L'Eucarestia, una presenza trasformante

La festa del Corpus Domini con il Vangelo secondo Marco

domenica 7 giugno 2015
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Ultima, ma non meno importante, di questo ciclo di feste celebrate nelle ultime domeniche, è la solennità del Corpo e Sangue del Signore che pone al centro il dono e mistero della Eucarestia. In realtà noi celebriamo il Giovedì Santo l'istituzione della Eucarestia, perché solo alla luce del mistero pasquale possiamo comprendere la grandezza di questo dono. E allora la celebrazione odierna serve a rimarcare altre sfaccettature del molteplice farsi dono per noi di Dio in Gesù Cristo.

Anzitutto l'Eucarestia è memoriale della nuova ed eterna alleanza. Come nell'Antico Testamento erano offerti sacrifici di comunione, l'Eucarestia ricorda, rinnova, evoca e rende presente l'unico sacrificio di Cristo che non ha dato qualcosa, ma se stesso per riconciliare in sé l'uomo a Dio. L'alleanza, poi, ci ricorda non tanto la nostra quanto la sua fedeltà all'uomo. Questa alleanza è nuova perché non fatta col sangue di vitelli e di tori, ma nel sangue di Cristo. È eterna perché è l'unico sacrificio gradito a Dio e non ha bisogno di nuove alleanze.

L'Eucarestia instaura la logica del dono d'amore: il corpo di Cristo è dato per noi; il suo sangue è versato per noi. L'Eucarestia non conosce limiti e restrizioni, essendo data per le moltitudini, ossia per tutti coloro che accolgono questo dono. Cosicché essa realizza tutte le parole e i gesti di Gesù portandoli al loro più pieno compimento. Un solo compito per noi: chi si nutre dell'Eucarestia è chiamato a vivere nella stessa logica insita in essa, con lo spirito di offerta, donazione, amore incondizionato che Gesù ci ha lasciato perché la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo è presenza trasformante. Buona celebrazione eucaristica domenicale.