«La Bat è un insulto alla storia e al buonsenso»
Continuano gli strali polemici di Ettore Bergamaschi del MIDA. Colpi molto duri per il panorama barlettano degli ultimi mesi
giovedì 4 novembre 2010
Terzo e ultimo intervento dell'ing. Ettore Bergamaschi del MIDA, trovate i precedenti articoli nel nostro speciale.
"Panorama barlettano"
Basta vedere come sono riusciti a ridurre Barletta: dopo essersi fatti tranquillamente scippare la Provincia, essendo la BAT un insulto alla Storia ed al buonsenso, da anni dibattono sui massimi sistemi con spiccata propensione per l'Edilizia, ovviamente cooperativistica e "di area": singolare meccanismo per il quale delle case dozzinali vengono vendute a prezzo altissimo con la scusa delle "varianti" (mi ricordano una nota Casa automobilistica tedesca, dove il volante è un "optional"), pagate "in nero" da decenni ma solo recentemente "attenzionate" e affidate, gestite, progettate, dirette dai soliti noti.
Per dare un tocco di credibilità a tale bordello si scomodano i Nomi dei pochi Galantuomini dei quali la nostra Politica può vantarsi: chissà se Di Vittorio, Salvemini, Matteotti, Vittorini, Gramsci, Einaudi, De Nicola saranno d'accordo nel vedersi coinvolti nella più spregevole delle speculazioni, quella di giocare sul diritto ad avere un tetto da parte dei più Deboli: per fortuna i fantasiosi epigoni della Sinistra rimediano, riabbassando il livello (che più in basso non si può) chiamando alcune "cooperative" Palmiro Togliatti, quello che, standosene bene al caldo dell'Hotel Lux di Mosca, inneggiava alla morte dei nostri Soldati in Russia per ingraziarsi il tiranno in vista dell'ambito incarico, che poi ebbe, di fucilatore di Patrioti ungheresi, polacchi, cechi, rumeni, iugoslavi.
Ma veniamo a noi: che ce ne frega, in fondo, di alcune decine di migliaia di guerrafondai che sono andati a "cercarsela" facendo la guerra ai Paladini dei "lavoratori, delle donne, dei bambini"? Pensiamo piuttosto a "sistemare il Territorio", coinvolgendo centinaia tra presidenti, portaborse, professionisti e imprese "di area": via Trani, ad esempio, può attendere ancora qualche secolo!
Cinquant'anni fa il Comune aveva espropriato per quattro soldi i contadini, regalando l'area di oltre cinquanta ettari alla Cartiera in cambio di "occupazione" (il fatto che una cartiera abbisogni di quantità enormi di acqua dolce era un dettaglio: c'era pur sempre l'Ofanto). Ovviamente la cartiera è andata a pallino, per la gioia dei finlandesi che, ammirati dal "genio italico" si ostinano, da allora, ad imitarci coltivando "frutti profumati" e "fiori colorati" a Rovaniemi, con incerto risultato per la verità.
Il terreno così "recuperato" è tornato ai contadini? Ma siamo impazziti? Il terreno è stato acquistato da anni, a fior di miliardi, da alcuni Imprenditori barlettani, si presume per realizzare qualcosa, ma – evidentemente – le varie Amministrazioni succedutesi, manco a dirlo "progressiste", stanno approfondendo il problema: da circa trent'anni approfondiscono, i disoccupati aspettano, altri si son stufati e sono morti, gli investimenti vanno altrove, a Molfetta per esempio, dove il 50 % delle industrie proviene dal nord barese: bravi!!
Via Canosa non è da meno: una bellissima zona, ideale per casette nel verde, giace dimenticata; è vero che i biechi "bottegai" barlettani (che con il costo di una catapecchia targata Cooperativa Ho Chi Min avrebbero potuto farsi una casa con giardino) avrebbero costituito un "vulnus" intollerabile per le "masse", da educare giustamente a comportamenti meno individualisti e più "sociali" (nel senso di "socio" da spennare ), ma, in fondo, anche di questi non ce ne frega niente: vadano a Trani, dove negli ultimi dieci anni risultano trasferiti circa seimila barlettani. Qualcosa tuttavia si sta muovendo: pare siano in arrivo centinaia di villette a schiera in quel di Montaltino, amena località periferica anche se non proprio dietro l'angolo, potendosi usufruire delle opere di urbanizzazione, acqua, luce, fogna già disposte da Annibale nella vicina Canne, durante l'ultimo sopralluogo "in situ".
