L’imprenditore Bartolo Tatò ha detto SI al Centrodestra
Residue riserve sino a giovedì, ma la sua corsa a Sindaco è scontata. Proposta del centrodestra su un piatto non proprio d'argento
martedì 25 gennaio 2011
Camicia, maglione verde, jeans scuri e hogan nere. Apparentemente disinvolto l'imprenditore della grande distribuzione alimentare, Bartolo Tatò ha partecipato ieri sera, sino alle 21,30 alla riunione del Centro destra che gli ha chiesto ancora una volta, e questa decisiva, di rappresentare la compagine da noi descritta nel glossario politico pubblicato ieri. Di essere il loro candidato Sindaco e competere alle amministrative di primavera. Il neo candidato si è proposto alle sigle convenute, affabile, giovanile ed entusiasta del progetto politico che gli è stato sottoposto. La collegialità che Tatò "pretendeva" nei giorni trascorsi e durante i quali la sua affermativa adesione alla candidatura era timida e solo giornalistica, ora appare ferma e distinta. L'imprenditore si è detto subito disponibile ad abdicare dal ruolo di Amministratore della sua società, sapendo di affidarla a mani oramai esperte ed autonome, Quindi assoluta abnegazione ad affrontare i problemi della città che non sono del tutto dissimili a quelli della conduzione di una impresa commerciale ha affermato il fresco di nomina, candidato Sindaco del Centrodestra barlettano che respira finalmente, aria di cauto ottimismo con questa indicazione che sta diventando politica.
Tatò con umiltà e responsabilità ha, infatti, ammesso i suoi limiti di uomo politico; come tale «dovrò apprendere molto» ha dichiarato con consapevolezza. Financo umile ci riferiscono, anche quando qualcuno dei presenti, forse inopportunamente, gli ha detto che dopotutto il bilancio del Comune di Barletta non è dissimile da quello dell'imprenditore, anzi. Entusiamo, forse eccessivo, prematuro, ci viene riportato, in quelle due ore di risolutivo confronto. Probabilmente anche un respirone di sollievo dopo le tribolazioni degli ultimi due mesi durante i quali le ipotesi erano variegate. Non ultima quella della candidatura del Senatore Giuseppe Dipaola, che ha disertato l'incontro al quale, in verità non è stato neppure invitato. A stigmatizzare quest'ultima opportunità, in un dialogo indiretto è stato il rappresentante del MIDA, Nardo Binetti anch'egli assente dai tavoli concertativi pregressi. Ha fatto notare al candidato Sindaco che per vincere, le forze in campo in quel momento non saranno sufficienti e che una condivisione con i rimanenti quattro soggetti politici di fede Dipaola non vanno sottostimati.
Il suo pessimismo, però, non ha trovato consensi ed anzi lo stesso Tatò ha espresso delusione per le preoccupazioni espresse dal rappresentante del MIDA Binetti (oltretutto buon amico per le comuni visioni in merito alla proposizioni Sesta Provincia). Oltre alla sua abnegazione temporale, Bartolo Tatò ha assicurato alle dieci liste, anche il suo apporto finanziario, dichiarando, sin da subito che qualora la candidatura sarà poi tradotta in mandato sindacale, lo stipendio previsto al ruolo di primo cittadino lo devolverebbe in beneficenza. Animi rilassati quindi. Tatò ha chiesto solo qualche ora di assestamento mentale per assorbire del tutto l'impatto oneroso che la proposta del Centrodestra gli ha portato su un piatto non proprio d'argento. Incertezze rimangono sulla vicenda liste. Tatò ha azzardato di portare al suo seguito almeno diecimila consensi. Giovedì la conferma. Venerdì la conferenza stampa del suo definitivo SI.
Tatò con umiltà e responsabilità ha, infatti, ammesso i suoi limiti di uomo politico; come tale «dovrò apprendere molto» ha dichiarato con consapevolezza. Financo umile ci riferiscono, anche quando qualcuno dei presenti, forse inopportunamente, gli ha detto che dopotutto il bilancio del Comune di Barletta non è dissimile da quello dell'imprenditore, anzi. Entusiamo, forse eccessivo, prematuro, ci viene riportato, in quelle due ore di risolutivo confronto. Probabilmente anche un respirone di sollievo dopo le tribolazioni degli ultimi due mesi durante i quali le ipotesi erano variegate. Non ultima quella della candidatura del Senatore Giuseppe Dipaola, che ha disertato l'incontro al quale, in verità non è stato neppure invitato. A stigmatizzare quest'ultima opportunità, in un dialogo indiretto è stato il rappresentante del MIDA, Nardo Binetti anch'egli assente dai tavoli concertativi pregressi. Ha fatto notare al candidato Sindaco che per vincere, le forze in campo in quel momento non saranno sufficienti e che una condivisione con i rimanenti quattro soggetti politici di fede Dipaola non vanno sottostimati.
Il suo pessimismo, però, non ha trovato consensi ed anzi lo stesso Tatò ha espresso delusione per le preoccupazioni espresse dal rappresentante del MIDA Binetti (oltretutto buon amico per le comuni visioni in merito alla proposizioni Sesta Provincia). Oltre alla sua abnegazione temporale, Bartolo Tatò ha assicurato alle dieci liste, anche il suo apporto finanziario, dichiarando, sin da subito che qualora la candidatura sarà poi tradotta in mandato sindacale, lo stipendio previsto al ruolo di primo cittadino lo devolverebbe in beneficenza. Animi rilassati quindi. Tatò ha chiesto solo qualche ora di assestamento mentale per assorbire del tutto l'impatto oneroso che la proposta del Centrodestra gli ha portato su un piatto non proprio d'argento. Incertezze rimangono sulla vicenda liste. Tatò ha azzardato di portare al suo seguito almeno diecimila consensi. Giovedì la conferma. Venerdì la conferenza stampa del suo definitivo SI.