La Bat farà ricorso al Tar del Lazio
Dentamaro chiede più tempo per le proposte di riordino delle province. Ventola: «Criteri del Governo insufficienti a giustificare l’abolizione della provincia»
sabato 15 settembre 2012
13.07
"I termini fissati dalla Legge per l'attuazione dei vari step in previsione della proposta di riordino che dovrà essere formulata dal consiglio regionale entro il 24 Ottobre p.v., sono molto stringenti, se non si ha intenzione di demandare al Governo nazionale il compito di definire il nuovo assetto territoriale delle province - così ha affermato l'assessora al Federalismo ed Enti Locali Marida Dentamaro, partecipando in video-conferenza alla riunione della Commissione Affari Istituzionali della Conferenza delle Regioni - Atteso che in questa fase è opportuno avere certezza in merito all'impianto normativo, la cui modifica potrebbe incidere in modo decisivo sulle valutazioni di ciascuna Regione, alla luce della questione sulla legittimità costituzionale di alcuni articoli della Legge, sollevata da diverse Regioni sarebbe auspicabile una verifica sulla disponibilità del Governo a posticipare il termine di presentazione delle proposte di riordino, successivamente alla data del 6 novembre p.v., data in cui la Corte Costituzionale si pronuncerà nel merito."
Intanto la giunta provinciale della Bat, come aveva annunciato il presidente Francesco Ventola ai microfoni di Barlettalife, con delibera n. 67 del 13 Settembre, che trovate di seguito in allegato, ha deciso di impugnare dinanzi al Tar del Lazio la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 Luglio scorso, avente ad oggetto "Determinazione dei criteri per il riordino delle Province a norma dell'art. 17, comma 2, del D.L. n.95 del 6 Luglio 2012", che ha fissato i requisiti minimi, per il mantenimento delle province, a 2.500 km² per la superfice e 350.000 abitanti per la popolazione (requisiti tra i quali, come sappiamo, la Bat possiede solo quello relativo al numero di abitanti). Un'impugnativa, si legge nella delibera, "sia in ordine ai profili di legittimità amministrativa che in ordine ai profili di illegittimità costituzionale", visto che, secondo Ventola, la suddetta deliberazione del Consiglio dei Ministri, "presenta vizi plurimi di legittimità" su entrambi i piani, e "produce gravi danni alla comunità provinciale che vedrebbe fortemente sacrificata l'autonomia del suo territorio ricco di storia arte e cultura".
Ventola, come emerge dal testo della delibera di giunta, riferisce inoltre che "i soli criteri dell'estensione territoriale e del numero degli abitanti non sono sufficienti a giustificare l'abolizione della Provincia stessa e risultano oltremodo rigidi ed inidonei a favorire un equilibrato riordino che tenga conto delle peculiarità degli enti interessati". Dove si vuole arrivare con questo ricorso? Sono davvero i criteri in questione il vero vulnus di questa riforma delle province? Ora una cosa è certa. Lo scenario si complica, le soluzioni si allontanano.
Intanto la giunta provinciale della Bat, come aveva annunciato il presidente Francesco Ventola ai microfoni di Barlettalife, con delibera n. 67 del 13 Settembre, che trovate di seguito in allegato, ha deciso di impugnare dinanzi al Tar del Lazio la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 Luglio scorso, avente ad oggetto "Determinazione dei criteri per il riordino delle Province a norma dell'art. 17, comma 2, del D.L. n.95 del 6 Luglio 2012", che ha fissato i requisiti minimi, per il mantenimento delle province, a 2.500 km² per la superfice e 350.000 abitanti per la popolazione (requisiti tra i quali, come sappiamo, la Bat possiede solo quello relativo al numero di abitanti). Un'impugnativa, si legge nella delibera, "sia in ordine ai profili di legittimità amministrativa che in ordine ai profili di illegittimità costituzionale", visto che, secondo Ventola, la suddetta deliberazione del Consiglio dei Ministri, "presenta vizi plurimi di legittimità" su entrambi i piani, e "produce gravi danni alla comunità provinciale che vedrebbe fortemente sacrificata l'autonomia del suo territorio ricco di storia arte e cultura".
Ventola, come emerge dal testo della delibera di giunta, riferisce inoltre che "i soli criteri dell'estensione territoriale e del numero degli abitanti non sono sufficienti a giustificare l'abolizione della Provincia stessa e risultano oltremodo rigidi ed inidonei a favorire un equilibrato riordino che tenga conto delle peculiarità degli enti interessati". Dove si vuole arrivare con questo ricorso? Sono davvero i criteri in questione il vero vulnus di questa riforma delle province? Ora una cosa è certa. Lo scenario si complica, le soluzioni si allontanano.