L'omelia dell'Arcivescovo per Claudio Lasala: «Svegliamoci tutti, anche voi giovani! Non restate indifferenti!»
Citando Papa Francesco durante i funerali: «Chi non sa piangere non è madre»
sabato 6 novembre 2021
16.31
Ecco l'omelia pronunciata dall'arcivescovo mons. Leonardo D'Ascenzo per i funerali di Claudio Lasala. «Barletta è una città bella: il mare, la storia, le tradizioni, l'arte, i monumenti, le chiese, la Concattedrale di Santa Maria Maggiore nella quale ci troviamo. Tutto questo è espressione della bellezza delle persone che ci hanno preceduto e dalle quali abbiamo ricevuto tanto e anche di quelle che oggi abitano le case, le piazze, le strade di questa città. Barletta è bella perché bella è la comunità che l'ha edificata, se ne è presa cura e la abita.
Una comunità che desidera vivere relazioni di accoglienza per ogni persona, di rispetto della dignità e della vita di ciascuno come bene preziosissimo, realtà sacra da difendere sempre, mai disprezzare, mai svalutare, mai violentare, mai mortificare, mai sopprimere. Questa è Barletta!
Oggi ci ritroviamo in chiesa a celebrare un funerale, a pregare per un nostro giovane, Claudio Lasala che, senza alcun motivo, è stato ferito mortalmente la sera tra il 29 e il 30 ottobre scorsi. Claudio, un giovane buono, una bella persona, come lo è tutta la sua famiglia. Una famiglia che in un momento drammatico, dolorosissimo, come quello che sta vivendo, è preoccupata che tragedie come questa non accadano più, che i giovani non esprimano violenza. Il nostro Claudio portava scritto su una maglietta che spesso indossava: barlettano al cento per cento. Attento agli altri, generoso, si stava preparando per dare il suo contributo personale a questa nostra società nella Guardia di Finanza, non ha accettato di piegarsi davanti alla prepotenza di chi non comprende bellezza, bontà, rispetto, dignità, giustizia, fratellanza. Barlettano al cento per cento.
Preghiamo per Claudio, sostenuti dalla fede nella risurrezione di Gesù. Il Signore della vita che ha vinto la morte, gli doni la vita eterna, il paradiso, dove non ci sono pianto e sofferenza ma gioia e beatitudine. La nostra preghiera e il nostro affetto per i genitori, i fratelli, i familiari, gli amici e tutti coloro che gli hanno voluto bene. Dio, Padre di misericordia li sostenga in questo momento di dolore e faccia loro dono della sua consolazione.
Di fronte a questa morte è necessario anzitutto che la nostra città pianga. Papa Francesco, riflettendo sulla realtà giovanile e sui suoi drammi afferma che: «chi non sa piangere non è madre. Noi vogliamo piangere perché anche la società sia più madre, perché invece di uccidere impari a partorire, perché sia promessa di vita. Piangiamo quando ricordiamo quei giovani che sono morti a causa della miseria e della violenza e chiediamo alla società di imparare ad essere una madre solidale. Quel dolore non se ne va, ci accompagna ad ogni passo, perché la realtà non può essere nascosta. La cosa peggiore che possiamo fare è applicare la ricetta dello spirito mondano che consiste nell'anestetizzare i giovani con altre notizie, con altre distrazioni, con banalità» (Esortazione Apostolica Christus Vivit, 75).
Il pianto aiuti questa città a mettere da parte distrazioni e banalità, ad essere madre che partorisce, che dona vita ai suoi giovani e sia loro solidale. Le lacrime che detergono i nostri occhi ci aiutino a vedere che la parte buona è superiore a quella cattiva.
Di fronte a questa morte è necessario che questa città si svegli e queste lacrime di dolore si trasformino nella forza necessaria per metterci insieme, fare rete, aprire gli occhi su ciò che non va: la mancanza di valori e di progetti di vita degni di questo nome; l'incapacità di apprezzare il dono straordinario della vita propria e altrui; una movida nociva se la sua anima è la ricerca a tutti i costi del profitto come unico bene supremo che porta poi a pagare prezzi altissimi in termini di vite spezzate o sprecate; l'uso di droghe e bevande alcoliche, soprattutto da parte dei più giovani, vendita di queste anche ai minorenni, per riempire vuoti esistenziali; il bullismo; il vandalismo. Facciamo rete e cerchiamo di ascoltare, di comprendere, di dare risposte. Ciascuno nel proprio ruolo, sentiamoci chiamati a dare il nostro contributo: chiesa, famiglie, scuola, forze dell'ordine, politica. Come spesso ci ricorda Papa Francesco, citando un proverbio africano: per educare un fanciullo ci vuole un villaggio. Tutti insieme allora prendiamoci cura dei più piccoli, accompagniamo gli adolescenti, i giovani, in modo disinteressato, gratuito, cercando solo il loro bene. Facciamo villaggio!