Che ne è di Via Andria? Lungo tutta la Costa adriatica, l'asse di scorrimento tra la S.S. 16 e d il mare rappresenta la "vetrina" delle Città rivierasche: idem per i collegamenti dai caselli autostradali alla costa. Da Pesaro a Molfetta (e, nel loro piccolo, i furbacchioni di Andria), su tali direttrici, è un fiorire di centri commerciali, concessionarie, centri sportivi, attività commerciali, insediamenti amministrativi.
Uscendo dall'autostrada e venendo a Barletta percorrendo un'ampia e moderna superstrada dotata di controstrade e svincoli verso il nulla, troviamo qualche insediamento abusivo, un paio di "sfasciacarrozze" e, per la gioia del Nostro, la trionfale indicazione" qui uova fresche da bere" e con ciò confermando l'intuizione Vendoliana di Barletta - masseria.
Ma quali centrali a biomasse! L'avvenire è ruspante, l'uovo è nostro e ce lo gestiamo noi, come giustamente rivendicano le compagne del Collettivo Beppe Grillo SUV!
Ma il capolavoro architettonico a riprova del fatto che quando i cervelli di Sinistra cominciano a girare, girano alla grande, è il lungomare di Ponente: tempo addietro, diciamo appena una decina d'anni fa (come noto soltanto i bottegai berluscones contano ancora il tempo secondo il calendario giuliano, evidentemente clericale e superato, mentre la Sinistra li conta addirittura in euro per non perder tempo in inutili preamboli) una gloriosa Giunta di Sinistra, quella per intenderci che ha abbattuto i fatiscenti palazzi di stile borbonico di piazza Caduti sostituendoli con Disneyland, affidava il progetto della "definitiva" sistemazione del lungomare di Ponente ad un Architetto svizzero, probabilmente per non avere i soliti problemi alla Frontiera con le sciocchezze piccolo borghesi dell'esportazione di valuta e del cambio, anche perché il rublo non tirava più e quindi l'"aiuto fraterno" dei compagni sovietici si era praticamente dimezzato e alle Botteghe Oscure erano arrabbiati di brutto!
ll capoccione foresto (notare che la scelta "alpina" dirimeva sul nascere il possibile contrasto tra noti urbanisti di Imola e di Castrocaro, rispettivamente sostenuti da due diverse correnti del glorioso Partito dei Lavoratori locale) che, oltre ad essere di area, si era fatto le ossa progettando le note spiagge di Schwitz, Uhri, Unterwalden, incassò la pecunia e ritornò agli alpeggi, non senza lasciare bauli di progetti, mappe, schizzi, rilievi, computi metrici, quantomeno per riconoscenza.
Sulla base di tale fondamentale progetto, "senza se e senza ma", le Amministrazioni successive, non ricordo se la XIII o XV Dinastia, realizzarono la piantumazione delle palme che, amorevolmente seguite dall'occhio bucolico del Nostro, si sono sviluppate, svettando sopra la desolazione di una fascia di nessuno dove la pantegana, alias zoccola, la fa da padrone: per dirla proprio tutta pare che ultimamente il Collettivo VAFF (Vigilanza Anti Fascista) abbia notato un'inquietante quanto ambigua somiglianza tra il Lungozoccola barlettano ed il Lungomare di Tripoli, realizzato in epoca arcaica dai progenitori del Cognato di Montecarlo, per cui, per non accettare la provocazione "di chiara marca reazionaria", si son rivolti all'Assessore che sta già pianificando una gara d'appalto con l'abituale caratteristica della "somma urgenza", da tenersi quindi il prossimo 14 Agosto per "garantire il massimo della trasparenza", tra Coop emiliane specializzate nell'"estirpazione di essenze orientali di alto fusto", non prima d'aver affidato il progetto a qualche Studio d'Architettura Palestinese, per un fatto di par condicio.
Una spiaggia che non ha nulla da invidiare a Rimini funge così da mero collegamento tra l'improbabile Porto Turistico, i cui lavori dovevano iniziare a Marzo (del 1984) ed il Cimitero, l'unica realtà barlettana in costante sviluppo: tranquilli! Anche su tale tipico atteggiamento borghese ed individualista vigilano le "masse", recentemente ingrossate da una specifica new entry nel campo delle nullità di Sinistra: il Collettivo Adriano Celentano.
