L'idea di un architetto barlettano per "Baricentrale"
Il progetto dello studio Bolles+Wilson tra i finalisti. Dibattito sulla trasformazione urbana nei tempi moderni
venerdì 31 maggio 2013
La città di Bari, tramite il concorso "Baricentrale", ha invitato progettisti italiani ed europei a immaginare una grande trasformazione delle sue aree centrali, a partire dalla stazione, meta di tanti viaggiatori, pendolari, lavoratori e studenti, che giungono a Bari per motivi più o meno felici, o che salutano il capoluogo sognando viaggi lontani. La riorganizzazione delle ferrovie e dei trasporti, e l'acquisizione della Caserma Rossani sono lo scenario per una incomparabile opportunità: ripensare urbanisticamente e architettorialmente una parte del "cuore pulsante" di Bari per ridefinire il rapporto tra la città antica e la città moderna, e ridurre la storica separazione causata dal fascio dei binari. Da qui ha preso le mosse un progetto che si concretizzerà per fasi nei prossimi anni con il concorso dei soggetti pubblici e privati e l'ascolto dell'opinione pubblica, ma che aveva bisogno di partire da una visione unitaria del ruolo che questa cerniera urbana può svolgere per tutta la città: insomma, una bella idea.
Dal 24 aprile all'8 maggio scorso, sono stati eposti in una mostra presso il Teatro Margherita di Bari i 10 progetti finalisti (selezionati su 105 concorrenti) del Concorso Internazionale d'idee sulle aree ferroviarie denominato "Baricentrale" bandito dal Comune di Bari, fra cui l'idea presentata dallo studio di architettura Bolles+Wilson (Germany) noto a livello internazionale e nazionale con progetti come la BEIC Biblioteca Europea d'informazione e cultura di Milano o il masterplan del quartiere "Monteluce" di Perugia, nel cui team è presente anche un architetto barlettano, Rino Comitangelo, in qualità di progettista. Il resto del team è stato composto da: Act architettura (Chiasso), Arch. Luigi Cisternino (Ostuni) e la dott.ssa Elisabetta Venezia (Università di Bari) come consulente.
L'area interessata si estende per 78 ettari su una lunghezza di 3 km, e la mission è stata proprio quella di ripensare l'area nella maniera più creativa e sostenibile possibile: il progetto vincitore è quello del noto architetto Massimiliano Fuksas, che si è conteso il podio che le idee dei team di Allies and Morrison, Francesco Cellini, Cobe, Cruz y Ortiz, Carlos Ferrater, Metrogramma, Scape e Guillermo Vazquez Consuegra. Non una mera sfida fra idee, ma un occasione per generare un dibattito sulla trasformazione urbana nei tempi moderni, volontariamente o spontaneamente attuata. Dibattito che si può trasferire anche nella città di Barletta, troppo spesso lasciata a sè stessa, senza quell'attenzione benefica verso l'estetica della città, verso la presentazione del nostro tessuto urbano agli occhi esterni e anche a noi stessi. In modo funzionale, sì, ma anche piacevole alla vista.
Dal 24 aprile all'8 maggio scorso, sono stati eposti in una mostra presso il Teatro Margherita di Bari i 10 progetti finalisti (selezionati su 105 concorrenti) del Concorso Internazionale d'idee sulle aree ferroviarie denominato "Baricentrale" bandito dal Comune di Bari, fra cui l'idea presentata dallo studio di architettura Bolles+Wilson (Germany) noto a livello internazionale e nazionale con progetti come la BEIC Biblioteca Europea d'informazione e cultura di Milano o il masterplan del quartiere "Monteluce" di Perugia, nel cui team è presente anche un architetto barlettano, Rino Comitangelo, in qualità di progettista. Il resto del team è stato composto da: Act architettura (Chiasso), Arch. Luigi Cisternino (Ostuni) e la dott.ssa Elisabetta Venezia (Università di Bari) come consulente.
L'area interessata si estende per 78 ettari su una lunghezza di 3 km, e la mission è stata proprio quella di ripensare l'area nella maniera più creativa e sostenibile possibile: il progetto vincitore è quello del noto architetto Massimiliano Fuksas, che si è conteso il podio che le idee dei team di Allies and Morrison, Francesco Cellini, Cobe, Cruz y Ortiz, Carlos Ferrater, Metrogramma, Scape e Guillermo Vazquez Consuegra. Non una mera sfida fra idee, ma un occasione per generare un dibattito sulla trasformazione urbana nei tempi moderni, volontariamente o spontaneamente attuata. Dibattito che si può trasferire anche nella città di Barletta, troppo spesso lasciata a sè stessa, senza quell'attenzione benefica verso l'estetica della città, verso la presentazione del nostro tessuto urbano agli occhi esterni e anche a noi stessi. In modo funzionale, sì, ma anche piacevole alla vista.