Sono tanti i giovani buoni che portano nel cuore molti sogni. Dobbiamo stare al loro fianco perché possano realizzarli e dobbiamo incoraggiarli a perseverare, soprattutto di fronte alle difficoltà. Sono giovani spesso danneggiati dalla prepotenza di pochi che non conoscono la giustizia, non rispettano le regole, calpestano la bontà e la dignità dell'altro. Il Signore aiuti questi ultimi a prendere coscienza dell'assurdità di queste logiche di vita e di quanto male facciano a loro stessi e agli altri.
Sono tanti i giovani buoni che portano nel loro cuore molti sogni. Chiedo a tutti gli adulti: ascoltiamo il loro grido. Restituiamo loro un futuro che troppo spesso abbiamo sequestrato per il nostro miope tornaconto e successo personali. Spesso sono giovani impauriti e, per questo, domandano la nostra vicinanza, di schierarci al loro fianco per difenderli, sostenerli, accompagnarli rispettosamente perché vivano semplicemente la loro vita, dono di Dio, realtà sacra.
Siete tanti voi giovani che portate nel cuore molti sogni. Anche a voi rivolgo un appello: svegliamoci tutti, anche voi giovani! Non restate indifferenti, non lasciatevi paralizzare da nessuna intimidazione; non abbiate paura di rinnegare la violenza come strumento di realizzazione; non abbiate paura di rinunciare all'idea del "tutto e subito"; non lasciatevi abbagliare dalle false felicità.
La vita non può annegare in un bicchiere, né perdersi nel fumo. La vita è una casa con vista sul futuro! Non lasciatevi rubare la possibilità di realizzare i vostri sogni. Camminiamo insieme nella stessa direzione, quella della vita, con gioia e con coraggio, senza paure e facili compromessi, perché è possibile essere barlettani al cento per cento.
In Gesù, morto e risorto per noi, fedele compagno di viaggio, troveremo la forza!
Madonna dello Sterpeto, Mamma della Città di Barletta, a te affidiamo il nostro Claudio, a te ci affidiamo, prega per noi».
Una comunità che desidera vivere relazioni di accoglienza per ogni persona, di rispetto della dignità e della vita di ciascuno come bene preziosissimo, realtà sacra da difendere sempre, mai disprezzare, mai svalutare, mai violentare, mai mortificare, mai sopprimere. Questa è Barletta!
Oggi ci ritroviamo in chiesa a celebrare un funerale, a pregare per un nostro giovane, Claudio Lasala che, senza alcun motivo, è stato ferito mortalmente la sera tra il 29 e il 30 ottobre scorsi. Claudio, un giovane buono, una bella persona, come lo è tutta la sua famiglia. Una famiglia che in un momento drammatico, dolorosissimo, come quello che sta vivendo, è preoccupata che tragedie come questa non accadano più, che i giovani non esprimano violenza. Il nostro Claudio portava scritto su una maglietta che spesso indossava: barlettano al cento per cento. Attento agli altri, generoso, si stava preparando per dare il suo contributo personale a questa nostra società nella Guardia di Finanza, non ha accettato di piegarsi davanti alla prepotenza di chi non comprende bellezza, bontà, rispetto, dignità, giustizia, fratellanza. Barlettano al cento per cento.
Preghiamo per Claudio, sostenuti dalla fede nella risurrezione di Gesù. Il Signore della vita che ha vinto la morte, gli doni la vita eterna, il paradiso, dove non ci sono pianto e sofferenza ma gioia e beatitudine. La nostra preghiera e il nostro affetto per i genitori, i fratelli, i familiari, gli amici e tutti coloro che gli hanno voluto bene. Dio, Padre di misericordia li sostenga in questo momento di dolore e faccia loro dono della sua consolazione.