Ettore Bergamaschi
"Panorama barlettano"
Basta vedere come sono riusciti a ridurre Barletta: dopo essersi fatti tranquillamente scippare la Provincia, essendo la BAT un insulto alla Storia ed al buonsenso, da anni dibattono sui massimi sistemi con spiccata propensione per l'Edilizia, ovviamente cooperativistica e "di area": singolare meccanismo per il quale delle case dozzinali vengono vendute a prezzo altissimo con la scusa delle "varianti" (mi ricordano una nota Casa automobilistica tedesca, dove il volante è un "optional"), pagate "in nero" da decenni ma solo recentemente "attenzionate" e affidate, gestite, progettate, dirette dai soliti noti.
Per dare un tocco di credibilità a tale bordello si scomodano i Nomi dei pochi Galantuomini dei quali la nostra Politica può vantarsi: chissà se Di Vittorio, Salvemini, Matteotti, Vittorini, Gramsci, Einaudi, De Nicola saranno d'accordo nel vedersi coinvolti nella più spregevole delle speculazioni, quella di giocare sul diritto ad avere un tetto da parte dei più Deboli: per fortuna i fantasiosi epigoni della Sinistra rimediano, riabbassando il livello (che più in basso non si può) chiamando alcune "cooperative" Palmiro Togliatti, quello che, standosene bene al caldo dell'Hotel Lux di Mosca, inneggiava alla morte dei nostri Soldati in Russia per ingraziarsi il tiranno in vista dell'ambito incarico, che poi ebbe, di fucilatore di Patrioti ungheresi, polacchi, cechi, rumeni, iugoslavi.
Ma veniamo a noi: che ce ne frega, in fondo, di alcune decine di migliaia di guerrafondai che sono andati a "cercarsela" facendo la guerra ai Paladini dei "lavoratori, delle donne, dei bambini"? Pensiamo piuttosto a "sistemare il Territorio", coinvolgendo centinaia tra presidenti, portaborse, professionisti e imprese "di area": via Trani, ad esempio, può attendere ancora qualche secolo!
Cinquant'anni fa il Comune aveva espropriato per quattro soldi i contadini, regalando l'area di oltre cinquanta ettari alla Cartiera in cambio di "occupazione" (il fatto che una cartiera abbisogni di quantità enormi di acqua dolce era un dettaglio: c'era pur sempre l'Ofanto). Ovviamente la cartiera è andata a pallino, per la gioia dei finlandesi che, ammirati dal "genio italico" si ostinano, da allora, ad imitarci coltivando "frutti profumati" e "fiori colorati" a Rovaniemi, con incerto risultato per la verità.
Il terreno così "recuperato" è tornato ai contadini? Ma siamo impazziti? Il terreno è stato acquistato da anni, a fior di miliardi, da alcuni Imprenditori barlettani, si presume per realizzare qualcosa, ma – evidentemente – le varie Amministrazioni succedutesi, manco a dirlo "progressiste", stanno approfondendo il problema: da circa trent'anni approfondiscono, i disoccupati aspettano, altri si son stufati e sono morti, gli investimenti vanno altrove, a Molfetta per esempio, dove il 50 % delle industrie proviene dal nord barese: bravi!!
Via Canosa non è da meno: una bellissima zona, ideale per casette nel verde, giace dimenticata; è vero che i biechi "bottegai" barlettani (che con il costo di una catapecchia targata Cooperativa Ho Chi Min avrebbero potuto farsi una casa con giardino) avrebbero costituito un "vulnus" intollerabile per le "masse", da educare giustamente a comportamenti meno individualisti e più "sociali" (nel senso di "socio" da spennare ), ma, in fondo, anche di questi non ce ne frega niente: vadano a Trani, dove negli ultimi dieci anni risultano trasferiti circa seimila barlettani. Qualcosa tuttavia si sta muovendo: pare siano in arrivo centinaia di villette a schiera in quel di Montaltino, amena località periferica anche se non proprio dietro l'angolo, potendosi usufruire delle opere di urbanizzazione, acqua, luce, fogna già disposte da Annibale nella vicina Canne, durante l'ultimo sopralluogo "in situ".
