La difesa di Giovanni Turi, il consulente fiscale di Giuseppe Antonucci
Fake tax Credits, Il consulente nega tutti gli addebiti e riferisce di altri. Le indagini potrebbero ulteriormente estendersi
sabato 19 gennaio 2013
Si è difeso da un lato negando gli addebiti per cui è finito in carcere e dall'altro riferendo di altre persone. Questo, in sintesi, l'interrogatorio di garanzia reso stamattina dal quarantottenne barlettano Giovanni Turi, il consulente fiscale dell'imprenditore edile Giuseppe Antonucci arrestato giovedì nell'ambito dell'inchiesta sulla maxi evasione fiscale di cui si sarebbero rese responsabili diverse società riconducibili alla famiglia Antonucci. Barlettalife ha di recente riportato la conclusione delle indagini.
Davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani, Rossella Volpe, Turi ha negato quel ruolo di "mente" ed "ispiratore" che gli addebita il pubblico ministero Michele Ruggiero. Inoltre il consulente ha sostenuto di non essere il solo fiscalista di Antonucci. Dunque le indagini della procura tranese, condotte dalla Guardia di Finanza di Barletta, potrebbero estendersi per accertare altri eventuali coinvolgimenti nei presunti illeciti sui 6 milioni di euro di ricavi non assoggettati ad imposizione fiscale grazie a strumentali compensazioni. Così come le attenzioni investigative potrebbero accendersi su altri familiari di Antonucci su cui ha pure riferito Turi. Familiari, a quanto sembra, diversi dalla moglie Angela Gianfrancesco e dalla figlia Arcangela finite agli arresti domiciliari il 3 dicembre insieme allo stesso Giuseppe Antonucci; poi tutti sono tornati in libertà. Nei rispettivi interrogatori di garanzia del mese scorso, moglie e figlia si dissero estranee alle vicende imprenditoriali perché solo nominalmente interessate alla gestione della società, mentre Giuseppe Antonucci riversò diversi addebiti proprio su Turi.
Alla luce dell'interrogatorio di quest'ultimo, le indagini potrebbero estendersi ulteriormente. Nel frattempo l'avvocato Giuseppe Cioce, legale di Turi, nelle prossime ore presenterà al gip Volpe istanza di remissione in libertà del consulente e in subordine richiesta di arresti domiciliari. Per ora dunque il consulente fiscale resta nel carcere di Trani.
Davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani, Rossella Volpe, Turi ha negato quel ruolo di "mente" ed "ispiratore" che gli addebita il pubblico ministero Michele Ruggiero. Inoltre il consulente ha sostenuto di non essere il solo fiscalista di Antonucci. Dunque le indagini della procura tranese, condotte dalla Guardia di Finanza di Barletta, potrebbero estendersi per accertare altri eventuali coinvolgimenti nei presunti illeciti sui 6 milioni di euro di ricavi non assoggettati ad imposizione fiscale grazie a strumentali compensazioni. Così come le attenzioni investigative potrebbero accendersi su altri familiari di Antonucci su cui ha pure riferito Turi. Familiari, a quanto sembra, diversi dalla moglie Angela Gianfrancesco e dalla figlia Arcangela finite agli arresti domiciliari il 3 dicembre insieme allo stesso Giuseppe Antonucci; poi tutti sono tornati in libertà. Nei rispettivi interrogatori di garanzia del mese scorso, moglie e figlia si dissero estranee alle vicende imprenditoriali perché solo nominalmente interessate alla gestione della società, mentre Giuseppe Antonucci riversò diversi addebiti proprio su Turi.
Alla luce dell'interrogatorio di quest'ultimo, le indagini potrebbero estendersi ulteriormente. Nel frattempo l'avvocato Giuseppe Cioce, legale di Turi, nelle prossime ore presenterà al gip Volpe istanza di remissione in libertà del consulente e in subordine richiesta di arresti domiciliari. Per ora dunque il consulente fiscale resta nel carcere di Trani.