«L'inferno di Barletta, le istituzioni devono intervenire»
Associazioni e volontari presenti ieri per un evento di protesta all'ex stazione della teleferica
lunedì 17 ottobre 2022
«E' un inferno, è un inferno quello in cui vivono i migranti nella ex stazione della teleferica, e come questo ci sono altri posti dimenticati dallo Stato, come la ex anagrafe di Via Cialdini, lo scalo merci della stazione ferroviaria, la ex distilleria e tanti altri disseminati tra pinete, campagne, spiagge ed edifici pubblici abbandonati».
Queste sono le foto scattate durante l'evento di sensibilizzazione e protesta organizzato nella giornata di ieri dalla Rete delle Associazioni di Barletta.
«Persone, non solo migranti, vi vivono, in condizioni tali da far rabbrividire e vergognare qualsiasi comunità che voglia definirsi civile ed evoluta, e Barletta deve vergognarsi assai. Persone che in gran parte, per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento da parte dei proprietari dei terreni e dei caporali. Raccolta dell'uva, degli ortaggi e delle olive, ciclicamente, nella assenza di qualsiasi tutela, nella assenza dello Stato, della Regione, del Comune, delle Istituzioni.
La notte, per queste persone, si passa all'addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero. Stazione. Moriva così, di freddo, a Barletta, Ahmed Saki, dopo che la pioggia incessante dei giorni precedenti aveva allagato il fabbricato, rendendo persino impossibile l'accensione di un focolare, l'unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili. Era il 15/02/2021.
Barletta non può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano. Non possiamo più tollerare che delle persone siano costrette a vivere in queste condizioni di massima povertà, emarginazione e degrado, condizioni che sono la vergogna di tutti gli esseri umani e in particolare della nostra comunità.
Abbiamo immobili pubblici abbandonati e immobili confiscati alla mafia: alcuni di questi devono - non possono, devono - essere destinati quanto prima a dormitorio pubblico per le persone senza dimora. Nell'immediatezza la ex Stazione della teleferica come tutti i luoghi di rifugio devono essere almeno ripuliti, bonificati, dotati di moduli abitativi, cassonetti per la raccolta della spazzatura, gabinetti chimici, di una fornitura idrica e di tutta quello che può garantire a queste persone una vita dignitosa.
Per questi motivi la Rete delle Associazioni di Barletta chiede un immediato intervento delle Istituzioni tutte: Prefettura, Comune e Regione a cui verrà presto richiesto un incontro. Per Ahmed, per tutte le persone sfruttate ed emarginate, per noi».
Queste sono le foto scattate durante l'evento di sensibilizzazione e protesta organizzato nella giornata di ieri dalla Rete delle Associazioni di Barletta.
«Persone, non solo migranti, vi vivono, in condizioni tali da far rabbrividire e vergognare qualsiasi comunità che voglia definirsi civile ed evoluta, e Barletta deve vergognarsi assai. Persone che in gran parte, per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento da parte dei proprietari dei terreni e dei caporali. Raccolta dell'uva, degli ortaggi e delle olive, ciclicamente, nella assenza di qualsiasi tutela, nella assenza dello Stato, della Regione, del Comune, delle Istituzioni.
La notte, per queste persone, si passa all'addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero. Stazione. Moriva così, di freddo, a Barletta, Ahmed Saki, dopo che la pioggia incessante dei giorni precedenti aveva allagato il fabbricato, rendendo persino impossibile l'accensione di un focolare, l'unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili. Era il 15/02/2021.
Barletta non può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano. Non possiamo più tollerare che delle persone siano costrette a vivere in queste condizioni di massima povertà, emarginazione e degrado, condizioni che sono la vergogna di tutti gli esseri umani e in particolare della nostra comunità.
Abbiamo immobili pubblici abbandonati e immobili confiscati alla mafia: alcuni di questi devono - non possono, devono - essere destinati quanto prima a dormitorio pubblico per le persone senza dimora. Nell'immediatezza la ex Stazione della teleferica come tutti i luoghi di rifugio devono essere almeno ripuliti, bonificati, dotati di moduli abitativi, cassonetti per la raccolta della spazzatura, gabinetti chimici, di una fornitura idrica e di tutta quello che può garantire a queste persone una vita dignitosa.
Per questi motivi la Rete delle Associazioni di Barletta chiede un immediato intervento delle Istituzioni tutte: Prefettura, Comune e Regione a cui verrà presto richiesto un incontro. Per Ahmed, per tutte le persone sfruttate ed emarginate, per noi».