L’ex sindaco di Barletta: «I ritardi del Pug non possono essere un alibi»
La vicenda Lidl e l'urbanistica della città. La parola a Pasquale Cascella
mercoledì 26 maggio 2021
Le macerie del cantiere aperto da Lidl accanto al fossato del castello sono ancora lì. Quasi a ricordare che la vicenda non è chiusa, ma solo temporaneamente sospesa. E che forse a Barletta l'urbanistica rappresenta un problema.
Fu proprio la materia urbanistica ad indurre l'ex sindaco Pasquale Cascella alle dimissioni. Era l'aprile del 2018 e il Consiglio comunale non approvò il Documento programmatico preliminare (Dpp) al Piano urbanistico generale (Pug). Lo avrebbe fatto solo in seconda battuta. Ma questo non servì a ritirare le dimissioni. Un provvedimento poi recepito dall'attuale amministrazione Cannito che adesso confida di arrivare anche al Pug entro la conclusione del mandato.
Ed è proprio all'ex sindaco Cascella che abbiamo chiesto una riflessione sulla vicenda. «Il Dpp c'è, lo si faccia valere», ci dice al telefono. «L'assenza di un Pug aggiornato – spiega – non si può trasformare in un alibi».
Sembra che sarà coinvolto il Consiglio comunale sui i prossimi passi da compiere sulla vicenda. Cosa ne pensa?
«Può essere un giusto passaggio perché il Consiglio comunale ha avuto modo di occuparsi più volte della vicenda, esprimendo già in qualche modo la sua posizione. Ma troverei più corretto che prima ci fosse un orientamento da sottoporre al Consiglio».
Il Consiglio comunale dovrebbe esprimersi sulla perequazione con Lidl. C'è chi consiglia di effettuare una nuova valutazione del terreno alla luce di quanto emerso
«Il problema è capire quali strumenti si utilizzano per la valutazione. È fondamentale che ci siano strumenti di riferimento, sia urbanistici che amministrativi, chiari e netti».
Quali sarebbero questi strumenti?
«Intanto il Dpp che prevede una certa destinazione per quell'area. Quella è un'indicazione di cui si dovrebbe tenere conto. Se si deve stabilire il valore, si tratta di un valore di interesse. E allora, qual è l'interesse se non quello già stabilito dallo strumento urbanistico, cioè dal Dpp?
La questione è il ritardo del Pug oppure a Barletta c'è un problema di urbanistica?
«I ritardi del Pug non possono essere di impedimento perché c'è già un documento preliminare e programmatico al Pug. Forse, solo adesso si comprende la mia ostinazione a vedere compiuto almeno il passaggio del Dpp. Io mi sono dimesso proprio perché non era stato approvato. Ma poi lo si è fatto. E oggi credo di aver lasciato alla città almeno quello strumento.
Un punto di riferimento c'è: almeno quello lo si faccia valere. Non si può trasformare in un alibi l'assenza dello strumento urbanistico vero e proprio, cioè di un Pug aggiornato».
L'atteso parere dell'avvocatura si è espresso sulla seconda sanatoria, quella del 2018. Lei ha avuto modo di riflettere anche sulla prima?
«Non ho le carte sotto mano, non sarei in grado di pronunciarmi. Credo che l'avvocatura abbia dato la possibilità di aprire alla questione e approfondire tutti gli aspetti oscuri che la vicenda ancora presenta.
Posso dire che io culturalmente sono avverso alle sanatorie. Difronte ad una sanatoria sgranerei gli occhi. Perciò se c'è da fare un approfondimento, sia sulla prima che sulla seconda sanatoria, è bene farlo».
In definitiva, cosa direbbe di questa vicenda?
«Direi che è bene fare una ricognizione, un approfondimento sugli strumenti che già ci sono. Quindi il Dpp da una parte e il piano particolareggiato per il centro storico dall'altra. Perché l'idea era che quell'area diventasse un punto di congiuntura tra le litoranee e il centro storico della città.
Insisto molto sul fatto che non ci si possa fermare. Se questa vicenda dovrà servire a qualcosa, sarà a riflettere sul fatto che si devono portare avanti tutte le cose incompiute. Una città come Barletta ha bisogno di regole, riferimenti e responsabilità certe di cui ognuno deve farsi carico come collettività».