Che ne è di Via Andria? Lungo tutta la Costa adriatica, l'asse di scorrimento tra la S.S. 16 e d il mare rappresenta la "vetrina" delle Città rivierasche: idem per i collegamenti dai caselli autostradali alla costa. Da Pesaro a Molfetta (e, nel loro piccolo, i furbacchioni di Andria), su tali direttrici, è un fiorire di centri commerciali, concessionarie, centri sportivi, attività commerciali, insediamenti amministrativi.
Uscendo dall'autostrada e venendo a Barletta percorrendo un'ampia e moderna superstrada dotata di controstrade e svincoli verso il nulla, troviamo qualche insediamento abusivo, un paio di "sfasciacarrozze" e, per la gioia del Nostro, la trionfale indicazione" qui uova fresche da bere" e con ciò confermando l'intuizione Vendoliana di Barletta - masseria.
Ma quali centrali a biomasse! L'avvenire è ruspante, l'uovo è nostro e ce lo gestiamo noi, come giustamente rivendicano le compagne del Collettivo Beppe Grillo SUV!
Ma il capolavoro architettonico a riprova del fatto che quando i cervelli di Sinistra cominciano a girare, girano alla grande, è il lungomare di Ponente: tempo addietro, diciamo appena una decina d'anni fa (come noto soltanto i bottegai berluscones contano ancora il tempo secondo il calendario giuliano, evidentemente clericale e superato, mentre la Sinistra li conta addirittura in euro per non perder tempo in inutili preamboli) una gloriosa Giunta di Sinistra, quella per intenderci che ha abbattuto i fatiscenti palazzi di stile borbonico di piazza Caduti sostituendoli con Disneyland, affidava il progetto della "definitiva" sistemazione del lungomare di Ponente ad un Architetto svizzero, probabilmente per non avere i soliti problemi alla Frontiera con le sciocchezze piccolo borghesi dell'esportazione di valuta e del cambio, anche perché il rublo non tirava più e quindi l'"aiuto fraterno" dei compagni sovietici si era praticamente dimezzato e alle Botteghe Oscure erano arrabbiati di brutto!
ll capoccione foresto (notare che la scelta "alpina" dirimeva sul nascere il possibile contrasto tra noti urbanisti di Imola e di Castrocaro, rispettivamente sostenuti da due diverse correnti del glorioso Partito dei Lavoratori locale) che, oltre ad essere di area, si era fatto le ossa progettando le note spiagge di Schwitz, Uhri, Unterwalden, incassò la pecunia e ritornò agli alpeggi, non senza lasciare bauli di progetti, mappe, schizzi, rilievi, computi metrici, quantomeno per riconoscenza.
Sulla base di tale fondamentale progetto, "senza se e senza ma", le Amministrazioni successive, non ricordo se la XIII o XV Dinastia, realizzarono la piantumazione delle palme che, amorevolmente seguite dall'occhio bucolico del Nostro, si sono sviluppate, svettando sopra la desolazione di una fascia di nessuno dove la pantegana, alias zoccola, la fa da padrone: per dirla proprio tutta pare che ultimamente il Collettivo VAFF (Vigilanza Anti Fascista) abbia notato un'inquietante quanto ambigua somiglianza tra il Lungozoccola barlettano ed il Lungomare di Tripoli, realizzato in epoca arcaica dai progenitori del Cognato di Montecarlo, per cui, per non accettare la provocazione "di chiara marca reazionaria", si son rivolti all'Assessore che sta già pianificando una gara d'appalto con l'abituale caratteristica della "somma urgenza", da tenersi quindi il prossimo 14 Agosto per "garantire il massimo della trasparenza", tra Coop emiliane specializzate nell'"estirpazione di essenze orientali di alto fusto", non prima d'aver affidato il progetto a qualche Studio d'Architettura Palestinese, per un fatto di par condicio.
Una spiaggia che non ha nulla da invidiare a Rimini funge così da mero collegamento tra l'improbabile Porto Turistico, i cui lavori dovevano iniziare a Marzo (del 1984) ed il Cimitero, l'unica realtà barlettana in costante sviluppo: tranquilli! Anche su tale tipico atteggiamento borghese ed individualista vigilano le "masse", recentemente ingrossate da una specifica new entry nel campo delle nullità di Sinistra: il Collettivo Adriano Celentano.
Ettore Bergamaschi