Di fronte a questa morte è necessario anzitutto che la nostra città pianga. Papa Francesco, riflettendo sulla realtà giovanile e sui suoi drammi afferma che: «chi non sa piangere non è madre. Noi vogliamo piangere perché anche la società sia più madre, perché invece di uccidere impari a partorire, perché sia promessa di vita. Piangiamo quando ricordiamo quei giovani che sono morti a causa della miseria e della violenza e chiediamo alla società di imparare ad essere una madre solidale. Quel dolore non se ne va, ci accompagna ad ogni passo, perché la realtà non può essere nascosta. La cosa peggiore che possiamo fare è applicare la ricetta dello spirito mondano che consiste nell'anestetizzare i giovani con altre notizie, con altre distrazioni, con banalità» (Esortazione Apostolica Christus Vivit, 75).
Il pianto aiuti questa città a mettere da parte distrazioni e banalità, ad essere madre che partorisce, che dona vita ai suoi giovani e sia loro solidale. Le lacrime che detergono i nostri occhi ci aiutino a vedere che la parte buona è superiore a quella cattiva.
Di fronte a questa morte è necessario che questa città si svegli e queste lacrime di dolore si trasformino nella forza necessaria per metterci insieme, fare rete, aprire gli occhi su ciò che non va: la mancanza di valori e di progetti di vita degni di questo nome; l'incapacità di apprezzare il dono straordinario della vita propria e altrui; una movida nociva se la sua anima è la ricerca a tutti i costi del profitto come unico bene supremo che porta poi a pagare prezzi altissimi in termini di vite spezzate o sprecate; l'uso di droghe e bevande alcoliche, soprattutto da parte dei più giovani, vendita di queste anche ai minorenni, per riempire vuoti esistenziali; il bullismo; il vandalismo. Facciamo rete e cerchiamo di ascoltare, di comprendere, di dare risposte. Ciascuno nel proprio ruolo, sentiamoci chiamati a dare il nostro contributo: chiesa, famiglie, scuola, forze dell'ordine, politica. Come spesso ci ricorda Papa Francesco, citando un proverbio africano: per educare un fanciullo ci vuole un villaggio. Tutti insieme allora prendiamoci cura dei più piccoli, accompagniamo gli adolescenti, i giovani, in modo disinteressato, gratuito, cercando solo il loro bene. Facciamo villaggio!
Sono tanti i giovani buoni che portano nel cuore molti sogni. Dobbiamo stare al loro fianco perché possano realizzarli e dobbiamo incoraggiarli a perseverare, soprattutto di fronte alle difficoltà. Sono giovani spesso danneggiati dalla prepotenza di pochi che non conoscono la giustizia, non rispettano le regole, calpestano la bontà e la dignità dell'altro. Il Signore aiuti questi ultimi a prendere coscienza dell'assurdità di queste logiche di vita e di quanto male facciano a loro stessi e agli altri.
Sono tanti i giovani buoni che portano nel loro cuore molti sogni. Chiedo a tutti gli adulti: ascoltiamo il loro grido. Restituiamo loro un futuro che troppo spesso abbiamo sequestrato per il nostro miope tornaconto e successo personali. Spesso sono giovani impauriti e, per questo, domandano la nostra vicinanza, di schierarci al loro fianco per difenderli, sostenerli, accompagnarli rispettosamente perché vivano semplicemente la loro vita, dono di Dio, realtà sacra.
Siete tanti voi giovani che portate nel cuore molti sogni. Anche a voi rivolgo un appello: svegliamoci tutti, anche voi giovani! Non restate indifferenti, non lasciatevi paralizzare da nessuna intimidazione; non abbiate paura di rinnegare la violenza come strumento di realizzazione; non abbiate paura di rinunciare all'idea del "tutto e subito"; non lasciatevi abbagliare dalle false felicità.
La vita non può annegare in un bicchiere, né perdersi nel fumo. La vita è una casa con vista sul futuro! Non lasciatevi rubare la possibilità di realizzare i vostri sogni. Camminiamo insieme nella stessa direzione, quella della vita, con gioia e con coraggio, senza paure e facili compromessi, perché è possibile essere barlettani al cento per cento.
In Gesù, morto e risorto per noi, fedele compagno di viaggio, troveremo la forza!
Madonna dello Sterpeto, Mamma della Città di Barletta, a te affidiamo il nostro Claudio, a te ci affidiamo, prega per noi».