L'incontro che cambia la vita: Gesù e Zaccheo
Un incontro che genera atti di vera conversione e pentimento
domenica 30 ottobre 2016
8.37
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Gesù sta finalmente arrivando a Gerusalemme e nell'incontro di oggi con Zaccheo è come se volesse indicare il modello del discepolato. Gerico è il luogo dell'incontro, che avviene "lungo la strada" e ha per protagonista un appartenente alla categoria più infame che ci potesse essere in Israele a quel tempo: un arcipubblicano, un venduto e corrotto ebreo al servizio dell'occupante romano, impuro fin nelle midolla per lo stile di vita da ladro che conduceva. Ma questo personaggio, avendo sentito parlare di Gesù, è curioso e desideroso di incontrarlo e, incurante della figura che avrebbe potuto fare, gli corre innanzi ("Pubblicani e prostitute vi precederanno nel Regno dei cieli" aveva detto Gesù) e sale su un sicomoro perché "doveva passare di là", una necessità salvifica che adempiendo la volontà del Padre cerca chi è perduto (letteralmente morto) per la società. E la sorpresa sta che lui che cercava di vedere Gesù è guardato da Gesù e chiamato a scendere subito perché il maestro deve dimorare a casa sua! Anche Gesù è incurante della folla e gli interessa solo far sentire amata questa persona invisa dal suo popolo.
E questo incontro genera atti di vera conversione e pentimento! Questa è la pedagogia divina: il Signore non guarda il mio peccato, guarda piuttosto quei brandelli di umanità bisognosa di sentirsi amata e vuole fermarsi, deve! La necessità della passione diventa necessità di salvezza da donare con amore per colmare il vuoto che mi abita. E l'amore del Signore può abitare solo un cuore povero, misero e bisognoso!
Se mi sento Zaccheo sono chiamato solo a cadere dall'albero delle mie sicurezze tra le sue braccia colme di tenerezza. Se invece sono tra la folla che ha il vezzo di disprezzare e criticare, allora ho proprio bisogno di sentirmi provocato dalla gratuità di questo amore che raggiunge non chi lo merita ma chi ne ha veramente bisogno!
Buona domenica!
[don Vito]
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Gesù sta finalmente arrivando a Gerusalemme e nell'incontro di oggi con Zaccheo è come se volesse indicare il modello del discepolato. Gerico è il luogo dell'incontro, che avviene "lungo la strada" e ha per protagonista un appartenente alla categoria più infame che ci potesse essere in Israele a quel tempo: un arcipubblicano, un venduto e corrotto ebreo al servizio dell'occupante romano, impuro fin nelle midolla per lo stile di vita da ladro che conduceva. Ma questo personaggio, avendo sentito parlare di Gesù, è curioso e desideroso di incontrarlo e, incurante della figura che avrebbe potuto fare, gli corre innanzi ("Pubblicani e prostitute vi precederanno nel Regno dei cieli" aveva detto Gesù) e sale su un sicomoro perché "doveva passare di là", una necessità salvifica che adempiendo la volontà del Padre cerca chi è perduto (letteralmente morto) per la società. E la sorpresa sta che lui che cercava di vedere Gesù è guardato da Gesù e chiamato a scendere subito perché il maestro deve dimorare a casa sua! Anche Gesù è incurante della folla e gli interessa solo far sentire amata questa persona invisa dal suo popolo.
E questo incontro genera atti di vera conversione e pentimento! Questa è la pedagogia divina: il Signore non guarda il mio peccato, guarda piuttosto quei brandelli di umanità bisognosa di sentirsi amata e vuole fermarsi, deve! La necessità della passione diventa necessità di salvezza da donare con amore per colmare il vuoto che mi abita. E l'amore del Signore può abitare solo un cuore povero, misero e bisognoso!
Se mi sento Zaccheo sono chiamato solo a cadere dall'albero delle mie sicurezze tra le sue braccia colme di tenerezza. Se invece sono tra la folla che ha il vezzo di disprezzare e criticare, allora ho proprio bisogno di sentirmi provocato dalla gratuità di questo amore che raggiunge non chi lo merita ma chi ne ha veramente bisogno!
Buona domenica!
[don Vito]