La Giovane Italia Bat propone una petizione contro i mafiosi
I mafiosi perdano il diritto di voto e di candidatura, a vita, senza alcuno sconto di pena. Giovane Italia Bat «Sogniamo un’ Italia onesta e forte nella sua moralità»
sabato 24 luglio 2010
19.00
«Sogniamo un' Italia onesta e forte nella sua moralità la cui classe dirigente sia degna dell'incarico che il popolo le ha affidato, infaticabile, pronta a confrontarsi con il potere e certa di vincere la sfida. Sogniamo l'Italia del merito, lontana dal sistema di cooptazione, dalle baronie, dalle clientele e dalla politica delle categorie e delle caste. Sogniamo un'Italia giusta dove sia garantita la certezza della pena e una risoluzione rapida dei processi». Questo è quanto dichiara la Giovane Italia Bat in una nota.
Proprio in linea con quanto suddetto, il movimento giovanile del PdL propone una petizione popolare affinchè i mafiosi perdano il diritto di voto e di candidatura, a vita, e senza alcuno sconto di pena.
Per questo motivo sarà possibile, rivolgendosi alla sede e agli esponenti locali della Giovane Italia di ogni città della Bat, partecipare a questa raccolta firme.
Di seguito riportiamo il contenuto della petizione che vedrà coinvolta, prossimamente, anche Barletta:
«La presente petizione è promossa dalle cittadine e dai cittadini italiani, visto
- Che l'associazione mafiosa ex art.416bis c.p. prevede, tra i vari elementi caratterizzanti, l'avvalersi della forza di intimidazione del vincolo associativo […]al fine di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali;
- Che l'interdizione dai pubblici uffici e le pene accessorie vengono comminate, salvo alcune fattispecie, in base all'entità della pena commisurata e non alla pena edittale. Dipendono, cioè, dalla pena indicata dal giudice nella sentenza di condanna che l'imputato dovrà scontare, e non dalla pena prevista per un tipo particolare di reato;
- Che a pene commisurate e scontate inferiori a 5 anni, non sarà applicata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Considerato
- Che il controllo del voto è ormai la prassi che la criminalità organizzata segue per il controllo della vita amministrativa degli enti locali e dello Stato;
- Che è ormai certo il tentativo della criminalità di stampo mafioso di corrompere dirigenti e politici e di inserire nella vita politica personaggi legati alle "cosche";
- Che l'istituto della riabilitazione annulla gli effetti dell'interdizione: scontata la pena, quindi, il "mafioso" rientra nelle liste elettorali a disposizione della criminalità organizzata garantendole una capacità di infiltrazione nella Pubblica Amministrazione e rendendo appetibile il contatto con la mafia per chi non ha scrupoli.
Chiediamo:
- Che per tutti i reati associativi di stampo mafioso e per i reati che favoriscano la criminalità organizzata ad ogni titolo, venga prevista l'esclusione a vita dal diritto di voto;
- Che come conseguenza della mancata iscrizione nelle liste elettorali sia prevista l'impossibilità di godimento del diritto di elettorato passivo, quindi la non candidabilità;
- Che non sia possibile per gli imputati in processi di mafia accedere ai riti alternativi che prevedono una riduzione nella commisurazione della pena;
- Che non sia possibile, per i condannati in via definitiva per reati attinenti l'associazione mafiosa, accedere all'istituto della riabilitazione».
Proprio in linea con quanto suddetto, il movimento giovanile del PdL propone una petizione popolare affinchè i mafiosi perdano il diritto di voto e di candidatura, a vita, e senza alcuno sconto di pena.
Per questo motivo sarà possibile, rivolgendosi alla sede e agli esponenti locali della Giovane Italia di ogni città della Bat, partecipare a questa raccolta firme.
Di seguito riportiamo il contenuto della petizione che vedrà coinvolta, prossimamente, anche Barletta:
«La presente petizione è promossa dalle cittadine e dai cittadini italiani, visto
- Che l'associazione mafiosa ex art.416bis c.p. prevede, tra i vari elementi caratterizzanti, l'avvalersi della forza di intimidazione del vincolo associativo […]al fine di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali;
- Che l'interdizione dai pubblici uffici e le pene accessorie vengono comminate, salvo alcune fattispecie, in base all'entità della pena commisurata e non alla pena edittale. Dipendono, cioè, dalla pena indicata dal giudice nella sentenza di condanna che l'imputato dovrà scontare, e non dalla pena prevista per un tipo particolare di reato;
- Che a pene commisurate e scontate inferiori a 5 anni, non sarà applicata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Considerato
- Che il controllo del voto è ormai la prassi che la criminalità organizzata segue per il controllo della vita amministrativa degli enti locali e dello Stato;
- Che è ormai certo il tentativo della criminalità di stampo mafioso di corrompere dirigenti e politici e di inserire nella vita politica personaggi legati alle "cosche";
- Che l'istituto della riabilitazione annulla gli effetti dell'interdizione: scontata la pena, quindi, il "mafioso" rientra nelle liste elettorali a disposizione della criminalità organizzata garantendole una capacità di infiltrazione nella Pubblica Amministrazione e rendendo appetibile il contatto con la mafia per chi non ha scrupoli.
Chiediamo:
- Che per tutti i reati associativi di stampo mafioso e per i reati che favoriscano la criminalità organizzata ad ogni titolo, venga prevista l'esclusione a vita dal diritto di voto;
- Che come conseguenza della mancata iscrizione nelle liste elettorali sia prevista l'impossibilità di godimento del diritto di elettorato passivo, quindi la non candidabilità;
- Che non sia possibile per gli imputati in processi di mafia accedere ai riti alternativi che prevedono una riduzione nella commisurazione della pena;
- Che non sia possibile, per i condannati in via definitiva per reati attinenti l'associazione mafiosa, accedere all'istituto della riabilitazione».