«Il Garrone necessita di 15 aule, è un’emergenza»
L’allarme del dirigente: «La Provincia conosce bene il problema»
mercoledì 17 settembre 2014
0.59
L'anno scolastico è cominciato da qualche giorno, ma le polemiche a Barletta, non sono mai terminate. Davvero problematica è la situazione dell'Istituto "Nicola Garrone", che ormai da anni sta convivendo con una cronica mancanza di aule. Strano ma prevedibile destino quello dell'Istituto Garrone, che non ha mai visto la costruzione di una propria sede: elemosinare ogni anno scolastico aule che dovrebbero rappresentare il requisito minimo per garantire il diritto-dovere allo studio e la base per l'adempimento dell'obbligo formativo sancito da più di una norma di questa sempre più strana Repubblica. La situazione era già stata palesata, in data 22 novembre 2013, dal dirigente scolastico dell'Istituto, il prof. Diviccaro, che aveva inoltrato al presidente della provincia di Barletta Andria Trani esplicita richiesta per "la disponibilità di n. 15 ambienti scolastici" per fronteggiare il numero sempre crescente di iscrizioni. La soluzione individuata dalla provincia era quella di allocare una parte degli studenti del "Garrone" presso l'I.I.S.S. "Fermi-Nervi-Cassandro", non avendo a disposizione, all'interno del plesso "Garrone" aule a sufficienza per garantire il corretto svolgimento dell'attività scolastica.
Con l'avvio dell'anno scolastico, la questione si è ingigantita a dismisura, visto che l'I.I.S.S. "Fermi-Nervi-Cassandro" ha dichiarato il proprio stato di agitazione, mentre, al contempo, il "Garrone" sta procedendo con i doppi turni, che stanno turbando il normale svolgimento delle lezioni e la serenità dell'intera popolazione scolastica dell'Istituto. In data 12 settembre, dal "Garrone" arrivava un ulteriore campanello d'allarme in merito alla situazione degli ambienti scolastici, indirizzato al presidente Ventola, all'assessore regionale Sasso, all'assessore provinciale Patruno, alla dirigente provinciale Navach, al sindaco Cascella e all'assessore Divincenzo. Nella lettera che il dirigente Diviccaro e il presidente del Consiglio d'Istituto Dibello inviavano alle istituzioni, si legge che: «L'IISS Nicola Garrone nella sede centrale di Barletta dal giorno 10 settembre […] sta svolgendo le lezioni con doppi turni a causa della mancata disponibilità degli ambienti che possano ospitare 16 delle 45 classi previste in organico. La richiesta di tali ambienti, con relativi laboratori ed aule di servizio è stata rivolta alla Provincia sin dal novembre 2013, e reiterata in occasione della comunicazione dell'organico di diritto e di fatto. A seguito di un incontro con la Provincia e con gli altri Istituti Scolatici interessati, la Giunta della Provincia, in data 25 agosto 2014 ha adottato una delibera avente ad oggetto il piano annuale di attuazione per l'utilizzo degli edifici scolastici per le Scuole Superiori della Provincia a.s. 2014/2015. Tale piano riconosce la necessità dell'IISS "N. Garrone" di Barletta di reperire n. 20 ambienti su plesso staccato per sopperire al fabbisogno di aule e provvede ad allocare le classi del Garrone presso l'ITIS "Fermi" di Barletta. Al momento non è stata data esecuzione alla delibera della Giunta Provinciale e pertanto sino a quando la situazione attuale permarrà, l'IISS Garrone sarà costretto ad effettuare doppi turni. È il caso di sottolineare che nel presente anno scolastico l'IISS Nicola Garrone accoglie ben 93 alunni disabili, molti dei quali con patologie di grave entità che richiedono interventi mirati e, in alcuni casi, ambienti dedicati. Si rappresenta pertanto una situazione di particolare sensibilità da parte delle famiglie e delle associazioni che operano nella sfera della disabilità e dei bisogni educativi speciali».
Ieri il dirigente scolastico del "Garrone" Diviccaro e il presidente del Consiglio d'Istituto Dibello hanno partecipato presso la sede provinciale, in qualità di rappresentanti dell'intera comunità scolastica, ad una riunione ma, oltre ai rappresentanti delle istituzioni provinciali e comunali e ai pari ruolo dell'IISS "Fermi-Nervi-Cassandro", all'incontro si sono presentati alcuni rappresentanti del corpo docente dell'altro istituto, che non solo non erano stati invitati all'incontro, ma hanno anche preso parola pur non avendone titolo e potendo vantare un passato e un presente nella politica cittadina, provinciale e regionale. La situazione in "casa-Garrone" è davvero tesa, il dirigente e i presidente del Consiglio d'Istituto hanno incontrato in assemblea le famiglie, gli studenti, i docenti aggiornandoli sulla situazione ed invitandoli ad evitare sterili polemiche e manifestazioni scomposte. L'intera popolazione scolastica è in attesa di una soluzione che scongiuri i turni pomeridiani/serali, che costituirebbero per tutti gli studenti dell'Istituto, in particolar modo per i 93 studenti disabili che frequentano attualmente l'Istituto, i quali non potrebbero fruire dell'ordinario sistema di accoglienza e di sostegno e supporto specialmente in occasione dei comportamenti problematici di un'utenza particolarmente fragile.