Fu proprio la materia urbanistica ad indurre l'ex sindaco Pasquale Cascella alle dimissioni. Era l'aprile del 2018 e il Consiglio comunale non approvò il Documento programmatico preliminare (Dpp) al Piano urbanistico generale (Pug). Lo avrebbe fatto solo in seconda battuta. Ma questo non servì a ritirare le dimissioni. Un provvedimento poi recepito dall'attuale amministrazione Cannito che adesso confida di arrivare anche al Pug entro la conclusione del mandato.
Ed è proprio all'ex sindaco Cascella che abbiamo chiesto una riflessione sulla vicenda. «Il Dpp c'è, lo si faccia valere», ci dice al telefono. «L'assenza di un Pug aggiornato – spiega – non si può trasformare in un alibi».
Sembra che sarà coinvolto il Consiglio comunale sui i prossimi passi da compiere sulla vicenda. Cosa ne pensa?
«Può essere un giusto passaggio perché il Consiglio comunale ha avuto modo di occuparsi più volte della vicenda, esprimendo già in qualche modo la sua posizione. Ma troverei più corretto che prima ci fosse un orientamento da sottoporre al Consiglio».
Il Consiglio comunale dovrebbe esprimersi sulla perequazione con Lidl. C'è chi consiglia di effettuare una nuova valutazione del terreno alla luce di quanto emerso
«Il problema è capire quali strumenti si utilizzano per la valutazione. È fondamentale che ci siano strumenti di riferimento, sia urbanistici che amministrativi, chiari e netti».
Quali sarebbero questi strumenti?
«Intanto il Dpp che prevede una certa destinazione per quell'area. Quella è un'indicazione di cui si dovrebbe tenere conto. Se si deve stabilire il valore, si tratta di un valore di interesse. E allora, qual è l'interesse se non quello già stabilito dallo strumento urbanistico, cioè dal Dpp?
Quindi, sul piano urbanistico, lo strumento è il Dpp a cui dovrebbe essere ricollegato il Piano particolareggiato per il centro storico. Sul piano amministrativo, invece, ci sarebbe il Piano per il commercio. Gli strumenti sono questi. Se non li si considera perfetti, si possono approfondire particolari aspetti e credo che un'amministrazione abbia gli strumenti per farlo. Non crede?».Nel Dpp l'area ai piedi del Castello è indicata come contesto urbano da tutelare
La questione è il ritardo del Pug oppure a Barletta c'è un problema di urbanistica?
«I ritardi del Pug non possono essere di impedimento perché c'è già un documento preliminare e programmatico al Pug. Forse, solo adesso si comprende la mia ostinazione a vedere compiuto almeno il passaggio del Dpp. Io mi sono dimesso proprio perché non era stato approvato. Ma poi lo si è fatto. E oggi credo di aver lasciato alla città almeno quello strumento.
Un punto di riferimento c'è: almeno quello lo si faccia valere. Non si può trasformare in un alibi l'assenza dello strumento urbanistico vero e proprio, cioè di un Pug aggiornato».
L'atteso parere dell'avvocatura si è espresso sulla seconda sanatoria, quella del 2018. Lei ha avuto modo di riflettere anche sulla prima?
«Non ho le carte sotto mano, non sarei in grado di pronunciarmi. Credo che l'avvocatura abbia dato la possibilità di aprire alla questione e approfondire tutti gli aspetti oscuri che la vicenda ancora presenta.
Posso dire che io culturalmente sono avverso alle sanatorie. Difronte ad una sanatoria sgranerei gli occhi. Perciò se c'è da fare un approfondimento, sia sulla prima che sulla seconda sanatoria, è bene farlo».
In definitiva, cosa direbbe di questa vicenda?
«Direi che è bene fare una ricognizione, un approfondimento sugli strumenti che già ci sono. Quindi il Dpp da una parte e il piano particolareggiato per il centro storico dall'altra. Perché l'idea era che quell'area diventasse un punto di congiuntura tra le litoranee e il centro storico della città.
Insisto molto sul fatto che non ci si possa fermare. Se questa vicenda dovrà servire a qualcosa, sarà a riflettere sul fatto che si devono portare avanti tutte le cose incompiute. Una città come Barletta ha bisogno di regole, riferimenti e responsabilità certe di cui ognuno deve farsi carico come collettività».