La donne e il mondo del lavoro: presentato il progetto M.AF.A.L.D.A.
Iniziative per i diritti femminili e il rispetto dell’affettività in campo lavorativo. Sensibilizzazione, ma nessuna concreta conseguenza sull’occupazionalità
lunedì 28 novembre 2011
13.35
Mafalda. E' il nome della ribelle protagonista della famosa striscia a fumetti dell'argentino Quino, caratterizzata da carattere spavaldo e amletici interrogativi sull'umanità. E' anche il nome di battesimo della figlia dell'assessore provinciale alle politiche sociali, alla famiglia e alle pari opportunità Carmelinda Lombardi. E' infine il nome, sotto forma di acronimo, di un progetto (Misure a favore di azioni per il lavoro, i diritti e le affettività) presentato presso la sede della provincia di Barletta-Andria-Trani.
Grazie alle risorse messe a bando dalla Regione Puglia per la creazione dei Patti Sociali di Genere territoriali, con un finanziamento pubblico di 165.000 euro, il progetto M.AF.A.L.D.A. costituisce il primo Patto Sociale di Genere della sesta provincia e prevede una serie di attività volte a promuovere la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, la conciliazione dei tempi vita/lavoro, il sostegno alla genitorialità consapevole e una cultura attenta alle differenze di genere. Tre rocchetti colorati sono stati la campagna pubblicitaria di questa presentazione, per i tre ambiti di attinenza del progetto, e cioè lavoro, diritti e affettività.
Obiettivi del progetto M.AF.A.L.D.A. sono, in sintesi:
• Informazioni e servizi per verificare la fattibilità delle idee imprenditoriali;
• Start up d'impresa (procedure burocratiche per avviare o per potenziare un'attività economica);
• Amministrazione contabile e finanziaria d'azienda, sicurezza sul lavoro;
• Bandi e scadenze;
• Counseling aziendale (servizi e interventi per lo sviluppo delle imprese esistenti);
• Orientamento a percorsi formativi.
Si tratta quindi di una serie di iniziative che non realizzano nulla nella stretta concretezza dell'occupazione: non si parla né di posti di lavoro né di concreti vantaggi alle donne inoccupate, né di misure per favorire l'assunzione delle donne nelle aziende. Nulla di tutto questo. Ciò che la Provincia offre sono solo misure a favore di future azioni occupazionali, quasi un'opera di sensibilizzazione che si concretizza solo nella burocrazia dei centri per l'impiego territoriali, un semplice sostegno morale alla donne che vuole iniziare un'attività imprenditoriale.
In sala, per la presentazione, erano presenti numerosi studenti e studentesse, non quali reali interlocutori del progetto, ma come contenitori inconsapevoli delle tribolanti problematiche del mondo del lavoro, per sensibilizzarli e prepararli, per spiegare loro che oggi c'è ancora bisogno di progetti come questi per valorizzare l'occupazione femminile, la quale – nonostante tutto – oggigiorno non è per nulla paritaria rispetto alle possibilità lavorative di un qualsiasi cittadino di sesso maschile.
Grazie alle risorse messe a bando dalla Regione Puglia per la creazione dei Patti Sociali di Genere territoriali, con un finanziamento pubblico di 165.000 euro, il progetto M.AF.A.L.D.A. costituisce il primo Patto Sociale di Genere della sesta provincia e prevede una serie di attività volte a promuovere la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, la conciliazione dei tempi vita/lavoro, il sostegno alla genitorialità consapevole e una cultura attenta alle differenze di genere. Tre rocchetti colorati sono stati la campagna pubblicitaria di questa presentazione, per i tre ambiti di attinenza del progetto, e cioè lavoro, diritti e affettività.
Obiettivi del progetto M.AF.A.L.D.A. sono, in sintesi:
• Informazioni e servizi per verificare la fattibilità delle idee imprenditoriali;
• Start up d'impresa (procedure burocratiche per avviare o per potenziare un'attività economica);
• Amministrazione contabile e finanziaria d'azienda, sicurezza sul lavoro;
• Bandi e scadenze;
• Counseling aziendale (servizi e interventi per lo sviluppo delle imprese esistenti);
• Orientamento a percorsi formativi.
Si tratta quindi di una serie di iniziative che non realizzano nulla nella stretta concretezza dell'occupazione: non si parla né di posti di lavoro né di concreti vantaggi alle donne inoccupate, né di misure per favorire l'assunzione delle donne nelle aziende. Nulla di tutto questo. Ciò che la Provincia offre sono solo misure a favore di future azioni occupazionali, quasi un'opera di sensibilizzazione che si concretizza solo nella burocrazia dei centri per l'impiego territoriali, un semplice sostegno morale alla donne che vuole iniziare un'attività imprenditoriale.
In sala, per la presentazione, erano presenti numerosi studenti e studentesse, non quali reali interlocutori del progetto, ma come contenitori inconsapevoli delle tribolanti problematiche del mondo del lavoro, per sensibilizzarli e prepararli, per spiegare loro che oggi c'è ancora bisogno di progetti come questi per valorizzare l'occupazione femminile, la quale – nonostante tutto – oggigiorno non è per nulla paritaria rispetto alle possibilità lavorative di un qualsiasi cittadino di sesso maschile.
Partners del progetto sono l'agenzia per l'inclusione sociale, i Centri per l'Impiego della provincia Bat, la CISL e CGIL regionali, la UIL provinciale, il CNA regionale, Confesercenti Provinciale Bat e Confcooperative regionale.
Di particolare interesse è la costituzione dello Sportello Impresa Donna con sede a Trani in Viale De Gemmis, 42/44, attivo tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 - 13:00 ed il martedì 14.30-18:30, tel. 0883.1978180 e-mail: politiche.sociali@provincia.bt.it, presso il quale i rappresentanti delle associazioni di categoria, come Confesercenti Provinciale Bat, CNA ed Unimpresa, offrono consulenza, individuale e di gruppo.
Di particolare interesse è la costituzione dello Sportello Impresa Donna con sede a Trani in Viale De Gemmis, 42/44, attivo tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 - 13:00 ed il martedì 14.30-18:30, tel. 0883.1978180 e-mail: politiche.sociali@provincia.bt.it, presso il quale i rappresentanti delle associazioni di categoria, come Confesercenti Provinciale Bat, CNA ed Unimpresa, offrono consulenza, individuale e di gruppo.