L’isola che non c’è più: la leggenda barlettana di Sant'Orsola
L’istmo su cui si narra che Fieramosca ricevette la benedizione
domenica 15 marzo 2015
Seconda stella a destra, questo è il cammino per l'isola che a Barletta non c'è più o forse non è mai esistita. Su questa terra leggendaria, che si narra fosse situata al largo della nostra città, pare siano esistiti sia santi che eroi. Bennato ne sarà deluso ma la leggenda parla chiaro: si racconta che davanti al "Paraticchio" esistesse un'isola, inghiottita poi dal mare dopo il Medioevo. Non esistono cartine geografiche a testimoniare l'antica presenza dell'isola denominata di Sant'Orsola. Non esistono realmente nemmeno delle scritture a riguardo. Solo antiche dicerie, tramandate di bocca in bocca, di generazione in generazione.
In questi ultimi giorni l'antica leggenda ha ripreso vita, aleggiando a destra e a manca sui gruppi Facebook cittadini, tornando quindi ad incuriosire le masse di curiosi, così inebriate al pensiero che possa essere esistita, anticamente, un'isola legata ai personaggi storico-leggendari della città. Gli storici però rassicurano che nessun altro lembo di terra abbia adornato Barletta, se non quello che siamo di consuetudine abituati a conoscere e a vedere tutti i giorni dinanzi ai nostri occhi. Indagando tra le informazioni e le dicerie storiche della Varrett cavalleresca, scopriamo come il caro marchese D'Azeglio avesse deciso di inventare l'isola per mero fine risorgimentale. L'illustre scrittore, infatti, collocò fantasiosamente l'amata di Fieramosca, donna Ginevra, in un angusto convento al largo di Barletta, posizionando quest'ultimo sull'ancor più fantastica isola di Sant'Orsola. Il D'Azeglio si scusò successivamente per la sua invenzione, ma anni or sono pare che questa riscuotesse gran successo tra le masse. Un'altra testimonianza storico-leggendaria ci è fornita da un "anonimo di veduta", spettatore che narrò dell'esistenza di quest'istmo denominato anticamente "isolotto", collocandolo "poco al largo nelle vicinanze del capo di Barletta (ove poi fu costruito il porto)". Una delle dicerie popolari narra che Ettore Fieramosca ricevette, dalle suore di Sant'Orsola, la benedizione della sua spada, prima di battersi con La Motte: vecchia storia quindi quella di un'isola che pare proprio non ci sia mai stata.
Nonostante tutte le smentite, un'antica credenza dei pescatori barlettani vieta la pesca, pena grandi pericoli, proprio nella zona in cui si dice ci fosse l'isola. Il mistero è presto svelato: l'unica isola che sia mai esistita al largo della città è il lazzaretto, poi inglobato dal porto; i pescatori conoscono bene quella protuberanza, perciò la evitano pescando. Abbiamo chiesto lumi a Ruggiero Graziano, presidente della sezione Anmig di Barletta, amatore delle numerosissime storie riguardanti la città. Il presidente ci ha mostrato una piantina della città, risalente al 1700, in cui si nota chiaramente che non esisteva all'epoca nessun'isola, tranne il "Lazzaretto" usato anticamente per le pestilenze. Vi era collocata una chiesa, usata per le estreme unzioni, esattamente nel punto in cui ora si trova la capitaneria di porto, all'epoca il mare arrivava fin sotto le mura del Paraticchio. Oltre il Lazzaretto vi era anche un frangiflutto, a cui attaccavano i velieri per la quarantena: si vocifera infatti di una confraternita "della morte", che alleviava le sofferenze dei moribondi prima del trapasso. «Quella che definiscono "l'isola" era in realtà una protuberanza di roccia all'altezza del Paraticchio, denominata in gergo barlettano "pagghiaroule". Poi l'isola si è inabissata, o Barletta si è sollevata?». La questione pare resti ancora irrisolta, l'unica certezza che abbiamo è che quella dell'Isola di Sant'Orsola altro non è che una leggenda e, purtroppo, pare sia destinata a restare tale, ma a noi piace pensare...
In questi ultimi giorni l'antica leggenda ha ripreso vita, aleggiando a destra e a manca sui gruppi Facebook cittadini, tornando quindi ad incuriosire le masse di curiosi, così inebriate al pensiero che possa essere esistita, anticamente, un'isola legata ai personaggi storico-leggendari della città. Gli storici però rassicurano che nessun altro lembo di terra abbia adornato Barletta, se non quello che siamo di consuetudine abituati a conoscere e a vedere tutti i giorni dinanzi ai nostri occhi. Indagando tra le informazioni e le dicerie storiche della Varrett cavalleresca, scopriamo come il caro marchese D'Azeglio avesse deciso di inventare l'isola per mero fine risorgimentale. L'illustre scrittore, infatti, collocò fantasiosamente l'amata di Fieramosca, donna Ginevra, in un angusto convento al largo di Barletta, posizionando quest'ultimo sull'ancor più fantastica isola di Sant'Orsola. Il D'Azeglio si scusò successivamente per la sua invenzione, ma anni or sono pare che questa riscuotesse gran successo tra le masse. Un'altra testimonianza storico-leggendaria ci è fornita da un "anonimo di veduta", spettatore che narrò dell'esistenza di quest'istmo denominato anticamente "isolotto", collocandolo "poco al largo nelle vicinanze del capo di Barletta (ove poi fu costruito il porto)". Una delle dicerie popolari narra che Ettore Fieramosca ricevette, dalle suore di Sant'Orsola, la benedizione della sua spada, prima di battersi con La Motte: vecchia storia quindi quella di un'isola che pare proprio non ci sia mai stata.
Nonostante tutte le smentite, un'antica credenza dei pescatori barlettani vieta la pesca, pena grandi pericoli, proprio nella zona in cui si dice ci fosse l'isola. Il mistero è presto svelato: l'unica isola che sia mai esistita al largo della città è il lazzaretto, poi inglobato dal porto; i pescatori conoscono bene quella protuberanza, perciò la evitano pescando. Abbiamo chiesto lumi a Ruggiero Graziano, presidente della sezione Anmig di Barletta, amatore delle numerosissime storie riguardanti la città. Il presidente ci ha mostrato una piantina della città, risalente al 1700, in cui si nota chiaramente che non esisteva all'epoca nessun'isola, tranne il "Lazzaretto" usato anticamente per le pestilenze. Vi era collocata una chiesa, usata per le estreme unzioni, esattamente nel punto in cui ora si trova la capitaneria di porto, all'epoca il mare arrivava fin sotto le mura del Paraticchio. Oltre il Lazzaretto vi era anche un frangiflutto, a cui attaccavano i velieri per la quarantena: si vocifera infatti di una confraternita "della morte", che alleviava le sofferenze dei moribondi prima del trapasso. «Quella che definiscono "l'isola" era in realtà una protuberanza di roccia all'altezza del Paraticchio, denominata in gergo barlettano "pagghiaroule". Poi l'isola si è inabissata, o Barletta si è sollevata?». La questione pare resti ancora irrisolta, l'unica certezza che abbiamo è che quella dell'Isola di Sant'Orsola altro non è che una leggenda e, purtroppo, pare sia destinata a restare tale, ma a noi piace pensare...