presunte» sottolinea il consigliere dell'Ncd Lanzillotta. «Oggi, una donna, in Puglia, trovera dalla sua parte un muro alto e solido che la proteggerà da tutte le forme di violenza di genere, a cominciare da quelle che può subire in famiglia - ha commentato il consigliere barlettano Pastore - Ora, però, la palla torna sul campo della società civile. Le leggi, quelle nazionali, quella regionale, ci sono, ci sono i trattati internazionali. Ma se tutto ciò non è supportato da una attenzione concreta e critica a quello che accade. In Italia e in Puglia, abbiamo maturato una coscienza civile che, però, ogni tanto, come purtroppo ci suggeriscono storie di cronaca nera efferate (non ne sono mancate negli ultimi giorni), salta, va in corto circuito. Dobbiamo coglierne i segni e prevenire il peggio». «Una legge di civiltà - spiega il consigliere del Pd Epifani - che fa del soggetto politico un soggetto decisivo nel fornire aiuto alle donne vittime di violenza. Con questo provvedimento la Regione si fa parte attiva nel percorso di sostegno alle donne: con interventi a valle, attraverso il potenziamento di quell'aiuto materiale e psicologico che forniscono i centri Antiviolenza, e a monte, mediante campagne di sensibilizzazione volte a smontare i pregiudizi di genere
Tra il 2011 e il 2014 sono sette le Regioni italiane che hanno approvato una propria legge sul contrasto alla violenza di genere: Veneto, Campania, Lombardia, Sicilia, Lazio, Valle D'Aosta e Sardegna. In Puglia al gennaio 2014 risultano operativi 18 centri antiviolenza, 7 case rifugio e 2 case rifugio per vittime di tratta.