La Guardia di Finanza di Barletta mette a segno un altro colpo contro i tombaroli
Sgominata una banda di tombaroli a Canosa, sequestrati reperti archeologici per un valore di 200.000 euro. Ennesima azione per la tutela del patrimonio archeologico
venerdì 18 giugno 2010
19.28
La Guardia di Finanza di Barletta ha sgominato un'altra banda di sei tombaroli canosini, colti in flagrante ieri pomeriggio mentre stavano estraendo molti reperti da una tomba in un terreno agricolo nei pressi del cimitero di Canosa, prospiciente la strada. I finanzieri sono intervenuti dopo un lungo appostamento nella zona, utilizzando anche visori e riprese notturne. La banda di tombaroli era così suddivisa: due uomini fungevano da palio controllando la zona, un addetto alla scavatrice,un addetto al trasporto dei reperti in un tendone nelle vicinanze, e i tombaroli stessi che estraevano i reperti in superficie.
La tomba, situata ad una profondità di tre metri, risale IV sec. avanti Cristo,in una zona ad alta densità di antichi sepolcreti. La dottoressa Daniela Tansella della Sovraintendenza ai Beni archeologici di Bari, ha descritto i vari reperti archeologici, all'incirca 50, tutti databili tra il IV e il VI sec. avanti Cristo, consistevano in un prezioso cratere a campana a sfondo nero con figure rosse, vari vasi e testine votive, un poppatoio usato nelle sepolture infantili, altri vasi e contenitori per unguenti ,tutti di epoca dauna. Se venduti sul mercato nero avrebbero fruttato almeno 200.000 euro. Tutti i componenti della banda di tombaroli sono stati denunciati a piede libero. Questa è stata l'ennesima azione messa a segno per la tutela del territorio di Canosa, prestigiosa e importante zona archeologica.
Inoltre è stata forte la gratitudine del Sindaco di Canosa, Francesco Ventola, per il recupero dei reperti archeologici operato dalla Guardia di Finanza in zona Piano San Giovanni a Canosa di Puglia: «Sono fortemente compiaciuto e grato per l'operazione portata a compimento dalla Compagnia della guardia di finanza di Barletta, diretta dal Capitano Giulio Di Leo, che ha consentito di recuperare e consegnare al patrimonio pubblico reperti di un corredo funerario importante, questo il primo commento del sindaco Francesco Ventola, a seguito alle notizie ricevute di prima mano al sequestro dei beni ed alla cattura in flagranza di reato dei responsabili. In tal senso, per, non posso non esprimere il rammarico per il continuo stillicidio che il nostro patrimonio continua a subire. All'incalcolabile danno, si aggiunge quello arrecato al lavoro degli studiosi nella composizione dei tanti tasselli della nostra storia ultramillenaria e stratificata. Ma la consapevolezza e l'atteggiamento della gente per questa grande risorsa - ha concluso il primo cittadino -, sono cambiati e la prospettiva di un idoneo contenitore museale in cui raccogliere e raccontare la storia del nostro territorio, anche per queste ragioni deve essere quanto più breve possibile».
La tomba, situata ad una profondità di tre metri, risale IV sec. avanti Cristo,in una zona ad alta densità di antichi sepolcreti. La dottoressa Daniela Tansella della Sovraintendenza ai Beni archeologici di Bari, ha descritto i vari reperti archeologici, all'incirca 50, tutti databili tra il IV e il VI sec. avanti Cristo, consistevano in un prezioso cratere a campana a sfondo nero con figure rosse, vari vasi e testine votive, un poppatoio usato nelle sepolture infantili, altri vasi e contenitori per unguenti ,tutti di epoca dauna. Se venduti sul mercato nero avrebbero fruttato almeno 200.000 euro. Tutti i componenti della banda di tombaroli sono stati denunciati a piede libero. Questa è stata l'ennesima azione messa a segno per la tutela del territorio di Canosa, prestigiosa e importante zona archeologica.
Inoltre è stata forte la gratitudine del Sindaco di Canosa, Francesco Ventola, per il recupero dei reperti archeologici operato dalla Guardia di Finanza in zona Piano San Giovanni a Canosa di Puglia: «Sono fortemente compiaciuto e grato per l'operazione portata a compimento dalla Compagnia della guardia di finanza di Barletta, diretta dal Capitano Giulio Di Leo, che ha consentito di recuperare e consegnare al patrimonio pubblico reperti di un corredo funerario importante, questo il primo commento del sindaco Francesco Ventola, a seguito alle notizie ricevute di prima mano al sequestro dei beni ed alla cattura in flagranza di reato dei responsabili. In tal senso, per, non posso non esprimere il rammarico per il continuo stillicidio che il nostro patrimonio continua a subire. All'incalcolabile danno, si aggiunge quello arrecato al lavoro degli studiosi nella composizione dei tanti tasselli della nostra storia ultramillenaria e stratificata. Ma la consapevolezza e l'atteggiamento della gente per questa grande risorsa - ha concluso il primo cittadino -, sono cambiati e la prospettiva di un idoneo contenitore museale in cui raccogliere e raccontare la storia del nostro territorio, anche per queste ragioni deve essere quanto più breve possibile».