La questione, al momento, sembra abbastanza delicata, considerato che l'altra parte chiamata in causa – ovvero l'IISS "Fermi-Nervi Cassandro", al momento vive in uno stato di agitazione, e non ha ancora messo a disposizione degli alunni del "Garrone" le aule che pure la delibera provinciale aveva concesso. In tutto questo "tira e molla", chi ci rimette sono senza dubbio gli studenti. Si è in attesa della prossima mossa da parte dei responsabili dell'amministrazione provinciale. Sarebbe stato auspicabile invece passare all'azione almeno all'inizio del mese di settembre e non attendere l'inizio delle attività didattiche, all'orizzonte non si prospettano soluzioni per dirimere la questione. In gioco, in questo caso, c'è solo e soltanto il futuro e il diritto allo studio di un'intera popolazione scolastica, che al momento vede lesi in maniera continuativa quelli che sono – per costituzione – i propri diritti.
Con l'avvio dell'anno scolastico, la questione si è ingigantita a dismisura, visto che l'I.I.S.S. "Fermi-Nervi-Cassandro" ha dichiarato il proprio stato di agitazione, mentre, al contempo, il "Garrone" sta procedendo con i doppi turni, che stanno turbando il normale svolgimento delle lezioni e la serenità dell'intera popolazione scolastica dell'Istituto. In data 12 settembre, dal "Garrone" arrivava un ulteriore campanello d'allarme in merito alla situazione degli ambienti scolastici, indirizzato al presidente Ventola, all'assessore regionale Sasso, all'assessore provinciale Patruno, alla dirigente provinciale Navach, al sindaco Cascella e all'assessore Divincenzo. Nella lettera che il dirigente Diviccaro e il presidente del Consiglio d'Istituto Dibello inviavano alle istituzioni, si legge che: «L'IISS Nicola Garrone nella sede centrale di Barletta dal giorno 10 settembre […] sta svolgendo le lezioni con doppi turni a causa della mancata disponibilità degli ambienti che possano ospitare 16 delle 45 classi previste in organico. La richiesta di tali ambienti, con relativi laboratori ed aule di servizio è stata rivolta alla Provincia sin dal novembre 2013, e reiterata in occasione della comunicazione dell'organico di diritto e di fatto. A seguito di un incontro con la Provincia e con gli altri Istituti Scolatici interessati, la Giunta della Provincia, in data 25 agosto 2014 ha adottato una delibera avente ad oggetto il piano annuale di attuazione per l'utilizzo degli edifici scolastici per le Scuole Superiori della Provincia a.s. 2014/2015. Tale piano riconosce la necessità dell'IISS "N. Garrone" di Barletta di reperire n. 20 ambienti su plesso staccato per sopperire al fabbisogno di aule e provvede ad allocare le classi del Garrone presso l'ITIS "Fermi" di Barletta. Al momento non è stata data esecuzione alla delibera della Giunta Provinciale e pertanto sino a quando la situazione attuale permarrà, l'IISS Garrone sarà costretto ad effettuare doppi turni. È il caso di sottolineare che nel presente anno scolastico l'IISS Nicola Garrone accoglie ben 93 alunni disabili, molti dei quali con patologie di grave entità che richiedono interventi mirati e, in alcuni casi, ambienti dedicati. Si rappresenta pertanto una situazione di particolare sensibilità da parte delle famiglie e delle associazioni che operano nella sfera della disabilità e dei bisogni educativi speciali».
Ieri il dirigente scolastico del "Garrone" Diviccaro e il presidente del Consiglio d'Istituto Dibello hanno partecipato presso la sede provinciale, in qualità di rappresentanti dell'intera comunità scolastica, ad una riunione ma, oltre ai rappresentanti delle istituzioni provinciali e comunali e ai pari ruolo dell'IISS "Fermi-Nervi-Cassandro", all'incontro si sono presentati alcuni rappresentanti del corpo docente dell'altro istituto, che non solo non erano stati invitati all'incontro, ma hanno anche preso parola pur non avendone titolo e potendo vantare un passato e un presente nella politica cittadina, provinciale e regionale. La situazione in "casa-Garrone" è davvero tesa, il dirigente e i presidente del Consiglio d'Istituto hanno incontrato in assemblea le famiglie, gli studenti, i docenti aggiornandoli sulla situazione ed invitandoli ad evitare sterili polemiche e manifestazioni scomposte. L'intera popolazione scolastica è in attesa di una soluzione che scongiuri i turni pomeridiani/serali, che costituirebbero per tutti gli studenti dell'Istituto, in particolar modo per i 93 studenti disabili che frequentano attualmente l'Istituto, i quali non potrebbero fruire dell'ordinario sistema di accoglienza e di sostegno e supporto specialmente in occasione dei comportamenti problematici di un'utenza particolarmente fragile.
La questione, al momento, sembra abbastanza delicata, considerato che l'altra parte chiamata in causa – ovvero l'IISS "Fermi-Nervi Cassandro", al momento vive in uno stato di agitazione, e non ha ancora messo a disposizione degli alunni del "Garrone" le aule che pure la delibera provinciale aveva concesso. In tutto questo "tira e molla", chi ci rimette sono senza dubbio gli studenti. Si è in attesa della prossima mossa da parte dei responsabili dell'amministrazione provinciale. Sarebbe stato auspicabile invece passare all'azione almeno all'inizio del mese di settembre e non attendere l'inizio delle attività didattiche, all'orizzonte non si prospettano soluzioni per dirimere la questione. In gioco, in questo caso, c'è solo e soltanto il futuro e il diritto allo studio di un'intera popolazione scolastica, che al momento vede lesi in maniera continuativa quelli che sono – per costituzione – i propri diritti.