La fontana di San Ruggiero nell'ombra del degrado di Canne della Battaglia

L'antico abbeveratoio soffre la sete dell'incoscienza

giovedì 9 luglio 2015
A cura di Viviana Damore
Pezzi di storia giacciono abbandonati nei pressi della nostra città, pezzi di fortunata memoria decadono sotto gli occhi poco attenti di chi è incapace di amare le proprie origini. Immerso nella campagna dell'hinterland barlettano il sito archeologico di Canne della Battaglia, vive "nel lato oscuro", soffrendo dell'incuria e della inciviltà. Niente di nuovo ai nostri occhi e alle nostre orecchie, ormai saldamente abituati e anestetizzati a notizie del genere.

In questi giorni abbiamo deciso di fare un giro nella cittadella, celebre ricordo della più grande disfatta subita dai romani. Oltre al sito opportunisticamente e all'occorrenza "rimbellettato", preoccupa lo stato di abbandono in cui versa la storica Fontana di San Ruggiero, risalente al XII secolo. La fontana intitolata al santo patrono di Barletta è immersa nelle piante che rigogliose sono sorte sovrastandola, non essendo stata effettuata nessuna attività manutentiva nel corso degli ultimi anni. Oltre alle piante e a strati muschiosi che ricoprono l'intera struttura dell'antico abbeveratoio, da anni ormai le pareti che racchiudono la fontana sono state imbrattate con murales d'ogni tipo, rimasugli d'amore che non è quello per il proprio patrimonio culturale (come si può vedere nelle foto gentilmente concesse a BarlettaViva da Nino Vinella, presidente del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ndr).

La fonte di San Ruggiero, come riporta una targa affissa sulle pareti, sarebbe stata restaurata l'ultima volta nel 1985, da allora però nulla si è più tentato per riportare all'antico splendore una così importante testimonianza d'antichità. In questi anni si sono susseguiti numerosi appelli del Comitato Pro canne della Battaglia, che da anni si batte e mostra il suo costante zelo nel ricordare quali siano le più gravi problematiche legate allo stato di abbandono in cui versa la cittadella.

La minaccia del disinteresse si è fatta più forte qualche mese fa, quando la notizia del pericolo di crollo per l'antica struttura ha smosso molte coscienze. Essendo la proprietà della zona intitolata ad un privato, un'ordinanza comunale ha previsto il transennamento del luogo e i proprietari sono stati sollecitati ad una celere operazione di messa in sicurezza, per frenare lo stato di degrado del monumento.

Una zona che potrebbe, anzi dovrebbe rientrare tra i percorsi turistici obbligati del nostro territorio, evidentemente non ritenuta ancora degna di nota dai soggetti che si occupano della promozione territoriale. Una zona che narra della nostra umile antichità, che tramanda fedi e tradizioni barlettane da riscoprire e perpetrare. Un tempo la zona era lambita dal mare Adriatico, ora è violentata da crepe, lesioni e profonde infiltrazioni che lacerano la memoria della collettività. Lo stato di grave abbandono costituisce un rischio per l'incolumità pubblica, la situazione di "gravi lesioni alle strutture murarie portanti oltre che la scomparsa di materiale tufaceo" (come riportato dal sopralluogo del tecnico dell'edilizia pubblica e privata ndr) rivela anche alcuni tentativi di furto.

Cosa avrebbe pensato l'antico vescovo di Canne, poi protettore di Barletta, se avesse assistito al lento degrado dell'antico abbeveratoio posto in antichità sulla via della transumanza al servizio della Masseria detta "di Canne"? Forse una nuova guerra punica potrebbe ridestare gli animi sopiti di chi si adagia sugli allori dell'incoscienza? Proveremo a cercare un nuovo Annibale, se non altro almeno le guerre riescono a catturare l'attenzione e a smuovere i grandi interessi.
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